Il mondo degli affari e il mondo della religione sono davvero distanti come qualcuno vuol far credere? Un originale e appassionato commento alla Vocazione di Matteo, dipinta dal Caravaggio per la chiesa romana di San Luigi dei Francesi (1599-1600), consente di approfondire una tematica anticonformista, nella convinzione che la chiamata vocazionale alla santità è davvero universale.Eduardo Camino è docente di Morale economica nella Pontificia Università della Santa Croce, a Roma. Avvocato, prima del dottorato in Teologia ha lavorato in Borsa per conto di una Merchant Bank internazionale (pp. 168).
Il libro prende avvio da una spietata diagnosi dell'epoca attuale, segnata in Occidente dalla «dimenticanza di Dio». «Ci ha colpito una segreta forma di incredulità. "Immersi nel mondo", impariamo ad avere comprensione per "quelli che pensano diversamente" e ci lasciamo anche - sottilmente o in maniera eclatante - influenzare da loro. Sparisce ogni sicurezza religiosa». La terapia che l'autore propone è di riscoprire il «volto» di Dio rileggendo con attenzione le Scritture per riflettere sui diversi modi della sua manifestazione: oscurità luminosa, emanuele o «Dio con noi», fuoco, potenza, parola, santità ecc. Naturalmente, resta centrale la figura di Cristo, la massima conoscibilità di Dio per noi, ma dev'essere compresa sullo sfondo dell'Antico Testamento, la cultura-ambiente da cui Gesù stesso ha tratto i termini-chiave da rielaborare nella sua predicazione. Inoltre, vengono tratteggiati i profili di persone di diverse epoche che possono affascinarci con la concretezza della loro testimonianza e farci comprendere che anche per noi, attraverso Gesù Cristo, Dio può diventare la sorgente di una nuova qualità di fede, poiché la loro vita è un segno autentico del fatto che Dio ha voluto rivelare se stesso agli uomini.
La vita spirituale si nutre di ogni parola rivelata e di ogni commento che la presenti mettendone in luce qualche risvolto non sufficientemente divulgato. Ma si ravviva e progredisce con scoperte personali che la rendono più ricca, più giovane, più bella. Molto dipende dall'idea che ci facciamo di Dio, ma Dio può sempre sorprenderci rivelandosi ben più luminoso e accessibile. L'Autore propone alcuni brevissimi saggi su aspetti della fede che richiedono maggiori chiarificazioni, come il peccato originale, la grazia, la spiritualità di comunione. Il titolo del libro, Luci divine, prende spunto proprio dalla possibilità di essere illuminati da nuove luci provenienti da Dio e capaci di cambiare il senso della nostra esistenza.
«Si nota in questi testi la dottrina, lo studio, la cultura, ma ancor più la conoscenza e la pratica pastorale di un sacerdote in grado di porgere con intelligenza e amore il pane della verità» (dalla Prefazione del card. Camillo Ruini). (pp. 384).
La religiosità di Ezra Pound (1885-1972) rimane un mistero fitto e largamente inesplorato.
I pochi studiosi che si sono cimentati nella ricerca hanno sottolineato gli elementi esoterici e neopagani presenti nell’infinito cantiere dei Cantos e nella saggistica del poeta statunitense.
Il pionieristico saggio di Andrea Colombo indaga, invece, il vivissimo interesse di Pound anche per il cattolicesimo e illustra i risvolti della sua estetica e del suo pensiero economico, spesso ispirati dalla dottrina sociale della Chiesa, dalla filosofia neoplatonica di Riccardo di San Vittore, di Scoto Eriugena e di Roberto Grossatesta, come da altri pensatori di età patristica e medioevale ingiustamente trascurati. In appendice vengono pubblicati per la prima volta alcuni testi poundiani, fra cui le lettere al diplomatico vaticano monsignor Pietro Pisani e al sacerdote di «Crociata Italica» don Tullio Calcagno.
«Il presente lavoro di Andrea Colombo completa coraggiosamente il mosaico con l’approfondita lettura di testi difficilmente accessibili» (dall’Introduzione di Mary de Rachewiltz).
L'AUTORE
Andrea Colombo vive a Milano, dove lavora come giornalista di Libero. Ha tradotto e curato varie opere di Ezra Pound e di G.K. Chesterton. È autore del saggio Curare l’anima. Itinerari dello spirito (Leonardo Mondadori).
Questo libro ripercorre la vita di Madre Teresa, al secolo Agnes Gonxhe Bojaxhiu, soffermandosi sui passaggi salienti sia della vocazione sia dell'opera delle Missionarie e dei Missionari della Carità a cui ha dato vita, per ispirazione divina. Con stile giornalistico rivivono in queste pagine gli incontri, le rivelazioni private e gli aneddoti più significativi, attingendo anche dagli scritti della Santa le riflessioni e i pensieri più folgoranti. Dopo il racconto dei miracoli che hanno permesso il riconoscimento della santità di Madre Teresa, ne completano il ritratto le parole con cui Giovanni Paolo II e Papa Francesco hanno accompagnato rispettivamente le cerimonie di beatificazione e di canonizzazione.
In questo undicesimo volume della collana «Manuali teologici di base» – che si propone di spiegare le questioni fondamentali della scienza teologica al vasto pubblico attraverso una divulgazione di qualità, al servizio di una conoscenza più profonda della fede cattolica – l’autore espone con estrema chiarezza i contenuti della Rivelazione e del Magistero sulla Vergine Maria, soffermandosi, in particolare, sull’opera corredentrice di Colei che è «Madre della Chiesa» e «Mediatrice di tutte le grazie». Nel testo sono inclusi gli insegnamenti di Giovanni Paolo II, che proprio nella Redemptoris Mater ha sottolineato l’aspetto della mediazione di Maria per tutti i beni dei suoi figli.
La vita di Cristo senza fantasie: a partire dai documenti storici per rivivere l'ambiente e i tempi in cui visse il Messia (pp. 568).
"Le vite dei santi hanno sempre un certo fascino e chi vi si avvicina non rimane mai deluso. Queste pagine, però, hanno qualcosa in più: nel racconto delle loro vite l'autore ci fa riflettere non soltanto su come ogni chiamata ha avuto delle ripercussioni nella società del proprio tempo, ma anche come l'esempio del santo è attuale anche per noi. Con l'acutezza e la precisione del professore di matematica, Joseph Grifone mette in relazione la fede del santo con un aspetto del mondo che viviamo: fede e ragione in Tommaso d'Aquino, fede e impegno nella società minacciata dal relativismo in Tommaso Moro, fede e cultura in Edith Stein, scienza e fede in Jerome Léjeune. Ciò che sorprende, leggendo queste pagine avvincenti, è il carattere attuale, contemporaneo direi, della figura di questi santi e del loro esempio. Nelle loro problematiche, nella fedeltà alla loro vocazione, possiamo scoprire i nostri problemi, le nostre sfide, i nostri compiti" (card. Robert Sarah).
Pubblicato in Francia nell'Anno della Fede, questo libro di Joseph Grifone è in piena continuità con l'esortazione apostolica "Gaudate et esultate" di Papa Francesco, nella quale si ricorda a tutti i cristiani la chiamata alla santità.
Gli antichi abitanti del Vicino Oriente pensavano che solo la benevolenza degli dèi potesse contrastare le oscure forze del caos, sempre in agguato, e assicurare la permanenza della vita e dell'ordine. La presenza del dio era quindi necessaria: egli doveva abitare fra gli uomini, avere una casa. Nella «casa» il dio veniva accudito, lavato-vestito-nutrito, oltre che venerato. Poteva uscire in visita o in processione, come nella solenne festa del Nuovo Anno a Babilonia, in cui la statua del dio Marduk, accompagnata dal figlio Nabu, seguita da tutti gli dèi venuti dalle «proprie» città e tenuta per mano dal re, lasciava la propria «casa», l'Esagil, per raggiungere la casa delle feste Akitu, sita fuori le mura. In tale modo, all'inizio della primavera, al risveglio della natura, si intendeva rinnovare ritualmente l'opera di creazione del dio. Il tempio era la «porta» con cui il cielo comunicava con la terra: attraverso di essa il dio scendeva a incontrare gli uomini. A loro volta, nel tempio, gli uomini entravano per elevarsi al dio. In esso nell'antico Egitto, quotidianamente, il Faraone, rappresentante di tutta l'umanità , offriva al dio il simbolo di Maat, personificazione della «norma», fondamento della vita cosmica e vita dello stesso Ra, ricreando ritualmente l'ordine prestabilito ed elevandosi quasi a identificarsi con l'essenza divina.
«Casa», «porta», luogo d'incontro: il tempio era chiamato dagli antichi egizi anche «Orizzonte». Dove cielo e terra sembrano unirsi. Quasi a visualizzare l'aspirazione perenne dello spirito umano, la sua irrinunciabile ricerca di una unità misteriosamente spezzata dalla colpa.
Una santa moderna, madre di famiglia, colta, attenta ai poveri e alla carità. Col motto "Unico fine la gloria di Dio" si spese per gli altri donando generosamente sé stessa e le proprie sostanze. La vita di Maria Biffi Levati, donna benestante monzese (1835-1905), è una storia di santità vissuta nell'ordinario. Rimasta vedova prematuramente, la protagonista di questo libro ha maturato la convinzione che non valga la pena preoccuparsi troppo dei beni di questa terra, che finiscono, ma che sia più utile - e umano anche - cercare il Regno di Dio, fin da ora, secondo l'invito di Gesù dell'amore al Padre dei Cieli e al prossimo. Nonostante fosse già madre di tre figli suoi, Maria, dopo la morte del marito, ha dilatato la propria maternità dedicandosi all'accoglienza e al soccorso dei poveri e dei malati della sua città. Un'azione di carità che, per l'incontro con il sacerdote, oggi beato, Luigi Talamoni (che divenne sua guida spirituale per 27 anni, fino alla morte, e fu il suo primo biografo), ha generato un'opera: la congregazione delle suore Misericordine presenti ormai su tutto il territorio nazionale e all'estero (nel Canton Ticino e in Africa). Maria Biffi Levati - sottolinea lo storico Edoardo Bressan - ha vissuto con la dolcezza e il sorriso, così come la sua vita spirituale appare serena e concreta, nella consapevolezza che la vera devozione è inseparabile dalla carità.
Questo libro mette in luce una «chiave di lettura» nuova e coinvolgente della vita comune del cristiano, la filiazione divina appunto, offrendo un testo così pratico da diventare un deposito, ricco e accessibile, per la meditazione personale (pp. 240).