Il poliziotto Trevisi si mette "a nudo" e svela i suoi pensieri, coriandoli li chiama, alle volte colorati e alle volte in bianco e nero, coriandoli che piccoli e leggeri si lanciano per aria e poi si fanno trasportare dal vento sino ad arrivare giù a terra, a coprire il grigio delle nostre esistenze. Le sue "quasi poesie" le chiama coriandoli perché spera possano far sorridere, quando sono colorati, e far piangere, quando sono in bianco e nero, o possano far semplicemente emozionare. È una raccolta iniziata in gioventù e che ha registrato i passaggi esistenziali, molti legati ai rapporti professionali, tanti ai momenti cruciali e più personali. Gianpaolo Trevisi, nato a Roma 41 anni fa, è attualmente vicequestore aggiunto e capo della Squadra mobile di Verona. Dopo gli studi liceali e la laurea in giurisprudenza conseguita all'Accademia di Polizia, viene nominato vice commissario ed assegnato alla Questura scaligera.
Gianpaolo Trevisi, poliziotto-scrittore, romano di nascita ma che conosce bene il nord (è in servizio a Verona ormai da 17 anni), con questo libro lancia un messaggio agli italiani affinché riscoprano il senso dell'unità di un popolo nella ricchezza delle sue differenze. Nella scelta del viaggio in treno come metafora esistenziale, Trevisi con sguardo incontaminato e nello stesso tempo disincantato, contempla l'abisso e il ridicolo che c'è in ognuno di noi. Un racconto per ogni mese dell'anno, in cui veniamo fuori noi, gli italiani. Prefazione di Antonella Elena Rossi.