Una antologia di interventi che il Card. Carlo Maria Martini ha dedicato ai Consacrati e alle Consacrate nel corso del suo lungo ministero pastorale. Nessuno può prevedere ciò che Dio sta facendo nascere attraverso le doglie della nostra travagliata storia contemporanea, tuttavia i religiosi sanno bene che cosa è chiesto loro di essere, come suggerisce il titolo del volume: Per amore, per voi, per sempre. Essere vite donate per il servizio dell’uomo, fraternamente radicate nell’amore di Cristo e capaci di una fede risplendente come lampada in una società talora confusa e dimentica dei valori essenziali.
Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordinato del ministero, in coerente esercizio di fedeltà all'ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figura del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di suggerimenti per un discernimento nuovo ma non inesperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e storici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo è il terzo di una serie di volumi che intendono percorrere la storia dell'identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese. Copre la storia delle chiese d'Occidente tra il V e il IX secolo, tra il declino dell'antico impero e l'immaginazione carolingia di un impero nuovo, Sacro e Romano. È tempo di tenace fedeltà a un duro lavoro missionario verso i nuovi popoli dell'Europa e di invenzione paziente di strutture di un nuovo diritto e di stili di una nuova pastorale.
Nel nostro tempo la crisi dell'umano diventa la rivelazione più tangibile e toccante dell'esclusione di Dio dall'orizzonte della vita e della storia. Con questa crisi anche i presbiteri devono fare i conti: e se talora si estremizza in comportamenti devianti o rinunciatari, essa può rappresentare uno straordinario luogo di irruzione della Grazia di Dio che trasforma, rigenera e trasfonde nuova gioia. Nato da un cammino di Esercizi Spirituali, il testo, seguendo la traccia della Lettera agli Ebrei, identifica tale gioia nella riscoperta dell'umanità sacerdotale. "Prima di tutto un uomo": debole per le ferite e grande nel ministero, padre e figlio, fratello e sposo, incarnato nel tempo e spalancato all'eternità. Uomo che sembra raccogliere il grido di Agostino a chiunque cerchi quel Dio che neppure i presbiteri troveranno mai abbastanza: "Non uscire da te, entra in te stesso: è nella tua umanità che abita la verità".
L'"era digitale" sfida i consacrati a entrare in questo nuovo ambito culturale con atteggiamento positivo ed evangelico. Il Messaggio di Benedetto XVI per la Giornata delle comunicazioni sociali, intitolato "I nuovi media al servizio dell'evangelizzazione", ha suggerito il tema del XXXVI Convegno del "Claretianum", Cultura della comunicazione mediatica e vita consacrata. Si tratta di approfondire la coscienza dei nuovi media come una straordinaria opportunità anche per i consacrati grazie alla quale essi possano compiere la loro missione. Le diverse relazioni raccolte in questo volume tracciano una panoramica delle grandi possibilità offerte dalla nuova cultura digitale alla dimensione missionaria della vocazione dei consacrati, i quali è necessario che "mettano anima" nel mondo virtuale con grande e responsabile libertà.
La pedofilia di preti e di religiosi e il modo con cui il problema è stato gestito – al di là dello tsunami mediatico che ha provocato – è certamente una ferita aperta nella vita della Chiesa. Questo saggio si propone di riflettere sul problema in quanto tale, le sue cause, le sue caratteristiche psicologiche, le possibili prevenzioni, le piste per il futuro. Con il testo integrale della "Lettera di Bendetto XVI ai cattolici irlandesi".
Molte ragioni e autorevoli direttive spingono oggi i preti a cercare un esercizio collegiale e coordinato del ministero. È urgenza dei tempi, ma ancor più è coerente esercizio di fedeltà all’ecclesiologia del Vaticano II. Ma quale forma dare, secondo quali linee disegnare oggi la figura del presbiterio in cui questa spinta si riconosce e si esprime? La storia dei due trascorsi millenni, con le sue grandezze e i suoi errori, presenta una grande varietà di esperienze, di riflessioni, di suggerimenti per un discernimento nuovo ma non inesperto, e aiuta a identificare i fattori teologici e storici in gioco e gli esiti del loro intreccio. Questo vorrebbe essere il primo di una serie di volumi che percorrano la storia dell’identità teologica, pastorale, spirituale del presbiterio e del presbiterato, entro la domanda, che cosa a questo proposito oggi lo Spirito dica alle chiese.
L’identità di troppi cristiani è «liquida ». La vita consacrata, considerata per secoli la roccaforte della Chiesa, è in affanno. Don Maggioni propone come principale rimedio a questo stato di crisi generale il ritorno alle radici della sequela. L’identità di Gesù è alla base dell’identità del discepolo che, a sua volta, si riflette nell’identità del consacrato. «Nel percorso di questo libro il discepolato (e di conseguenza la vita consacrata) sembra restare in controluce, quasi in ombra. Ma non c’è luogo più luminoso dell’ombra di Gesù» (dal Capitolo primo).
Il vescovo di Como raccoglie, dalla sua lunga esperienza come formatore e pastore, i punti fondamentali concernenti l'essere uomo consacrato al servizio del Vangelo nella società di oggi. Un tempo si pensava che l'essere prete fosse un'altra cosa dall'essere uomo: la novità di questo libro sta nel legame forte, organico, tra l'essere pienamente e felicemente prete e l'essere pienamente uomo. In occasione dell’Anno sacerdotale, un testo che è in grado di stimolare la riflessione su una figura in evoluzione come quella del prete.
Il libro è uno studio storico-teologico sulla consacrazione secolare, cioè quel modo assunto da laici e laiche di vivere la fede in Cristo come «scelta di una dedizione totale a Dio vissuta nella città degli uomini, nella piena secolarità». L’autore svolge le proprie analisi facendo abbondante ricorso alla Scrittura e ai testi del Magistero. La spiritualità degli Istituti Secolari è interpretata dall’autore come «modo di vivere la verginità-celibato per il Regno, la povertà e l’obbedienza nel cuore della storia, nella condivisione della sorte comune degli uomini, vivendo le esigenze profonde e crocifiggenti della sequela di Cristo, senza segni distintivi, cioè senza manifestare apertamente la propria scelta se non attraverso una testimonianza di vita».
Questo libro presenta gli atti del convegno 2006 promosso – come ogni anno – dal prestigioso Istituto di Teologia della Vita Consacrata “Claretianum” di Roma. Così scrive il curatore, preside del “Claretianum”: «Quattro sono i gruppi generazionali che si possono distinguere oggi negli Istituti religiosi: la generazione dei giovani, quella situata tra i 30 e 40 anni, l’età matura e la generazione degli anziani. Il Convegno del Claretianum di questo anno ha avuto lo scopo di offrire una breve descrizione di ognuno di tali gruppi e soprattutto di invitarli all’interazione e alla complementarietà nel loro vivere insieme come consacrati per la missione».
Gli Autori
Don Paolo Giulietti, responsabile per la Pastorale Giovanile della CEI
P. Sante Bisignano, teologo
Sr. Pina del Core, psicologa
Sr. Elena Bosetti, biblista
P. Theo Jansen, storico della spiritualità
Fr. Kipoy Pombo, teologo
Sr. Giuseppina Alberghina, superiora generale
L’obiettivo di questo lavoro è quello di andare ad indagare in che modo i tre consigli evangelici (povertà, castità, obbedienza) interagiscono con l’identità personale del religioso o della religiosa.
La nostra personalità è un “guazzabuglio di tratti”, ma l’identità non pretende di mettere ordine, ma di dare armonia:
“Il dono di se stessi in una scelta di vita all’insegna dei tre consigli evangelici si armonizza in qualcosa di simile a un bel canto, se a cantare è realmente tutta la persona”.
L’opera è anzitutto destinata in prima battuta all’ambito monastico, a figure come il maestro dei novizi, i confessori, l’abate, tutti coloro che prestano un qualche servizio alla vita spirituale dei giovani professi. Il testo, schematico e non pedante, può essere letto anche da chi svolge un ruolo comunque formativo (catechista, animatore di gruppi parrocchiali) interessato ad approfondire queste tematiche. Il libro offre una serie di indicazioni teoriche e pratiche e, tenendo presente come riferimento la regola di san Benedetto, pesca nella tradizione cistercense, il cammino carmelitano e le scienze umane.