Il concetto di "filosofia" è estremamente ampio e complesso, ed è stato vissuto nei modi più svariati nel corso della lunga storia del pensiero occidentale. Thomas Hobbes fu uno di quei pensatori che, lungi dal rinchiudersi in un mondo cristallino e perfetto di pure idee, si sporcano le mani con la realtà, si gettano nell'arena della vita vera nel tentativo di migliorare, con proposte concrete, il mondo in cui vivono. Con questo intento Hobbes scrisse opere controverse, dibattute, sempre attuali. Non si arrogò mai il compito di spiegare che cosa l'uomo dovrebbe essere: al contrario, partì da un'analisi spregiudicata di ciò che l'uomo è, nel bene e nel male, e fu su tali premesse che costruì il suo modello di Stato. Questo volume si propone di mostrare l'influenza del grande filosofo sulla nascita dello Stato moderno occidentale come lo conosciamo oggi. Uno stato imperfetto, sul quale ancora tanto c'è da lavorare, ma che rappresenta la nostra storia e incarna i valori della nostra società.
L'autore, dirigente storico della Lega Nord, ripercorre la sua esperienza di leghista della prima ora, dai primi passi nel 1987, quando da semplice cittadino, decise di aderire alla "Lega lombarda", movimento politico che denunciava i mali di un assetto dello Stato italiano eccessivamente centralista e il malcostume della classe politica allora dominante. Dagli esordi di sapore carbonaro, ai successi elettorali, alla prima esperienza di Governo, è tutto un susseguirsi di episodi, raccontati in prima persona da chi li ha vissuti direttamente. È il racconto di una esperienza umana e politica di un normale cittadino che aderisce ad un grande progetto di cambiamento. Vi si possono trovare numerose analogie con la situazione politica del 2013, ma l'autore lascia al lettore lo sforzo di individuarle. La narrazione si ferma volutamente al 2001, poiché, secondo Castelli, inizia allora una fase nuova e totalmente diversa della Lega.
Questa pubblicazione dedicata alla canonica di San Salvatore di Barzanò nasce come dono dell'amministrazione comunale a tutte le famiglie della città. È dedicato al monumento più antico di Barzanò, fondato in epoca altomedievale. Raccoglie gli esiti della ricerca universitaria per la storia dell'arte e presenta le interpretazioni più aggiornate sull'evoluzione dell'edificio, grazie ai dati di elaborazione progettuale, di scavo archeologico e di cantiere dispiegati nel corso di ben dieci anni.
L'elegante volumetto ripropone la raccolta di liriche concepite e scritte a Pasturo dalla poetessa Antonia Pozzi, pubblicate postume per la prima volta nel 1954 e oggi arricchite con altre poesie e una serie di fotografie scattate dalla stessa Pozzi. Il coordinamento editoriale dell'opera è di Onorina Dino, custode dei manoscritti della poetessa e sua maggiore interprete. La raccolta è stata impreziosita da una cura particolare dei caratteri grafici e tipografici (progetto di Paolo Vallara), per una veste estetica essenziale ed elegante: alle liriche raccolte nelle pagine corrisponde così la poesia insita nell'oggetto-libro stesso.
Capire l'arte contemporanea? Un compito arduo. Per questo l'autore ha scelto di realizzare un vademecum che suggerisca al lettore una traccia da cui partire per la propria scoperta dell'Arte e degli Artisti. Un viaggio dalle origini della contemporaneità fra le opere, le storie, i movimenti dell'arte europea. Originale è la formula di presentare il libro senza riproduzioni, sottraendo il lettore al fascino e all'ammaliazione dell'immagine per costringerlo ad un'immersione più profonda e sincera nell'arte, alla scoperta dei luoghi nei quali viene custodita: i musei. Un viaggio moderno, che sfrutta appieno gli strumenti offerti oggi dal mondo del web.
Un libro per raccontare attraverso immagini e racconti il mondo dei bambini di ogni latitudine, sotto i cieli del pianeta, tra i banchi di scuola. Non un libro di denuncia, ma un'antologia di sguardi ed emozioni, un racconto che passa di bocca in bocca attraversando tutte le lingue del mondo. Ventisette grandi quadri per viaggiare tra i nomadi dell'Iran, nel cuore del Sahara, nelle escuelitas peruviane, all'ombra dei monasteri himalayani, in uno sperduto villaggio dell'Amazzonia, nella Cina degli anni Ottanta, nel Giappone contemporaneo e in tanti altri luoghi ancora. Il libro è un canto, un affresco dedicato ai bambini di tutto il mondo.
Dopo i cinquant'anni si comincia a fare qualche conto, a tirare una riga sotto gli addendi. Sì, i "conti" del titolo si riferiscono anche a questo. Ma soprattutto a quel "contare" che sta per "raccontare" e che ritroviamo nell'espressione "contarla su" (che in dialetto brianzolo suona "cüntàla söö"), che allude a quel gusto per la narrazione che un tempo si ritrovava tra i nostri genitori e i nostri nonni, quando d'inverno si raccoglievano nel tepore della stalla a raccontarsi storie e panzane. Storie ambientate a Briosco, il paese dell'autore, o in montagna (tra il Lambro e il Gran Zebrù appunto), alcune vere, altre che vivono di pura invenzione: tutte influenzate inevitabilmente dalle esperienze, dalle passioni, dai ricordi dell'autore.
Una ricerca che porta alla luce la Resistenza in Brianza nel suo complesso. L'autore ricostruisce con precisione storica eventi che possono essere citati come esempi di Resistenza "maggiore": le azioni del gappista Alberto Gabellini, gli attacchi al campo volo di Arcore, lo scontro sulla provinciale Como-Bergamo, fra Bulciago e Rovagnate, dove rimasero uccisi 35 partigiani della Brigata Puecher, aspetti e fatti ricoperti dalla polvere del tempo. Si legge nella presentazione di Raffaele Mantegazza, docente alla Università di Milano Bicocca: "È un libro di storie e di storia, che si costruisce mediando l'inevitabile dimensione affettiva con il rigore della ricostruzione storiografica, estraendo il discorso sulla Resistenza dalle secche della retorica e dell'emozione pura per immergerlo nel bagno del rigore scientifico senza però fargli perdere nulla della sua capacità di indignare il lettore".
Esiste una categoria di lavoratori molto fortunati, che trascorrono il tempo immersi nella bellezza e nella pace delle montagne. Sono i guardiani di dighe. Uno di loro si racconta: il panorama mozzafiato della valle, la bellezza cangiante del paesaggio, le notti buie d'inverno illuminate dalle stelle o dalla luna che fanno capolino nella stanza del guardiano, i lunghi turni sulla diga trascorsi scrivendo fiabe per i suoi bambini. Un racconto coinvolgente, trapuntato dai ricordi del passato: la dura lotta da alpinista sulle montagne più alte della terra, l'incontro con la popolazione degli sherpa, le rocambolesche avventure negli Stati Uniti d'America. Nel film "Il tempo si è fermato", di Ermanno Olmi, il guardiano della diga al Venerocolo diceva: "Tempo sereno, e la vita è bella!". Da allora sono passati sessant'anni, ma è quello che si può ancora dire ancora oggi dei guardiani. Perché la vita è bella quando il sereno è dentro. E lassù, che ci sia neve o pioggia, brilla sempre il sole.
Un libro in bilico tra realtà e fantasia, tra invenzione e autobiografia, tra dubbio e fede. Guido (lo stesso autore) e suo nonno Pietro affrontano insieme un viaggio tra luoghi reali e di fantasia, alla ricerca della propria identità. È un cammino di ricerca e formazione, lungo il quale il protagonista viene aiutato da due guide che lo porteranno, alla fine, a scoprire la verità di sé e su di sé.