Bollini arrivò a morire con eroismo grazie alla solida formazione ricevuta all'interno del suo oratorio e nella Giac, la Gioventù Italiana di Azione Cattolica. Da qui la necessità di alzare lo sguardo verso un orizzonte più ampio, ovvero quello costituito dalla partecipazione alla lotta di Liberazione dei giovani e degli uomini che nell'antica associazione militavano o avevano militato pochi anni prima. Il rapporto tra Ac e Resistenza è stato studiato finora sotto molti profili, ma per lo più in modo disorganico oppure apologetico o, ancora, all'interno della più vasta storia dei cattolici nella Resistenza. Le pagine che seguono non hanno certo la pretesa di colmare questa lacuna, ma vorrebbero sollecitare gli studiosi ad affrontare in modo più organico e completo questi argomenti, oltre che invogliare gli attuali appartenenti all'Azione Cattolica (e, certo, non solo loro) a riscoprire e valorizzare un patrimonio di idealità e di fede che non deve andare disperso.
Un importante pezzo di storia ecclesiale "ambrosiana", tra la fine degli anni Settanta e gli anni Ottanta, raccontato dalla viva voce di un protagonista. "Non si tratta di una storia organica dell'Azione Cattolica nell'arcidiocesi di Milano", precisa l'autore. "A me interessa ricordare le vicende e le persone che ho direttamente conosciuto, seguendo il filo del ricordo e solo di tanto in tanto appoggiandomi alle carte d'archivio. "Moltissimi sono i luoghi e i fatti citati, decine le persone ricordate in queste pagine: ma sono solo una parte di quelle realmente conosciute dallo storico Vecchio negli anni del suo impegno diretto nell'associazione ambrosiana: "sono tutti importanti, perché ci ricordano di quanta gente si sa servire il Signore e perché ci dicono che la storia che si studia (o che si dovrebbe studiare...) sui libri è fatta da una molteplicità di vicende, di passioni, di sofferenze, di gioie, di amicizie".
Un volume che intende dare spazio e voce alla Resistenza delle suore, mettendo finalmente in luce un contributo finora scarsamente riconosciuto, eppure spesso fondamentale. Nei diversi interventi a carattere storico vengono ricordati i tanti, non violenti, atti di coraggio delle religiose italiane, divenute di volta in volta soccorritrici, infermiere, informatrici e, spesso, fulcro nei propri istituti di attività clandestine della Resistenza. Non episodi sporadici, singole azioni di carità, ma aiuti portati con piena consapevolezza agli eventi storici che interessavano l'Italia, segno di una partecipazione corale a una ribellione collettiva.
Un volume dedicato alla Resistenza delle donne fra il 1943 e il 1945. Gli interventi a carattere storico di Giorgio Vecchio e Elisabetta Salvini, insieme alle numerose testimonianze raccolte, consentono di colmare un vuoto nella dettagliata ricostruzione di un fenomeno complesso e unico nella storia del nostro Paese. Dopo decenni nei quali si è identificata la Resistenza con la figura eroica del partigiano con il fazzoletto rosso al collo e il fucile in mano, oggi emerge la consapevolezza di una molteplicità di altre importanti figure, tra cui quelle di molte donne, di ogni classe sociale, e di tanti cittadini comuni, di preti, suore e frati.