I progressi medici e scientifici degli ultimi anni ci hanno in qualche modo illusi di aver raggiunto l'immortalità, facendoci dimenticare che la morte è un fatto biologico. La malattia, sostiene Veronesi, stabilisce una relazione così stretta fra medico e paziente da far sì che il medico sia in grado di interpretare le volontà dell'ammalato, non ultimo il rifiuto di sottoporsi a cure inutili, e il desiderio di morire con dignità. Il volume delinea la posizione intorno a questo tema dei vari Stati europei dove con l'eccezione di Olanda e Belgio, l'eutanasia è equiparata all'omicidio. Illustra infine il problema del difficile accesso alle cure palliative in Italia, dove esistono ostacoli legislativi all'uso farmacologico degli oppiacei.
Umberto Veronesi, in compagnia di Mario Pappagallo, compie un viaggio intorno agli interrogativi fondamentali della medicina. Rispettare i bisogni dell'essere umano (non soffrire, essere informato, mantenere la dignità): questo è il punto di partenza per rifondare la medicina del futuro. Ma i problemi non sono semplici e per attuare questa "rivoluzione etica" bisogna avere il coraggio di andare alle radici: riformare l'Università, valorizzando l'aggiornamento, riorganizzare gli ospedali, garantire l'assistenza ai bisognosi e incrementare la ricerca. La medicina è scienza umana perché attraversa i territori della sofferenza, perché entra negli snodi delle scelte cruciali e fronteggia il massimo dell'inesprimibile: la morte e la paura.
Umberto Veronesi è ampiamente conosciuto per la sua attività di medico e ricercatore. Alla ricerca pura, Veronesi ha però sempre unito anche un impegno instancabile come fondatore di istituzioni di ricerca, prevenzione e terapia. Ma il ruolo di Veronesi va al di là di queste realizzazioni: il suo impegno nella società civile, la sua presenza costante nei dibattiti sul rapporto tra scienza e società, dimostrano lo spessore "umanistico" di Umberto Veronesi e della sua cultura. Questa conversazione con il giornalista Renzo Cassigoli getta luce su entrambi i versanti della personalità di Veronesi, quello dello scienziato in grado di disegnare il futuro della ricerca medica, e quello dell'umanista che si interroga sul futuro dell'uomo.