L'autore, "seguendo la traccia liturgica dell'antico ordinamento delle domeniche dopo la pentecoste, mette a disposizione di ogni uomo di buon volere pietre vive per la costruzione in sè di un "tempio dello spirito" e per l'edificazione del tempio più vasto che ha in confini di un un'umanità dove cala, creatore e suscitatore di energie dirompenti, lo Spirito. Con queste brevi pagine, l'autore "ci fa attraversare in modo sicuro l'esperienza della fede, ci porta sulla sogllia dove, tenendo aperto gli occhi contemplativi sull'immensa volta del Tempio risorto, un'onda di ispirazione e di fecondità, un salutare flusso di purificazione ci investe per una novità di vita che anticipi la nostra speranza". (dalla Presentazione di E. D'Agostini)
Alla vigilia del ‘68 un gruppo di studenti universitari invita padre Giovanni Vannucci a un confronto con lui sui temi della fede, della vita e dell’impegno sociale. Cinquant’anni dopo riemergono da un cassetto le trascrizioni di alcuni di quegli incontri. Nel rileggerle, gli studenti di allora, ormai approdati alla pensione, si rendono conto di quanto quelle parole abbiano accompagnato, sostenuto e orientato tutto il loro percorso umano e professionale. Nasce la decisione di condividere in un libro il frutto di quegli incontri, offrendo a tutti quelle parole che hanno cambiato la loro vita.
Giovanni Vannucci, Nato a Pistoia nel 1913, Giovanni Vannucci ha percorso i 71 anni della sua esistenza da “pellegrino dell’assoluto”. Frate nell’Ordine dei Servi di Maria, è stato studioso e insegnante di materie bibliche e di storia delle religioni. Protagonista negli anni Cinquanta e Sessanta del Rinascimento spirituale fiorentino con David Turoldo, Lorenzo Milani, Ernesto Balducci, ha vissuto, come loro, le dure resistenze di una Chiesa che non sapeva accettare uno sguardo così aperto e profetico. Nel 1967, alle Stinche, in un angolo nascosto del Chianti, ha trovato il suo frutto maturo: un eremo dove vivere e accogliere ogni persona in uno stile armonioso e libero. Il 18 giugno 1984 un infarto lo ha messo in contatto diretto con quel Dio cui si è rivolto per tutta la vita. Ma non ha interrotto il suo cammino sulla terra: dal seme delle sue idee continuano a nascere frutti preziosi.
Pagine ardenti, libere e liberatrici, scritte da un uomo la cui sperimentazione mistica e la cui piena umanità gli permettono uno sguardo che va "oltre" e che ci invita "oltre". Dense, ma insieme semplici, sono queste le pagine che attendono oggi i credenti per ritrovare l'energia interiore che si sostituisca alla loro stanchezza e alle loro debolezze per un cammino di ardita comunione col destino dell'umanità intera.
L'attenzione ai segni illuminanti della liturgia, il richiamo costante alla qualità del vivere e all'essenzialità dei linguaggi di relazione, la fedele volontà d'ascesa verso la conoscenza e la trasfigurante visione, le forme sempre più pure di dire la somiglianza, di riflettere l'immagine divina archetipica, l'affascinata e stupita apertura verso il sapere universale, le culture, le differenti esperienze d'incontro con il mistero dell'esistenza divina, immanente e trascendente, lo stato orante coltivato come atteggiamento globale e continuo, "così misurato, così silenzioso", sono i tratti del fortissimum genus di monaco, di cui padre Giovanni ci ha lasciato stimolante e insieme dolcissima nostalgia: "Era essenziale come i radi casolari e i geometrici vigneti del paesaggio dove si era ritirato a vivere. Nascosto e solitario; austero e aristocratico come il suo eremo" scrive di lui David M. Turoldo.
Un testo inedito di Padre Giovanni Vannucci pubblicato a 25 anni dalla sua scomparsa. Prefazione di Ermes Ronchi.
Sono istanti "contemplativi" più che preghiere e riflessioni quelli che vengono qui proposti. Vannucci le chiamerebbe "calma delle soste", momenti raccolti nell'incanto del principio, nel seno della "Parola creatrice". Vi è una sapienza che dilata il cuore, dà respiro alla mente, sapore ai gesti, solleva la quotidianità dal banale, immette nell'immensità del divino e dell'umano insieme.
Le religioni sono come i raggi di una ruota: tutti puntano verso il centro". Cosi si sintetizza il tema di un ciclo di incontri sulla storia delle religioni. "
Per Vannucci tre sono le dimensioni del nostro conoscere e amare: quella fenomenica, con cui costruiamo la nostra esperienza e alla quale attingiamo per le nostre scienze, per i nostri bisogni e interessi quotidiani; quella razionale, con cui organizziamo, induciamo ed esprimiamo tutto il nostro sapere e il nostro vivere alle dimensioni dell'universo e dell'uomo terrestre; quella mistica con cui intuiamo il mistero nascosto fin dall'inizio nella parola creatrice e che ci porta nel trascendente.
Testo di una settimana di esercizi spirituali tenuto da p. Vannucci. Rappresentano una delle cose piu compiute e piu belle tra le molte che p. Vannucci ci ha lasciato. Si chiamano esercizi spirituali. Ma sono piuttosto incontri sulla fede, la speranza, l'amore. Dovrebbero essere riservati ai religiosi, e invece si aprono a ogni persona che giorno per giorno cerca di dare un senso alla propria vita. Giovanni Vannucci tenne queste meditazioni nel 1965. Quarant'anni dopo la novita e la freschezza di quegli incontri restano intatte: le sue parole sono ancora proiettate nel nostro futuro.
Una raccolta di omelie tenute da P. Giovanni Vannucci all'eremo delle Stinche tra il 1973 e il 1977, da cui emerge lo stile aperto e innovativo di questo monaco.
Raccolta delle prediche che Padre Giovanni Vannucci teneva nella piccola chiesa delle Stinche. Quando padre Giovanni Vannucci chiudeva la Bibbia e cominciava a raccontarla, qualcuno, senza farsi vedere, accendeva un registratore. Era un clic quasi impercettibile, eppure si sentiva nella piccola chiesa delle Stinche dove si muoveva solo il fiato dei presenti: era il tasto che accendeva il futuro, quello che una volta premuto avrebbe portato padre Giovanni a parlare ancora. Questa volta per noi. Ora le sue prediche sono trascritte in questo libro.