Questa non è una guida convenzionale, non proporrà dunque percorsi tra le splendide rovine dei fori romani né passeggiate notturne intorno alla magnificente fontana di Trevi. Non rivelerà alcuna curiosità sulla vita di Nerone, Keats, Shelley o Caravaggio, né proporrà cene a base di carciofi alla giudìa nei vicoli del ghetto. Non intonerà stornelli trasteverini né versi del Belli. No. Questa è una guida scritta per l'antiturista e per il romano curioso, persone pronte a esplorare tutto quello che di genuinamente alternativo la metropoli oggi propone, nei suoi quartieri più underground, sulle sue strade sporche e disordinate. Il percorso è dei più matti, la modalità "a casaccio", il linguaggio maleducatissimo, la parola d'ordine "risparmio": attraverso un'esplorazione divertente, intensa e soprattutto libera delle zone meno conosciute della capitale, il lettore scoprirà l'anima più profonda e interessante della città. Ma soprattutto, imparerà a pensare alla romana. E scusate se è poco.
In questo libro viene svolta un'analisi del percorso che ha portato, nel 2008, il centrosinistra alla sconfitta elettorale nella Capitale e al successivo fallimento dell'esperienza di Alemanno sindaco. È un percorso attraverso la metamorfosi di Roma da città a metropoli ma è anche il tentativo di dare ragione del sorgere e dell'esplodere delle contraddizioni insite in tale percorso. La tesi politica che emerge è che nel 2008 abbia prevalso un voto reazionario. Che abbia vinto la reazione alla modernizzazione perseguita dal 1993 in una città pigra, sonnolenta e provinciale, trasformatasi in fretta, che ha cominciato a confrontarsi con la dimensione di una metropoli sempre più internazionale. Che dopo un lungo periodo in cui a Roma si era imposta l'immagine positiva di una città in crescita e più aperta al mondo, anche in coincidenza con una crisi internazionale, si sia manifestato sempre più con forza il sapore aspro della globalizzazione. Un retrogusto fatto di crude contraddizioni, di una nuova dimensione multietnica, di una violenza urbana prima sconosciuta, di solitudine individuale. In conclusione si cerca di evidenziare come in un sistema di Stati e di istituzioni logorate, esista un nuovo spazio che la società civile cerca di occupare, senza mediazioni e che tale processo debba essere lo stimolo per organizzare tali energie e creare le condizioni di un'inedita collaborazione tra la società civile, la politica e lo Stato. Prefazione di Giovanni Minoli.