Nel paese di Nod, a est de] giardino dell'Eden, dove la progenie di Caino andò a vivere secondo la leggenda biblica e che nel romanzo di John Steinbeck corrisponde simbolicamente alla valle percorsa dal fiume Salinas nella California settentrionale, si intrecciano le storie di due famiglie, gli Hamilton e i Trask. Protagonisti della saga, che va dalla Guerra civile alla Prima guerra mondiale, da una parte il vecchio Samuel Hamilton, immigrato dall'Irlanda; e, dall'altra, Cyrus Trask insieme ai figli Adam e Charles, e ai nipoti Aron e Caleb, gemelli nati dalla misteriosa Cathy Ames, reincarnazione di Eva e di Satana allo stesso tempo, emblema del male nel mondo, con il quale tutti nel corso della lunga vicenda devono misurarsi. Pubblicato negli Stati Uniti nel 1952 e ora riproposto nella nuova traduzione di Maria Baiocchi e Anna Tagliavini, "La valle dell'Eden" è il romanzo in cui Steinbeck ha creato i suoi personaggi più affascinanti e ha esplorato più a fondo i suoi temi ricorrenti: il mistero dell'identità, l'ineffabilità dell'amore e le conseguenze tragiche della mancanza d'affetto. Al tempo stesso saga famigliare e moderna trasposizione del mito, "La valle dell'Eden" è il capolavoro della maturità di Steinbeck, da cui nel 1955 Elia Kazan ha tratto l'omonimo film con James Dean. Introduzione di Luigi Sampietro.
Quando veniva invitato da prestigiose università statunitensi a tenere un discorso per la consegna dei diplomi, Kurt Vonnegut non diceva mai di no. Era ormai famoso, aveva scritto romanzi apprezzati in tutto il mondo, come Piano meccanico e Mattatoio n. 5, ma soprattutto era amato dai giovani, tanto quanto amava trovarsi in mezzo a loro. Per alcuni questi incontri erano l'occasione di sentire e vedere il loro idolo in carne e ossa, ad altri bastava ascoltarlo per innamorarsene lì?per lì. Quando siete felici, fateci caso raccoglie un'ampia selezione di testi scritti per queste occasioni: non vi troviamo massime di saggezza impartite da un vecchio guru a un pubblico in cerca di mistiche emozioni, ma un Vonnegut che pesca tra gli aneddoti, racconta qualche storiella, e soprattutto fa ridere. Con i suoi ragazzi lui parlava di tutto. Come tutti i grandi scrittori amava parlare anche di sé, ma questo non veniva al primo posto. Trovava interessante toccare, con spirito e leggerezza, argomenti ben più?importanti come lo stato del pianeta, per esempio, dei cui doni l'uomo continua ad abusare. Come scrive Dan Wakefield "non troverete bugie nei consigli di Vonnegut. È uno dei paladini della verità?nel nostro tempo." Un libro che ha toccato il cuore di molti lettori, da riscoprire in questa nuova edizione che comprende discorsi finora inediti in Italia.
Gus ha quattordici anni ed è autistico. Non guarda le persone negli occhi e saltella quando è felice, cioè quasi sempre. Quando scopre che Siri, l’assistente vocale di Apple, non solo sa reperire informazioni sulle sue varie ossessioni – treni, autobus, scale mobili, il meteo – ma può anche parlarne per ore senza mai spazientirsi, la elegge a sua migliore amica. Judith, la mamma di Gus, comincia a provare una profonda gratitudine per questa macchina premurosa dalla voce conciliante e dai modi affabili che la sottrae all’ennesima discussione sull’eventualità di tornado a Kansas City e che aiuta suo figlio a comunicare con il resto del mondo. A Siri con amore è il racconto divertente e onesto di cosa vuol dire vivere con un ragazzo fuori dall’ordinario: un ragazzo che non sa tirare la palla, abbottonarsi la camicia o usare il coltello, che a volte non sa cogliere la differenza tra realtà e fantasia, ma sa suonare Beethoven al pianoforte in maniera commovente, a cui basta andare da qualunque parte una volta sola per saper ritrovare la strada per il resto della sua vita, che a volte pensa che le macchine siano amiche, e non capisce bene cosa sia un amico in carne e ossa. Ma sente di averne, e ne vorrebbe sempre di più.
La storia di un'amicizia profonda tra due uomini, due braccianti stagionali in California che condividono un sogno. George Milton si occupa da sempre con ferma dolcezza di Lennie Small, un gigante con il cuore e la mente di un bambino. Il loro progetto, mentre vagano di ranch in ranch, è trovare un posto tutto per loro a Hill Country, dove la terra costa poco: un posto piccolo, giusto qualche acro da coltivare, e poi qualche pollo, maiali, conigli. Ma le loro speranze, come "i migliori progetti predisposti da uomini e topi" (è un verso di Burns), sono destinate a sbriciolarsi. Il ritratto di un'America soffocata dalla crisi e di un'umanità gretta e gelosa nella drammatica rappresentazione di un maestro della letteratura. Scritto nel 1937 e destinato a un pubblico di uomini semplici come George e Lennie, "Uomini e topi" è una breve storia ricca di dialoghi, un piccolo gioiello di scrittura, pensato da Steinbeck per essere messo in scena in teatro e al cinema: e così è successo, sul grande schermo e a Broadway. Ma "Uomini e topi" resta prima di tutto un romanzo indimenticabile. Questa edizione propone nella nuova traduzione di Michele Mari un racconto di impegno, solitudine, speranza e perdita che resta uno dei libri più letti e più amati della letteratura mondiale.
Perché si scrive? Per chi si scrive? In migliaia di lingue, in latitudini geografiche e tempi storici diversi, ''è la storia della condizione umana a tessere la trama che gli uomini raccontano instancabilmente agli uomini''. Per la prima volta in un unico volume sono qui raccolti i discorsi di accettazione del Premio Nobel per la letteratura pronunciati da quegli scrittori che hanno ritenuto, da un pulpito tanto vertiginoso, di privilegiare un sentimento di responsabilità verso il mondo, facendosi testimoni dell'irriducibilità dell'umano. Pagina dopo pagina tornano, ariose e vive, parole che oggi appaiono neglette o svuotate di significato: libertà, verità, impegno, uguaglianza, comunità, rivoluzione. Ci accorgiamo con stupore, pudore, nostalgia che erano possibili e commoventi, e ci chiediamo come sia accaduto che la tardiva fine delle ideologie abbia trascinato con sé, assieme ai regimi liberticidi che a esse si rifacevano, anche le aspirazioni di riscatto sociale, di progresso, democrazia, solidarietà e giustizia. Parole che da questo generoso levarsi di voci prendono corpo e assumono una fisionomia collettiva, per quanto fatta di mille differenze e punti di vista, giungendo alle domande essenziali che ci riconnettono agli infiniti esseri umani che hanno abitato, abitano e abiteranno questo pianeta.
Nel 1946 Churchill annunciò che una "cortina di ferro" era calata sull'Europa orientale. Già l'anno seguente poteva dirsi iniziata la Guerra fredda, che sarebbe durata più di quarant'anni. In quel clima lo scrittore Steinbeck e l'amico fotografo Robert Capa decisero di partire insieme per un viaggio alla scoperta di quel nemico così poco conosciuto. Ne emerse un resoconto onesto e privo di ideologia sulla vita quotidiana di un popolo che non poteva essere più lontano dall'American way of life. Le pagine del diario e le fotografie che raccontano la vita a Mosca, Kiev, Stalingrado e nella Georgia sono il distillato di un viaggio straordinario e un documento storico unico di un'epoca, salutato dal New York Times come "superbo".
Scritta nel 1891, pochi mesi prima della morte del suo autore e pubblicata postuma, "Billy Budd" è una storia di mare ambientata su una nave da guerra inglese alla fine del Settecento. William Budd, mozzo ventenne, ingiustamente accusato dal maestro d'armi Claggart, viene impiccato, ma rimarrà nella memoria degli altri marinai con la vivida forza dei martiri. Come sempre in Melville, la narrazione si spinge molto al di là dei semplici fatti, e la vicenda, potente e assoluta, si configura come simbolica rappresentazione di una condizione esistenziale in cui il bene e il male, il giusto e l'ingiusto hanno la stessa forza di realtà: la verità del racconto, che è anche quella della vita, accarezza la purezza della vittima innocente, l'austero rigore del capitano De Vere (che condanna Billy pur riconoscendolo senza colpa), ma anche la criminosa follia del mefistofelico Claggart. L'ampia introduzione di Claudio Gorlier chiarisce contenuti e simboli di questo racconto straordinariamente "moderno", e la magistrale traduzione di Eugenio Montale restituisce intatta a questo capolavoro la sua perfezione poetica.
Una raccolta di saggi narrativi per entrare nel mondo di una delle più grandi scrittrici americane, ancora sconosciuta in Italia. Annie Dillard ha trascorso la vita intera a esaminare il mondo intorno a lei con gli occhi bene aperti, assorbendo ogni cosa con voracità implacabile. Con uno spirito unico, una curiosità senza confini e una voce fiera e inconfondibile ha illuminato i momenti più ordinari dell'esistenza. Che sia osservando una sublime eclissi di luna o una falena consumata dalla fiamma di una candela, il tremolio delle ninfee sulla superficie di uno stagno o centinaia di merli dalle ali rosse in volo, la sua meraviglia di fronte alla fragilità del mondo naturale ispira gioia e struggimento... Prefazione di Geoff Dyer.
Pubblicato nel 1853, è tra i racconti più significativi dell’epoca moderna, considerato un precursore della letteratura esistenzialista e dell’assurdo. Lo scrivano, impiegato in un ufficio di Wall Street, senza un motivo apparente o dichiarato comincia a rifiutarsi di eseguire gli ordini impartiti. Rivendica l’ozio e il silenzio contro tutte le pressioni dell’utilitarismo americano, attraverso un’operosità silenziosa prima e poi un’inflessibilità totale nel sottomettersi agli ordini del padrone. La celebre frase “Preferirei di no” è diventata un motto della resistenza passiva. In questa raccolta Bartleby è accompagnato da una selezione di quattro storie tra le quali Il tavolo di melo, l’ultimo racconto di Herman Melville.
“Ciò di cui meno riuscivo a liberarmi era l’idea crudele che, qualunque cosa io avessi visto, Miles e Flora vedevano di più... cose terribili e inimmaginabili che sorgevano dai tremendi spazi che avevano condiviso in passato.” Flora e Miles sono due bambini orfani affidati alle cure di una giovane governante da uno zio che mette a disposizione una sontuosa dimora ma non vuole essere per nessun motivo coinvolto nelle loro esistenze. All’inizio il clima è idilliaco, ma pian piano emergono i fantasmi di servitori passati che sembrano possedere i bambini. La governante ingaggia una lotta disperata contro le presenze maligne mentre si fa strada nel lettore il dubbio che sia solo lei ad avvertirle. In questo romanzo breve del 1898 Henry James coniuga la tradizione del romanzo gotico con un’indagine psicologica finissima.
Viaggiare con Henry James in queste pagine è come prendersi una vacanza senza fretta in compagnia di un giovane amico brillante, dalla grande esperienza, con un'istruzione fuori dal comune. La nostra guida è un osservatore curioso di paesaggi, strade e chiese delle città che visita ma anche di gallerie d'arte o spettacoli e delle caratteristiche delle persone che incontra.
''In viaggio'' è un libro da leggere molto lentamente, per assorbire al meglio lo sguardo, le intuizioni e le riflessioni di un grandissimo scrittore. Ricca di fascino e critica pungente, questa raccolta inedita di appunti di viaggio ci restituisce un Henry James inconsueto, tutto da scoprire.
Che racconti del viaggio al Lago George, dei pomeriggi in visita alle mostre d'arte a Parigi o delle avventure in Toscana e a Roma, James delizierà i lettori con le sue osservazioni mai banali, capaci di suscitare in tutti la nostalgia di luoghi in cui non si è stati.
Tom Hanks ha cominciato a scrivere questa raccolta di racconti nel 2015. “Nel frattempo ho girato film a New York, Berlino, Budapest e Atlanta e ho sempre scritto mentre lavoravo. Ho scritto in albergo durante i tour di lancio dei film. Ho scritto in vacanza. Ho scritto sugli aerei, a casa, e nel mio studio. Quando ho potuto permettermi un impegno regolare ho scritto la mattina, dalle nove all’una.” A scatenarlo così la passione per le macchine per scrivere – le colleziona da tempo – che si è trasformata in passione per le storie sulle macchine per scrivere: Hanks ha anche creato un’app, Hanx Writer, che simula sul telefono o su un pad la scrittura e il suono di una macchina per scrivere e non dà la possibilità di correggere gli errori. In questi diciassette racconti la presenza dell’oggetto tanto amato è forte e chiara, sia per la vista che per l’udito. Che cos’hanno in comune una ragazza che non sa cosa fare di sé, un uomo anziano ricchissimo e annoiato, in cerca di emozioni da pagare a suon di milioni di dollari, un giocatore di bowling capace di compiere un’impresa incredibile, una guardinga neodivorziata che trasloca in un quartiere nuovo coi suoi due bambini, un immigrato sopravvissuto a una guerra alle prese con la ferocia e la solidarietà di New York? Una macchina per scrivere, appunto. Che ticchetta in sottofondo, segnando il passo di una prosa sicura e sfaccettata. “Ciascuna macchina per scrivere imprime nella carta una traccia permanente dell’immaginazione attraverso tasti, martelletti, stoffa e inchiostro: una versione più morbida dell’incidere le parole nella pietra.”