Il corpo è il luogo da cui la liturgia prende inizio. L'iniziazione alla ritualità religiosa non può prescindere da un'attenta considerazione degli stati mentali, all'origine delle forme affettive essenziali per l'atto di fede. Le neuroscienze possono aiutare a comprendere le condizioni mentali dell'esperienza rituale, con tutto il loro spessore corporeo e simbolico. Questo migliora la partecipazione interiore e attiva. Consapevoli, si prega meglio. L'eucaristia domenicale oggi è il comando del Signore più trascurato e dimenticato. La vicenda della messa è quindi la questione pastorale più attuale e drammatica. Il motivo di tale abbandono, così diffuso, deve essere quindi profondo, difficile da identificare e da rimediare. La crisi rituale non è però da addebitarsi solo alla secolarizzazione o alla scristianizzazione ma anche alla difficoltà pastorale a cogliere il potere performativo del rito, in una cultura che, invece, è sempre più caratterizzata dalla potenza tecnologica dell'immagine, dello spettacolo e della produzione virtuale. La divina liturgia tuttavia è forte. Non subisce l'insostenibile complessità e velocità delle reti ma può umanizzarle con la ripetizione dei riti. Il corpo dà senso perché c’è un'intelligenza corporea che tratta il corpo non un mero esecutore di disposizioni mentali ma lo rende un dispositivo capace di interpretare e organizzare. Le neuroscienze ci conducono a cogliere questa inesplorata risorsa.
Il volume è un vero e proprio diario che l'Autore, avendo prestato la sua opera per 22 anni, dal 1965 al 1987, nei vari Organismi della Santa Sede che hanno diretto l'attuazione della riforma liturgica stabilita dal Concilio Vaticano II, ha scritto dal suo privilegiato punto di osservazione. Del resto sono in molti a ritenere che Mons. Piero Marini abbia contribuito in maniera decisiva a realizzare nella Chiesa universale gli scopi della riforma liturgica del Concilio Vaticano II. Attraverso la sua fondamentale riflessione e la sua apertura alle esigenze contemporanee egli ha aperto cammini nuovi per affermare la presenza della liturgia nei media. La pubblicazione è impreziosita da due ampie Appendici, nelle quali sono raccolti vari documenti ed elenchi di persone e cose finora inediti o pubblicati in maniera sparsa, che costituiscono la parte più voluminosa della ricerca ora a disposizione degli studiosi di liturgia.
Quando Sacrosanctum Concilium aprì la porta all'uso delle lingue non poteva prevedere l'enorme lavoro di traduzione che tale decisione avrebbe comportato. A poco poco, l'esperienza della Chiesa stessa ha rivelato il percorso da seguire in questo processo con i pericoli da evitare e i criteri da seguire. Tutto questo si vede scorrendo i vari documenti pubblicati per far luce e guidare questo
processo. Uno di questi criteri, maturato nel nuovo iter ecclesiale dal Concilio Vaticano II a oggi, è il concetto di fideliter, cioè la necessità di tradurre fedelmente.
Ma che cosa significa? E come si applica il criterio di fedeltà ai testi liturgici? E importante capire l'importanza del tradurre fedelmente i testi liturgici, perché anche le traduzioni sono lex orandi e, quindi, lex credendi della Chiesa. Apprezzo lo sforzo compiuto in questo studio e quindi mi congratulo sinceramente con il suo autore, che dimostra di conoscere bene l'argomento. E invito il lettore a seguire queste pagine con mente aperta, spirito critico e desiderio di imparare. Spero che, alla fine, possa concludere che non tutti i traduttori sono, per natura, traditori.
L'Ordo baptismi parvulorum, pubblicato il 15 maggio 1969, è il primo libro liturgico frutto del Concilio Vaticano II, e rappresenta il primo rituale composto ad hoc per i bambini. Sono ormai più di cinquant’anni che le comunità ecclesiali lo utilizzano, coscienti di come sia nato e sia stato determinato da un contesto storico, sociale, culturale, profondamente diverso da quello attuale. Per questo motivo, l'Associazione Pro­fessori di Liturgia, nella 50a Settimana di Studio, tenutasi nella bella cor­nice di Castellammare di Stabia (28‑31 agosto 2023), ha deciso di tentare una valutazione di questo libro liturgico, iniziando a fare "il punto della situazione" sulla Riforma liturgica e sulla sua recezione in Italia (Elena Massimi, Presentazione).
Dal 28 al 31 agosto 2023, a Chiavari, si è svolta la 73ª Settimana Liturgica Nazionale dal tema: "E' bello per noi essere qui". Bellezza e verità del celebrare cristiano. Con la lettera apostolica Desiderio desideravi del 29 giugno 2022, papa Francesco ci ha invitati a riscoprire ogni giorno la bellezza della verità della celebrazione cristiana, (DD 21), in quanto la liturgia celebra e attualizza, nell'oggi sacramentale, le "mirabilia Dei", celebra la bellezza dell' Amore di Dio in tutti i misteri di Cristo che hanno il loro centro nel mistero pasquale.
Liturgia e bellezza sono un binomio inscindibile dal quale non si può prescindere.
La bellezza della liturgia si realizza nella sua verità perché garantisce la possibilità dell'incontro autentico con Cristo e la cura simbolico-rituale costituisce la norma per custodire una realtà più alta cui giungere.
E' il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025 in lingua latina
Calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025. In lingua inglese
E' il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025, in italiano
E' il calendario ufficiale che ordina le celebrazioni liturgiche della Messa e della Liturgia delle Ore per tutto l'anno 2025. In lingua spagnola
Se i primi passi della recezione della riforma liturgica, non senza ingenuità e sba­vature, si sono mossi nella consapevolezza di una mutabilità del culto ecclesiale, ora sia­mo più avveduti, anche grazie agli ap­porti dell'antropologia culturale, circa la "ca­no­nicità" del rito che lo preserva da ma­no­mis­sioni estrose e ne permette il ricorso nel passaggio e nella comunione delle gene­ra­zioni. La sfida, alla quale dal fronte della rifles­sione teorica l'Istituto di Liturgia Pa­sto­rale non si è sottratto, è di celebrare e di pensare una liturgia consegnata e ricevuta e, al contempo, che sia ancora ricono­sci­bile, ovvero praticabile dagli uomini e dalle donne di oggi. Se il rito cristiano rimane co­sì, un ordine "predisposto" ma vivibile, potrà ancora attestare la precedenza del dono su ogni compito e dichiarare la perenne dispo­nibilità dell’Indisponibile.