Un testo ricco e prezioso che ci riporta all’essenza della meditazione che, come fa osservare l’Autore, non è patrimonio esclusivo dell’Oriente o dell’Occidente, ma è una risposta trasversale alla ricerca, propria della natura umana, di strumenti che possano metterci in contatto con il Divino. In questo libro viene ripercorsa la storia della via meditativa nella tradizione cristiana, sottolineandone i punti di contatto e le somiglianze con quella orientale. Axel Bayer non si limita, però, solo all’aspetto teorico, ma ci offre molte «indicazioni sulla pratica, sul rilassamento, sulla concentrazione, sul ruolo del maestro, sull’importanza della condivisione e, soprattutto, sulla centralità dell’abbandono. Tutti elementi che troviamo presenti nelle varie vie spirituali e che emergono dall’osservazione dell’animo umano, delle sue illusioni e dei suoi aneliti. Il linguaggio del nostro Autore nell’ultimo capitolo si fa più attento a noi, alle motivazioni e alle difficoltà della ricerca spirituale della donna e dell’uomo di oggi e ci incoraggia a metterci in cammino».
[DALLA PREFAZIONE DI ANTONIA TRONTI].
“Il problema di molti maestri o mistici cristiani è che illustrano gli effetti della preghiera, ma pochi si soffermano a spiegare come pregare […] Secondo me, il fatto che la meditazione orientale abbia attirato molti ricercatori dello spirito deriva proprio da questo: dal dare indicazioni chiare sulle tappe concrete da percorrere. P. Jalics, appunto, ha riempito questo vuoto. Il libro che ora avete tra le mani è il frutto di più di venti anni di esperienza di preghiera personale e di accompagnamento agli altri. In queste pagine, egli ci mostra il cammino della vita spirituale o contemplativa suddiviso in quattro tappe e inizia proprio da una esegesi dei vangeli, nei quali Gesù è presentato come maestro di preghiera. Da questa prospettiva, molti dei passaggi che ci sono familiari acquistano un nuovo significato. L’autore mostra con chiarezza che questo avanzare in quattro tappe implica una corrispondenza fra il modo di vivere e quello di pregare, in quanto la preghiera non è un’attività separata dalla vita, ma è una sintesi della vita stessa, un punto di arrivo e un punto di partenza, per poi tornare alla nostra quotidianità con più forza e più consapevolezza” (Javier Melloni Ribas)
"In veste di Piccolo Fratello di Charles de Foucauld, Giuseppe Morotti è vissuto per una lunga serie di anni in contatto diretto col mondo islamico e, in particolare, con quella che è la sua espressione più genuina e profonda, ossia la mistica sufi. Conosce a fondo la vasta produzione letteraria propria del Sufismo, ma è anche aggiornatissimo su tutto ciò che altri - ossia osservatori qualificati ma esterni all'Islam - hanno scritto o scrivono sull'argomento. Ciò che più conta ed attrae, però, è l'esperienza personale e diretta dell'Autore stesso, sia con riferimento all'Islam che al Sufismo. Esperienza vissuta nella quotidianità, ossia nel contatto laborioso e fraterno con le espressioni e con le persone più umili e semplici della vita reale. Non mi resta che raccomandare la lettura, ma anche la rilettura, di questo libro, che forse già avete tra le mani o che state per acquistare." (dalla Prefazione di Andrea Schnöller).
Facendo seguito al primo volume di Apprendere a meditare, dedicato al Corso base che illustrava La preghiera del cuore, il presente saggio, dedicato al Corso di approfondimento, porta l’ambizioso titolo In silenzio davanti a Dio. Lo scopo infatti è quello di spianare la via alla contemplazione o, se si vuole, all’esperienza mistica; ma, come si vedrà, una meta così ardua comporta un laborioso itinerario, che si snoda attraverso tappe successive [dall’Introduzione dell’Autore].
In un volume ricchissimo di notizie, esempi tratti da molteplici tradizioni, spunti di riflessione, indicazioni pratiche ed esercizi, che tengono conto anche del corpo come di uno strumento essenziale e imprescindibile, sia nella sua dinamica propriamente fisica, sia nell’elemento vitale per eccellenza che lo permea, il respiro, padre Antonio Gentili ci conduce per mano in quel «silenzio» dove si manifesta la presenza divina.
Che cosa hanno in comune la spiritualità cristiana e il Coaching? E in che cosa si distinguono? Tra i tanti titoli attribuiti a Gesù lungo la storia, è irriverente considerare anche quello di Life Coach ante litteram? C’è una dimensione spirituale nel Coaching moderno? Che cosa hanno da dirsi una tradizione millenaria come quella cristiana e un metodo utilizzato a partire dagli anni Novanta?
Di questi e di altri temi si parla in un coinvolgente dialogo tra un Coach professionista che si interessa di spiritualità e un monaco benedettino appassionato di Coaching.
La figura di Gesù emerge come icona dell’unico obiettivo che ogni attività umana dovrebbe avere: supportare efficacemente la persona nell’intraprendere un cammino di consapevolezza, cura di sé e realizzazione della propria vocazione nell’espressione del proprio potenziale.
Un colloquio stimolante che invita alla riflessione e che apre interessanti vie di azione e di relazioni facilitanti e felicitanti.
La meditazione è una via per raggiungere il proprio centro, le fondamenta del proprio essere, e rimanere lì immobili, in silenzio, vigili. Nella sua essenza, la meditazione è una via per imparare a diventare attenti, pienamente vivi e immobili. La via verso tale stato di veglia è il silenzio, l'immobilità. Questa è una grande sfida per chi vive nella nostra epoca, poiché la maggior parte di noi ha poca esperienza del silenzio, che può risultare molto minaccioso nella cultura in cui viviamo, dominata dalla tecnologia. Dovete abituarvi a quel silenzio. Ecco perché la via della meditazione consiste nell'imparare a recitare una parola interiormente, nel vostro cuore.
«La preghiera è il germoglio della mitezza e della calma. La preghiera è il germo- glio della gioia e della gratitudine. La preghiera è l’antidoto alla tristezza e allo scoraggiamento»: ecco i doni e i frutti dolcissimi che attendono chi prega.
In questo bellissimo testo, Evagrio Pontico ci invita a cogliere e gustare tali frutti, dando precise e fondamentali indicazioni per giungere alla preghiera vera e spi- rituale. I suoi capitoli, tuttavia, spaziano su numerosi argomenti: dalla lotta alle tentazioni all’allontanamento dei pensieri molesti o malvagi, dalla pratica delle virtù alla liberazione dalle passioni, dall’amore per Dio alla contemplazione di- vina, l’Autore dispensa consigli e istruzioni per un autentico e profondo itinerario spirituale, utili, tuttavia, anche a chi voglia semplicemente praticare un cammino meditativo e una vita «buona» per sé e per gli altri.
In questa edizione si è cercato di non appesantire l’opera con apparati di note e spiegazioni «tecniche», se non il minimo indispensabile per renderla più com- prensibile, ma si è scelto però di presentare anche il testo greco per coloro che fossero interessati a un approfondimento.
L'uomo viene al mondo senza libretto di istruzioni. Con il tempo, faticosamente, apprende una sua modalità di funzionamento, spesso squilibrata, in cui si identifica con ostinazione. Confonde le idee con i fatti. I desideri, i pre-concetti, i pre-giudizi non permettono di ascoltare quello che la vita propone. I semplici esercizi presentati in questo libro educano ad accogliere la realtà, senza nulla escludere, con cuore aperto, in piena presenza, a trovare la leggerezza di una mente attenta e cosciente, la gioia di vivere nel presente con pace interiore.
Quello che ci accingiamo a compiere con questo libro, [3] Gesù come via, è il passo conclusivo del Cammino della Santa Presenza, perché ci farà tornare alla dimora da cui siamo partiti all’inizio del viaggio, con la nostra incarnazione.
Chiameremo questa dimora la “terra dove scorrono latte e miele”, la terra a cui il Signore ha guidato Israele per mano di Mosè: la “terra” che il Signore ha preparato per i suoi figli.
Questo Cammino si articola su tre livelli: pregare, vegliare, amare. In questo libro ci occupiamo del terzo livello, l'amore.
Ricordiamo che nel nostro primo libro, [1] Il volo dell’aquila, abbiamo introdotto un percorso di preghiera molto ricco e vario, e nel secondo, [2] Il senso delle cose, abbiamo tracciato le linee per un percorso di discernimento spirituale basato sull’attenzione alle cose in cui siamo immersi.
Questo testo è quindi il terzo libro di una trilogia iniziata con IL CAMMINO DELLA SANTA PRESENZA. Il volo dell’aquila, e proseguita con IL CAMMINO DELLA SANTA PRESENZA. Il senso delle cose.
NOTE SULL'AUTORE
Pasquale Chiaro è il responsabile della rivista Appunti di Viaggio che, da oltre venti anni, si occupa di meditazione silenziosa, di preghiera, di dialogo interreligioso e di ricerca spirituale e delle Edizioni “Appunti di Viaggio” e “La parola”. In parallelo alla sua attività editoriale, Pasquale Chiaro da alcuni anni porta avanti un cammino di preghiera comunitario, di cui questi che stiamo pubblicando sono i testi base.
La preghiera è diventata oggi ancor più che una necessità, una vera urgenza, se non vogliamo essere risucchiati nella spirale di un attivismo sfrenato che ci svuota di noi stessi. Vi è in gioco la nostra salute non solo spirituale, ma anche fisica e psichica. Forti quindi della convinzione che, più che i trattati sulla preghiera, sono gli esempi e le testimonianze concrete a far breccia su di noi, nella prima parte di ognuno dei sedici incontri proposti ci lasciamo guidare dall'esperienza concreta di Gesù attraverso una riflessione a partire dai Vangeli. Nella seconda parte dell'incontro siamo invitati a vivere personalmente una breve esperienza di preghiera tenendo presente che, come ci ricordano i grandi oranti, "a pregare si impara pregando". In questa esperienza di preghiera personale cercheremo di coinvolgere non solo la nostra mente ma anche il nostro corpo. Nella terza parte dell'incontro proponiamo una sintesi della vita e della spiritualità di un mistico o di una mistica in grado di dare una conferma all'aspetto della vita di preghiera di volta in volta preso in considerazione. Ci rifacciamo ai mistici classici della tradizione cristiana ma anche a mistici più vicini a noi che costituiscono un vero tesoro di spiritualità, benché purtroppo ancora poco conosciuti.
Nata nel 1241 da una nobile famiglia tedesca, entrata in monastero all'età di sette anni, mistica, maestra del coro e direttrice spirituale di consacrati e laici, Matilde ci consegna un tesoro di elevatissima spiritualità, da cui trarre ancora oggi conforto, indicazioni di comportamento ed esempi di virtù. Con un linguaggio e uno stile vividissimi e ricchissimi, la santa ci introduce ai misteri celesti, invitandoci alla purezza del cuore, alla preghiera, all'unione con Dio.
Le pagine che seguono intendono offrire un itinerario meditativo di base, che propone anzitutto (cap. I). Cinque vie di preghiera profonda, attingendo a esperienze abituali nella pratica orante ma ripensate e rivissute all'insegna dell'interiorizzazione. L'interiorità è il vero banco di prova e tutte le modalità con le quali si esprime la preghiera vanno permeate da questa suprema esigenza, pena restare in superficie e rivelarsi inefficaci. A questo punto (cap. II) viene messa a fuoco La Preghiera del cuore secondo le diverse modalità che registra nell'Occidente latino, nell'Oriente cristiano e nelle altre tradizioni religiose e spirituali. Alla stessa stregua dell'uomo che cammina con due gambe, così la vita interiore accanto alla preghiera comporta L'ascesi (cap. III), e cioè l'insonne cura del proprio perfezionamento. Possiamo dire che se la preghiera sostiene l'ascesi, quest'ultima costituisce la controprova della sua autenticità e della sua efficacia. Come si è detto, l'approdo della vita secondo lo Spirito è l'incontro di amore tra l'umano e il divino che, nella visione cristiana, conduce all'abbraccio trinitario tra il Creatore e la creatura. Siamo giunti alla Contemplazione (cap. IV). A questo punto è possibile cogliere I frutti (cap. V) che maturano copiosi lungo un itinerario esaltante e altamente umanizzante, se è vero che l'uomo si realizza pienamente a patto di proiettarsi oltre se stesso.