Il volume è frutto di un seminario di ricerca svolto presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano a partire dall'analisi teoretica fornita da Thomas Pröpper. In particolare, confrontandosi con quanto proposto nell'opera Vangelo, ragione, libertà, i contributi qui raccolti dialogano con gli interrogativi basilari per l'impresa teologica formulati dal pensatore tedesco, esaminando il tema della libertà divina e di quella umana, la questione del male, la forma epistemologica adeguata al ragionamento teologico.
«È suonata l’ora del mondo». La vivacità della parola di Balthasar è un appello rivolto alla riflessione teologica contemporanea: l’interrogazione critica della propria epoca è cruciale per svelare che ogni tempo possiede le risorse determinanti il valore della storia, in favore di tutti. Il volume, frutto d’un seminario di ricerca svoltosi presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale di Milano nel biennio 2016-2018, si confronta con il pensiero balthasariano a partire dal saggio La domanda di Dio dell’uomo contemporaneo. Le tesi del saggio vengono inquadrate nel contesto dell’ampia produzione balthasariana, oltre che messe in rapporto ad altri significativi paradigmi speculativi, di modo che ne emergano le questioni teoriche decisive.
Le opere della fede, tali sono le opere di misericordia, colgono la vita al limite, il cristianesimo nella propria intensa storia bimillenaria non si rapporta alla vita in forma generica poiché sa d'avere ragione nella concreta esistenza vissuta da Dio, da Cristo. Con le luci e con le ombre delle proprie espressioni il cristianesimo lo ha sempre attestato trasmettendo nei secoli il messaggio di salvezza. Vangelo, la lieta notizia, costituisce la parola scelta agli inizi per raccontare la vita di Gesù mettendola a confronto con i vari modi d'esistere e pensare se stessi entro la grandiosa avventura qual è il vivere l vita.
Il presente volume raccoglie i frutti di un Seminario di Alta Ricerca tenutosi presso la Facoltà Teologica dell'Italia Settentrionale di Milano. Partendo dal celebrato capolavoro di Jacob Taubes Abendländische Eschatologie (Escatologia occidentale), ci si è confrontati attorno agli importanti sentieri teorici messi in evidenza dall'autore nel corso dell'intero percorso riflessivo praticato con gli anni. Al centro dell'attenzione si trova la domanda relativa all'assetto critico da assegnare al pensiero quando il discorso rinunci agli schemi interpretativi connessi alla dichiarazione della "fine della filosofia" o della "fine della metafisica". La dichiarazione, definita da Taubes "una sorta di vacuo rumore", finisce in esiti che lasciano irrisolta la problematica, invero impreteribile, del compito e del profilo essenziale della filosofia, della teologia, a conti fatti del pensiero. Il pensiero arriva ad essere tale se non tralascia d'interrogare (interrogarsi) in base agli incisivi passaggi sperimentati nel tempo, la storia non rappresenta il dispositivo occasionale o accessorio per l'indagine resasi appieno attenta al messaggio apocalittico, pertanto, tramite esso, alla speciale valenza iscritta nel singolo momento o epoca volta a volta presente.
"Il sacramento non si 'aggiunge' alla fede bensì esso configura nel tempo la 'forma' indispensabile alla fede, se esso la configura è perché la rende in misura efficace avverabile [...]. In effetti il sacramento, quando se ne consideri l'assetto concreto, fornisce la conveniente figura non solo per come Dio appelli l'uomo ma anche per come l'uomo risponda all'appello divino [...]. Senza dubbio la domanda sulla fede non è riducibile alla domanda sul sacramento, ma la domanda sul sacramento non è né problema accessorio né problema esteriore alla decisiva domanda sulla fede."
La forma rituale del sacramento è stato il tema al quale l'Associazione Professori e Cultori di Liturgia ha consacrato la XXXVII Settimana di Studio svoltasi a Costabissara dal 24 al 28 agosto 2009. Sono qui raccolti gli interventi dei relatori invitati.
La comparsa di nuove religioni e la poderosa riaffermazione delle religioni tradizionali fanno parlare oggi di una 'rinascita' religiosa che sembra contraddire le previsioni fatte sulla prossima fine della religione come interpretazione del reale. D'altra parte il pluralismo religioso in atto pone alla riflessione dei credenti seri problemi sia di ordine teoretico sia di ordine pratico. Di qui la necessità di una ricerca interdisciplinare per rispondere alle questioni sollevate dal mutamento radicale avvenuto nel campo religioso occidentale. Il presente volume raccoglie i contributi di validi studiosi che utilizzano gli strumenti delle scienze umane (sociologia e antropologia culturale in primis), della filosofia e della teologia per dare una risposta adeguata alla nuova situazione. L'armonia e l'incontro tra le religioni non significa cadere nell'equivoco, grave e distruttivo, del relativismo, il che sarebbe un rinnovare il disagio di un razionalismo agnostico. È necessario trovare un criterio interno che permetta di valutare le forme concrete che una religione assume nell'epoca attuale. In particolare il cristianesimo è chiamato a riflettere sulla sua pretesa di assolutezza rispetto ad altre vie di salvezza che vengono proposte all'uomo contemporaneo e che pure reclamano la loro esclusività. Contro l'opinione diffusa, secondo la quale le diverse religioni insegnerebbero la stessa cosa, così che nella sostanza dei fatti tutti i fedeli credono nel medesimo Dio, va recuperato lo sforzo di ricercare la verità senza pregiudizi e di accoglierla dovunque essa si presenti. Questo atteggiamento di apertura e rispetto diventa indispensabile specialmente per l'inculturazione della fede e della liturgia cristiane.
Destinatari
Il volume si rivolge al pubblico degli studenti e dei docenti delle facoltà teologiche, nonché a quanti sono interessati al problema del dialogo e della coesistenza pacifica tra le varie religioni.
Autore
Oltre a quello del curatore Sergio Ubbiali, il volume riporta i contributi di Sabino Acquaviva, Peter Antes, Aldo N. Terrin, Jacques Dupuis, Andrea Grillo, Giuseppe Lorizio Giuseppe Pittau.