Zubiri intende l'indagine teologale - che accompagna il suo pensiero fino a diventarne la dimensione irradiante - come il fondamento stesso del sapere teologico, da cui viene metodologicamente distinta: essa è la dimensione umana di accesso al divino, che non può ridursi alla sola "ragione" naturale sfruttata dalle prove cosmologiche e ontologiche - ma si appella a una "intelligenza senziente". Considerare il problema religioso nei suoi soli presupposti antropologici, metafisici ed epistemologici non è infatti sufficiente: occorre recuperare il concetto di "esperienza" di Dio come conoscenza concreta attraverso la via della "re-legazione". Non si tratta di andare dall'uomo al reale e a Dio ma, viceversa, di un dono proveniente da Dio e dalla realtà che si rendono presenti all'uomo: questo è il "potere del reale", agli antipodi del soggettivismo moderno. In ciò consiste la religione, che non si basa sulla prassi, sull'etica, sul sentimento, ma è l'essenza della persona e fondamento che apre alla trascendenza. Lo studio filosofico delle religioni, oggetto di questo volume tradotto e curato da Armando Savignano, ponendo l'analisi della religione come forma dell'essere e della realtà umana nella dimensione personale e non meramente storica, sociale o comparativa, da una parte dà rilievo al tema decisivo della verità della religione, dall'altra, proprio nelle molteplici modalità di questa esperienza che caratterizzano la storia delle religioni...
«Dio, esperienza dell’uomo» e «l’uomo, esperienza di Dio». In queste due frasi si può sintetizzare tutta la portata del pensiero filosofico di Zubiri intorno al nesso tra uomo e Dio. L’uomo è solo formalmente esperienza di Dio, perché Dio ci si dà nella forma della realtà-fondamento. Nella posizione filosofica di Zubiri si impone una unità di pensiero tra metafisica della realtà, filosofia dell’intelligenza e pensiero metafisicoreligioso. Per comprendere qualcosa della trascendenza occorre fermarsi a guardare in profondità ciò che abbiamo di più caro: la realtà in se stessa. Ecco il percorso che, attraverso i testi che qui si pubblicano per la prima volta in italiano, Zubiri desidera far compiere al lettore: dalla realtà delle cose all’uomo, e da questi a Dio.
La presente edizione italiana di El hombre y Dios è stata curata da Paolo Ponzio e Armando Savignano seguendo la nuova versione stabilita da Esteban Vargas Abarzúa pubblicata 2012. Oltre alla Redazione finale di L’uomo e Dio, vengono qui pubblicati altri due testi finora inediti in Italia: la Introduzione generale del 1975 e le lezioni tenute nel 1973 dal titolo Il problema teologale dell’uomo: l’uomo e Dio.
AUTORE
Xavier Zubiri (1898-1983) si colloca, all’interno del panorama iberico contemporaneo, nello stesso solco tracciato dal pensiero fenomenologico di Husserl e da quello ermeneutico di Heidegger. Zubiri affronta, nel suo pensiero, il problema del nesso tra la realtà e la sua conoscenza, con una precisazione concettuale e con un respiro interpretativo di straordinaria portata. Nel 1944 pubblica il suo primo libro, Naturaleza, Historia, Dios. Nel 1962 esce Sobre la esencia e, nel 1963, Cinco lecciones de filosofía. Nel 1973 tiene a Roma un corso presso la Pontificia Università Gregoriana su El problema teologal del hombre, che qui si pubblica per la prima volta in traduzione italiana. Nel 1980 pubblica il primo volume di Inteligencia sentiente: Inteligencia y realidad; nel 1982 il secondo volume Inteligencia y logos; nel 1983, il terzo, Inteligencia y razón. Morirà di lì a poco, il 21 settembre, mentre era alle prese con la revisione di El hombre y Dios.