Credere in Deum è espressione utilizzata da Tommaso d'Aquino per definire un aspetto della fede cristiana: l'amore e la tensione verso Dio inteso come fine e senso della fede. Secondo Tommaso, è l'amore per Dio - donato da Dio stesso - che porta ad affidarsi a lui e a credere quanto egli ha rivelato. La tesi di fondo di questo libro è che un legame così decisivo, che costituisce l'orizzonte entro il quale si spiega l'intera esperienza del credente, risulti orientamento e criterio anche per la sua indagine filosofica. Nella prima parte del libro questa tesi viene indagata attraverso la lettura di testi dell'Aquinate, nella convinzione che, nel panorama dell'attuale riflessione filosofica, molte delle intuizioni e delle argomentazioni tommasiane non risultino ancora evidenziate e valorizzate come meritano. La seconda parte è dedicata a confermare questa convinzione indagando la lettura - le convergenze e le divergenze, le comprensioni e i fraintendimenti - che di tali intuizioni e argomentazioni è stata offerta da alcuni filosofi del nostro tempo: Alvin Plantinga, Eleonore Stump, John Jenkins, Étienne Gilson, Emanuele Severino.
In questi ultimi anni si è manifestato un progressivo interesse teologico e pastorale verso la realtà della ministerialità della Chiesa ed è maturata una sensibilità particolare per il ministero ordinato del diacono. Tale interesse ha avuto nella riflessione conciliare e postconciliare la fase più qualificata di approfondimento, sviluppando una rinnovata attenzione verso il ruolo che il diacono ha nella Chiesa. Scopo del presente volume è quello di offrire una panoramica sullo sviluppo del ministero diaconale secondo la Sacra Scrittura, la Tradizione e il Magistero della Chiesa, cercando di evidenziarne le radici per comprenderne la specificità ministeriale e le potenzialità di sviluppo nella vita pastorale ecclesiale e nella società odierna. Prefazione di Sergio Ubbiali.