Chi contesta la santità di Francesco d'Assisi? Nessuno, tantomeno l'autore di questo libro, il quale fa suo il giudizio dei modernisti: l'ortodossia delle credenze non ha nulla a che vedere con la santità. Nel Medioevo si faceva però gran caso all'ortodossia e, specie dopo Innocenzo III, si finiva sul rogo per un sospetto di eresia. Non sul rogo si finiva invece agli inizi del Novecento, ma sul libro nero di monsignor Benigni, sul quale per sospetto di modernismo finì anche Don Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Non è superfluo ricordare che il Concilio Vaticano II, indetto da quel grande papa, bandì il concetto stesso di eresia. Non con l'animus dell'Inquisitore, bensì con quello del ricercatore di verità, l'autore si mette sulle orme di san Francesco d'Assisi, ne spia le mosse, ne interroga le intenzioni e ne studia il pensiero e gli scritti, scoprendovi tracce evidenti della più bella e della più spirituale delle eresie: il catarismo. Ma chi erano questi Catari? L'ignaro lettore si rassicuri: essi non "baciavano il posteriore del gatto, credendo di vedervi uscire Lucifero", come affermava Alano da Lilla. Nessuno crede ormai a simili frottole, e grazie al Concilio Vaticano II sui Catari si è fatta finalmente giustizia. Essi sono presentati per quel che credevano di essere: veri cristiani. Da questo libro, che Pietro Prini ha definito "sconvolgente ma scientificamente ineccepibile", la figura di san Francesco esce ingigantita. Egli si rivela un sagace teologo.
Un percorso alla scoperta delle grandi conoscenze dei costruttori delle architetture sacre medievali, luogo di incontro tra cielo e terra, un penetrare insegnamenti iniziatici che sono nel cuore della spiritualità di culture diverse. Gli autori si sono trovati a sfogliare un libro di pietra che parla di geometria sacra, di misteri, di alchimia, lasciando all'intuizione di chi legge di andare oltre, alla ricerca di qualcosa di così straordinario da potersi solo accennare per essere colto da chi ha occhi per vedere. Nella chiesa costruita da Celestino V, dove si è svolto l'interrogatorio del processo ai Templari, dove i Cavalieri del Tempio sembrano aver lasciato tracce consistenti, si sta svelando un messaggio che coinvolge i luoghi sacri del pianeta, in particolare Chartres e Castel del Monte in Puglia, dove è stato affidato alla pietra il medesimo insegnamento per l'umanità pronta a coglierlo. Ora più che mai, dopo il sisma del 6 aprile 2009, la basilica è una porta tra dimensioni dove l'emozione prende voce e lascia tracce per sempre.
I monasteri esercitano oggi un fascino sorprendente. Dopo l'epoca della loro soppressione sembra diffondersi intorno a essi un crescente interesse che abbraccia ampi strati sociali. Le ragioni di questo interesse sono numerose e molto diverse perchè i monasteri hanno qualcosa da offrire a ognuno. Questo dizionario enciclopedico è il risultato di un processo di raccolta e di ricerca durato un decennio e colma una sensibile lacuna nella letteratura sul manachesimo, tentando per la prima volta di riunire in un libro una selezione di monasteri estesa a livello internazionale...
I frammenti superstiti su Pitagora (nato intorno al 570 a.C.) furono all'origine di un crescente complesso di leggende sul famoso saggio e sui suoi seguaci, la cui reputazione in tutta l'Antichità e nel Medioevo non è mai stata oggetto di uno studio sistematico. Questo libro esamina i concetti unitari di armonia, proporzione, forma e ordine attribuiti a Pitagora nel corso del millennio successivo alla sua morte, e gli importanti sviluppi da essi provocati nei campi dell'arte, dell'architettura, della matematica, dell'astronomia, della musica, della medicina, della morale, della religione, della legge, dell'alchimia e delle scienze occulte. In questo volume copiosamente illustrato, Christiane L. Joost-Gaugier descrive il panorama dell'influsso di Pitagora e di quei pensatori cristiani ed ebrei che seguirono le sue idee nel mondo greco, in quello romano, nel Cristianesimo antico e nel Medioevo. Joost-Gaugier dimostra come il Pitagorismo - centrato sul ricordo confuso di una singola persona che ha attraversato i secoli per divenire sempre più influente - abbia ispirato un nuovo linguaggio per artisti e architetti, consentendo loro di essere "moderni".
Venti secoli dopo, viene annunciato il ritorno di Giuda, e si sarebbe perfino scoperto il suo vangelo al Cairo, un papiro di sessantadue logli in dialetto copto. Ma Giuda era davvero scomparso? Sembrerebbe che, al contrario, sia continuamente tornato. Che si tratti del fantasma del nostro odio, o anche del nostro senso di colpa? Pierre-Emmanuel Danzai ci conduce in una straordinaria inchiesta storiografica, teologica e letteraria, alle origini del Cristianesimo e attraverso tutta l'Europa. Dai rari riferimenti del Nuovo Testamento, passando per la nutrita letteratura patristica o apocrifa, fino ai Giuda russi, orientali o yiddish. Non è possibile dimenticare Giuda. Leggende e miti di ogni sorta hanno inscritto il suicida traditore del Cristo nel nucleo più oscuro della nostra cultura, eroe, malgrado se stesso, del nostro odio più tenace. Egli appare in ogni colpevole, ma anche in tutti gli innocenti condannati, gli esclusi o i capri espiatori.
Chi è Giuda Iscariota? Uno Zelota, un uomo "pieno di zelo" per la casa di Dio, che vorrebbe alla fine veder instaurare il Suo regno sulla Terra promessa? Un uomo che si sente tradito da Gesù nelle sue speranze politiche? Alla luce dei Vangeli, dei testi apocrifi e in particolare di un codice copto che si dice essere il Vangelo di Giuda, il filosofo e teologo Jean-Yves Leloup ripercorre l'appassionante itinerario di quest'uomo disperato, dai primi slanci della sua conversione fino agli eventi che lo condussero al suo misfatto. Gesù e Giuda non rappresentano forse le due facce di un'unica Rivelazione? Con il personaggio di Giuda si pone la questione del male, del "male in persona" e del perché della sua esistenza. Non è forse egli come un'"ombra" che da maggiore risalto alla "luce del Bellissimo"? Al di là dei fatti storici, questo libro illustra il crudele dilemma che ogni uomo si trova ad affrontare quando è costretto a scegliere tra le esigenze della realtà e gli slanci del proprio cuore.
La prima, vera tappa della lunga storia dell'alchimia risale all'inizio dell'età del ferro, quando l'uomo, con l'aiuto del fuoco, riuscì a estrarre i metalli dai minerali grazie a metodi di fusione che padroneggiava perfettamente. In tal modo il fabbro, antenato dell'alchimista, divenne il "sacerdote" di una religione arcaica che è poi confluita nello sciamanesimo. Gradualmente, attraverso l'Egitto, la Grecia e il mondo arabo, l'archetipo alchemico si nutrì, nel bacino del Mediterraneo, del simbolismo degli universi religiosi che incontrò e che a sua volta fecondò per mezzo di apporti originali di notevole ricchezza. A lungo considerata come un insieme di fantasticherie del tutto prive di consistenza, l'alchimia è uscita dall'ambito del segreto grazie ad alcuni lavori universitari che hanno saputo metterne in luce il carattere profondamente originale. Storia delle scienze, storia delle religioni, psicologia e psicanalisi sono alcuni degli ambiti in cui essa oggi occupa un posto indiscutibile. In una società nella quale la ricerca del senso è più che mai una preoccupazione, è finalmente giunto il momento di vedere come e perché la via dell'alchimia cristiana, che rappresenta un cammino spirituale di grande originalità, può essere ricollegata al fatto religioso e, più specificamente, al Cristianesimo.
A seguito di una lettura, in occasione della visita a un museo o a una chiesa, dopo aver assistito a uno spettacolo e in numerose altre circostanze legate allo studio o allo svago, simboli concernenti il Cristianesimo si presentano allo sguardo e allo spirito. Questi segni hanno segnato profondamente la cultura mediterranea e occidentale. La loro comprensione è indispensabile per apprezzare appieno il nostro patrimonio artistico, intellettuale e spirituale, nonché per apprendere i valori filosofici e morali sui quali si fonda la società laica. Questo lessico raccoglie oltre 500 simboli d'origine evangelica e, più in generale, biblica. Spesso condivisi con altre civiltà, essi sono stati progressivamente sviluppati e arricchiti in modo specifico dalla tradizione paleocristiana, da quella medioevale, poi da quella moderna. Alcuni di questi simboli sono ancora in uso nelle Chiese. Altri, appartenenti alla storia, sono stati in parte dimenticati, anche se restano incisi nella pietra delle cattedrali, si ritrovano sui muri affrescati, sulle pergamene degli antifonari o nelle pagine dei libri, per esprimere un messaggio sui Misteri cristiani. Il volume guida alla comprensione del linguaggio simbolico, a volte complesso e contraddittorio, altre volte di un'assoluta limpidezza.
Maria, la madre di Gesù, occupa un posto unico nel Corano: è l'unica donna che viene chiamata per nome ed è detta: "eletta e purificata, eletta tra tutte le donne dell'universo". È citata più che nel Vangelo e, inoltre, Gesù viene sempre chiamato "'Isa, figlio di Maryam". Il Corano fonde in una sola persona il personaggio di Maria e quello di Miryam, la sorella di Mosè e di Aronne. Dousse rifiuta l'opinione cristiana che vede in questa confusione la prova della debolezza storica del testo coranico. Si dedica invece a una lettura strutturale del libro di riferimento dell'Islam per dimostrare come la sovrapposizione di Miryam e di Maria nell'unica figura di Maryam permetta al Corano di ripensare al rapporto tra Bibbia e Vangelo, non dal punto di vista storico, ma sub specie aeternitatis.
Maria Maddalena è stata un'invenzione delle più emancipate della storia evangelica. Compare in tutte le svolte cruciali della vita di Gesù. Si mostra e rivela; perfino troppo e troppo spesso, secondo i gusti degli evangelisti e dei primi apostoli, a cominciare da san Paolo, che cercherà incessantemente di farla dimenticare. Innalzata a figura della Chiesa, Maria Maddalena non perde nulla dei suoi "equivoci" e della sua "felice polisemia". È pietra di paragone di una certa pratica della fede, un modello. È un piccolo compendio di vita spirituale, un vademecum della conversione che ricorda che "le questioni relative alle origini e ai fini ultimi passano per la donna."
Ogni singolo elemento architettonico delle cattedrali gotiche può essere visto come una precisa risposta alle pressioni, non sempre favorevoli, dell'ambiente in continuo mutamento, dove tutto è legato a tutto e dove la notevole crescita della popolazione rurale, ad esempio, procede di pari passo con un aumento della produttività agricola ma pure con un progressivo restringimento dello spazio boschivo e con una drammatica penuria del bestiame. Il costruttore medievale deve rispondere a questa molteplice sfida ambientale, ideando sempre nuove soluzioni tecniche che gli permettano di economizzare il legname e di ridurre al minimo l'uso di opere provvisorie e di alleggerire al massimo la costruzione.
Richard Valantasis offre un commento del Vangelo di Tommaso, basato sulla lettura di testi copti e greci. Comprende un'introduzione generale che sintetizza il dibattito sorto tra gli studiosi precedenti e situa il Vangelo nel suo ambito storico e teologico, fornendo informazioni sulla cultura letteraria della tradizione giudaico-cristiana.