Mussolini è vivo nel ricordo degli italiani, nelle librerie e in molti negozi di souvenir. Ma Mussolini è vivo anche nella memoria collettiva mondiale, che spesso non sa neppure di fare riferimento a lui. Il termine “fascista”, da lui coniato e riferito alla sua persona, è onnipresente e serve a identificare tutto quanto può essere considerato di destra, autoritario e populista. Ma chi è stato Mussolini? Il despota spietato che resse l’Italia dal 1922 al 1945 con il pugno di ferro derubandola del suo futuro? Il modernizzatore che per il suo paese conquistò un impero innalzando l’Italia al rango di grande potenza? L’alleato più importante di Hitler, che lo considerava suo maestro e con lui mise il mondo a ferro e fuoco? Una marionetta, una vittima del Führer? Il dittatore carismatico, colui che ha costruito uno Stato totalitario di tipo nuovo, fondato sul consenso e sul più cupo, lucido terrore, che è servito da modello per molti altri autocrati?
Il passaggio dal fascismo alla democrazia non coinvolge solo la questione delle violenze perpetrate dai vincitori ai danni dei vinti. A questo aspetto s'intrecciano altri temi - la continuità dello stato tra Italia fascista e post-fascista, il mito della "resistenza tradita", la guerra civile - che fanno della resa dei conti con il fascismo un momento cruciale della storia italiana. Questo lavoro affronta il tema dell'epurazione nella sua globalità, avvalendosi di una vasta documentazione. Dimostra come l'epurazione dei fascisti avvenne in modo discontinuo a seconda delle fasi e delle zone e che essa fu vasta, ma anche molto limitata nel tempo. Impaziente di assolversi da un passato imbarazzante, l'Italia chiuse in fretta i conti con il fascismo.