Pagine ardenti, libere e liberatrici, scritte da un uomo la cui sperimentazione mistica e la cui piena umanità gli permettono uno sguardo che va "oltre" e che ci invita "oltre". Dense, ma insieme semplici, sono queste le pagine che attendono oggi i credenti per ritrovare l'energia interiore che si sostituisca alla loro stanchezza e alle loro debolezze per un cammino di ardita comunione col destino dell'umanità intera.
L'attenzione ai segni illuminanti della liturgia, il richiamo costante alla qualità del vivere e all'essenzialità dei linguaggi di relazione, la fedele volontà d'ascesa verso la conoscenza e la trasfigurante visione, le forme sempre più pure di dire la somiglianza, di riflettere l'immagine divina archetipica, l'affascinata e stupita apertura verso il sapere universale, le culture, le differenti esperienze d'incontro con il mistero dell'esistenza divina, immanente e trascendente, lo stato orante coltivato come atteggiamento globale e continuo, "così misurato, così silenzioso", sono i tratti del fortissimum genus di monaco, di cui padre Giovanni ci ha lasciato stimolante e insieme dolcissima nostalgia: "Era essenziale come i radi casolari e i geometrici vigneti del paesaggio dove si era ritirato a vivere. Nascosto e solitario; austero e aristocratico come il suo eremo" scrive di lui David M. Turoldo.
Sono istanti "contemplativi" più che preghiere e riflessioni quelli che vengono qui proposti. Vannucci le chiamerebbe "calma delle soste", momenti raccolti nell'incanto del principio, nel seno della "Parola creatrice". Vi è una sapienza che dilata il cuore, dà respiro alla mente, sapore ai gesti, solleva la quotidianità dal banale, immette nell'immensità del divino e dell'umano insieme.
Raccolta delle prediche che Padre Giovanni Vannucci teneva nella piccola chiesa delle Stinche. Quando padre Giovanni Vannucci chiudeva la Bibbia e cominciava a raccontarla, qualcuno, senza farsi vedere, accendeva un registratore. Era un clic quasi impercettibile, eppure si sentiva nella piccola chiesa delle Stinche dove si muoveva solo il fiato dei presenti: era il tasto che accendeva il futuro, quello che una volta premuto avrebbe portato padre Giovanni a parlare ancora. Questa volta per noi. Ora le sue prediche sono trascritte in questo libro.