La ripresa ossessiva di induzioni banali, come sono quelle del senso comune, si pone di fronte ad una improbabile interpretazione dei fenomeni educativi che prescinde dalla considerazione del tempo. Invece, solo recuperando una capacità interpretativa proiettata su tempi lunghi possiamo elaborare modelli che diano ragione della crisi in atto e consentano di intravedere vie d'uscita. E tale crisi ha incominciato a manifestarsi con la contaminazione di elementi propri della cultura dell'educazione con altri assunti dalle attività produttive. Nessuno nega che da queste ultime sia dipesa in massima parte la trasformazione delle condizioni di vita nei paesi industrializzati, ma è anche indubbio che parte della ricchezza prodotta è stata utilizzata per creare un apparato valoriale, una vera e propria ideologia, volto all'assunzione di ruoli egemonici.
«Alla "educazione intellettualista" che non mette capo a nulla, si deve sostituire a poco a poco una "educazione integrale" che prende l'uomo tutto intero, la sua intelligenza, la sua volontà, la sua sensibilità». È questa l'idea pedagogica che Martin Stanislas Gillet (1875-1951), maestro generale dei frati predicatori domenicani dal 1929 al 1946, lascia scritta in una delle sue più importanti opere: Pedagogia e religione (1914). È questo un pensiero capace di aprire al problema che da sempre affligge la pedagogia: cosa occorre per bene educare? Attenendoci alla questione dell'insegnamento religioso e ripercorrendo teorie, metodi e prospettive appartenenti alla pedagogia cattolica di Gillet, si constaterà che, per "ben educare", bisognerà ispirarsi sia a questioni di carattere teorico, quindi ad un "ideale pedagogico" e ad una "realtà pedagogica", sia a questioni di carattere pratico, quali possedere un buon "metodo pedagogico" e avere un buon "educatore" che, come scrive san Tommaso, «causat scientiam in addiscente, reducendo ipsum de potentia in actum».
Con questo volume si mira a promuovere l'impiego delle tecnologie nella progettazione individualizzata in riscontro ai bisogni educativi speciali e in accordo con il modello bio-psico-sociale dell'ICF. Per agevolare la compilazione del nuovo piano educativo individualizzato (PEI) l'articolazione degli argomenti prevede un'organizzazione nelle quattro dimensioni del PEI con esempi, risorse e tabelle di rapida consultazione. L'apporto strumentale-tecnologico viene proposto come elemento facilitatore deputato alla rimozione delle barriere negli ambienti di apprendimento in ottica progettuale inclusiva.