Uno degli strumenti della lotta politica in Italia lungo tutto il '900 è stata l'intensa attività di propaganda caratterizzata da un alto tasso di violenza tanto nel linguaggio che nelle immagini. Con la Prima guerra mondiale infatti, accanto alla figura ovvia del nemico esterno è comparsa quella del nemico interno, disfattista, sabotatore e quant'altro, tutto dedito a tramare alle spalle dei compatrioti. Questo volume ripercorre l'evoluzione di questa figura attraverso più di 200 immagini che riproducono manifesti, volantini, vignette, locandine, cartoline e tutto ciò che lo storico ha ricercato negli archivi pubblici e privati per ricostruire una storia della lotta politica lunga un secolo.
Quali sono le origini di quella radicalizzazione della lotta politica che portò in Italia dapprima a una stagione di intensa violenza e poi all'avvento del fascismo? Dove andare a cercare le radici di quella propensione totalitaria di cui si è alimentata la storia italiana per una parte importante del Novecento? La tesi di questo libro è che fu la grande guerra il punto di coagulo di una deriva totalitaria che in qualche modo interessò l'intero campo della lotta politica. Nel corso della prima guerra mondiale, nacque e si diffuse in Italia una nuova mentalità politica, dal carattere "rivoluzionario" e, per non pochi aspetti, "totalitario".