Il volume, dal carattere storico–canonistico, propone una disamina di tutti i pontefici che nel tempo hanno rinunciato liberamente alla massima carica della Chiesa, o che indirettamente sono stati costretti a farlo. In questo senso, degno di nota si rivela in particolare il confronto tra la rinuncia di papa Celestino V e quella di Benedetto XVI. L’opera riporta anche le traduzioni di due lettere, il decreto elettivo di papa Celestino e la lettera con cui il sacro collegio lo informava dell’avvenuta elezione. Spostandosi dal piano storico a quello giuridico–canonistico, lo studio si sofferma inoltre sulla genesi del canone 332, § 2 del Codex Iuris Canonici, il quale regola oggi la rinuncia al ministero petrino. In ultimo, vengono analizzati lo status e il titolo del papa rinunciatario.
Dal Cristo Risorto di Bassano Romano attribuito a Michelangelo Buonarroti un’analisi su ciò che ha rappresentato l’eterodossia della fede nel ’500 nel tessuto sociale italiano. Un percorso a partire dallo studio della situazione della Chiesa e della cristianità dalle origini medievali e rinascimentali che caratterizzò il panorama europeo e costituì la premessa essenziale alle spinte di riforma della Chiesa. Determinante fu la raffinata teologia e le riflessioni spirituali del teologo spagnolo Juan de Valdés che riaffiorano nella stesura del bellissimo libretto scritto a più mani dal monaco benedettino Benedetto Fontanini da Mantova e dall’umanista Marcantonio Flamini, intitolato Trattato utilissimo del beneficio di Gesù Christo. In apparenza un semplice testo di pietà popolare che fondava le vita morale sul “beneficio di Cristo” ovvero sulla grazia di Cristo concessa agli uomini. Fu particolarmente apprezzato dagli “spirituali” dell’Ecclesia Viterbiensis ed ebbe una grandissima diffusione e consenso in quanto offriva una risposta chiara alle questioni cruciali sollevate dalla Riforma protestante. Un’analisi che certamente non si esaurisce in questo studio e il testo del Beneficio di Christo arrivato a noi nell’unico esemplare custodito presso la St. John’s Library di Cambridge, ritorna protagonista a suscitare domande invitando a ulteriori approfondimenti e interpretazioni.
Il volume prende in esame il dialogo dell’autore con i gesuiti sul Santo (1905) di Antonio Fogazzaro. Contestualizzati il romanziere e la sua opera, vengono commentati gli articoli della «Civiltà Cattolica» sul Santo. Si scopre così che la confutazione del romanzo fu imposta da Pio X e che i gesuiti cercarono di squalificare Fogazzaro, ritenendolo ignorante in teologia e accusandolo di gravi errori. Il protagonista, Benedetto, venne descritto come un paranoico e Il Santo considerata un’opera funesta. Dopo questa ultradecennale polemica, i gesuiti (e la Chiesa) intendono ora, invece, riconsiderare il Fogazzaro alla luce delle idee innovative del Concilio Vaticano II, alcune delle quali erano presenti in nuce nel Santo.
Un'alternanza di poesia e prosa sulla varietà di gesti esemplari e simbolici compiuti da papa Giovanni Paolo II, un "rivoluzionario d'amore" che ha suggellato il percorso intellettuale e spirituale dell'autore.