16 gennaio 2007: cinquantesimo anniversario della scomparsa del grande direttore d'orchestra In questa toccante e dettagliata ricostruzione Marchesi, benché innamorato di Toscanini e dunque incline all'indulgenza, dà voce a più testimoni per delineare con obiettività l'uomo che si celava dietro il grande mito. L'autore lascia ai fatti la libertà di contraddirsi, ma anche di raccontare la naturale cadenza della vita, senza fretta, senza risparmio di dettagli; egli dipinge con cura, all'inizio, i luoghi del giovane Toscanini, il temperamento generoso e passionale "d'oltretorrente", in una Parma post-unitaria dove ancora "la disciplina stava alla musica come l'uniforme al militare". Il resto è cronaca: il calendario puntuale di una leggenda artistica (incarichi, repertori, scelte interpretative, critica) e umana, riverberata nel mosaico di frammenti aneddotici, spesso proverbiali. Alle tracce del mito si affiancano poi quelle tecnologiche di nastri e dischi, cosicché il critico ed estimatore musicale contende la penna al biografo, e il grande quadro del trionfo toscaniniano si fa ancora più vivo e reale.
Prendendo le mosse da una serie di verbi (generare, vivere, tacere, ascoltare, amare...) nei quali si condensa il contenuto letterale e simbolico della Bibbia ebraica, privilegiando coraggiosamente la lettura dei libri biblici più trascurati e una prospettiva esegetica fuor d'ogni autorevolezza ma attenta ai valori femminili, Elena Loewenthal si concentra su alcune figure archetipiche che contrassegnano i luoghi cruciali del testo sacro. Eva, il serpente e l'inestricabile intreccio di colpa, conoscenza e morte; Sara e l'intervento divino nel concepimento di Isacco; il sacrificio della figlia di Iftach... Un approccio guidato da un contatto stretto con il testo ebraico, forte di una vicinanza appassionata e dal desiderio di condividere queste letture.
Paolo Budinich è l'unico italiano insignito della medaglia d'oro della TWAS (Third World Academy of Science) per ciò che ha compiuto per la cultura scientifica dei paesi in via di sviluppo. È uno di quei grandi personaggi che hanno fatto la storia italiana senza essere sotto la luce dei riflettori. Nel volume si racconta come, da allievo di W. Heisenberg, egli, nato a Lussino nel 1916, abbia contribuito con i suoi lavori alla storia della fisica italiana e come, con la sua capacità di sognatore realista, sia riuscito a realizzare il cosiddetto "sistema Trieste", coinvolgendo fattivamente il premio Nobel A. Salam e quei politici italiani che, negli anni '40 e '50, sapevano pensare con lungimiranza al futuro dell'Italia. A novembre il grande fisico compirà 90 anni e verrà organizzato in suo onore un importantissimo convegno dalla SISSA (Società Internazionale Superiore di Studi Avanzati) a cui, tra gli altri, parteciperà il Ministro della Ricerca Fabio Mussi.
Questo libro fa seguito al precedente Storia della bellezza. Apparentemente bellezza e bruttezza sono concetti che si implicano l'uno con l'altro, e di solito s'intende la bruttezza come l'opposto della bellezza, tanto che basterebbe definire la prima per sapere cosa sia l'altra. Ma le varie manifestazioni del brutto attraverso i secoli sono più ricche e imprevedibili di quanto comunemente si pensi. Ed ecco che sia i brani antologici che le straordinarie illustrazioni di questo libro ci fanno percorrere un itinerario sorprendente tra incubi, terrori e amori di quasi tremila anni, dove gli atti di ripulsa vanno di pari passo con toccanti moti di compassione, e al rifiuto della deformità si accompagnano estasi decadenti per le più seducenti violazioni di ogni canone classico.
Tra demoni, folli, orribili nemici e presenze perturbanti, tra abissi rivoltanti e difformità che sfiorano il sublime, freaks e morti viventi, si scopre una vena iconografica vastissima e spesso insospettata. Così che, incontrando via via su queste pagine brutto di natura, brutto spirituale, asimmetria, disarmonia, sfiguramento, in un succedersi di meschino, debole, vile, banale, casuale, arbitrario, rozzo, ripugnante, goffo, orrendo, insulso, nauseante, criminoso, spettrale, stregonesco, satanico, repellente, schifoso, sgradevole, grottesco, abominevole, odioso, indecente, immondo, sporco, osceno, spaventoso, abbietto, mostruoso, orripilante, laido, terribile, terrificante, tremendo, rivoltante, ripulsivo, disgustoso, nauseabondo, fetido, ignobile, sgraziato, spiacevole e indecente, il primo editore straniero che ha visto quest'opera ha esclamato: "Come è bella la bruttezza!"
Anziché sposare il figlio del re di un paese lontano, una bella principessa, ingannata dalla sua damigella, è costretta a fare la guardiana di oche. Ma il suo aspetto gentile non sfugge al vigile re. Una fiaba romantica, dai disegni delicati. Età di lettura: da 4 anni.
In questo volume vengono tradotti una serie di saggi scritti da Gadamer negli anni tardi della sua vita, tratti dall'ultimo volume "Gesammelte Werke". Il fondatore dell'ermeneutica propone il suo congedo confrontando il proprio progetto di pensiero, sempre attento alla tradizione filosofica classica greca e tedesca, con la sfida della mentalità scientifico-tecnologica e con le risposte, a suo giudizio insoddisfacenti, della filosofia analitica angloamericana e del decostruzionismo francese. Il volume si chiude con una serie di ritratti filosofici attinti dagli incontri che hanno scandito l'esistenza ultracentenaria dell'autore, ed è arricchito da apparati utili a orientarsi nell'intera produzione gadameriana.
Un lungo viaggio di oltre un secolo nella memoria delle generazioni, per mettere in luce le radici dell'Italia più contemporanea, l'identità morale, il pensare collettivo nella società e l'azione politica dai ceti dirigenti al popolo. Una mappa storica dei valori, delle passioni e dei conflitti degli italiani.
Quarant'anni dopo, gli archivi desecretati del Dipartimento di Stato e della CIA restituiscono un piccolo tesoro: la versione americana del fallito tentativo insurrezionale dell'argentino Ernesto "Che" Guevara in Bolivia. Un vero e proprio contro-diario scritto giorno per giorno da Washington e dall'ambasciata USA a La Paz nei caldi mesi del 1967, quando sembrava imminente l'esplodere di un "nuovo Vietnam" dal Rio Grande alla Terra del Fuoco. Le carte rivelano in tutta la sua drammaticità la fragile, contraddittoria politica dell'amministrazione Johnson nei confronti dell'America Latina, e completano il celebre Diario in Bolivia del Che, un cult mondiale della rivolta giovanile del 1968.
"Matthias Grünewald ci ha sempre attratto, soprattutto a partire da varie riflessioni fatte da scrittori, pensatori e teologi sull'Altare di lsenheim, che ci hanno illuminato più di quelle fatte dalla maggior parte degli storici dell'arte. In effetti il messaggio di tale pittore trascende l'ambito specifico della storia dell'arte, in quanto investe in maniera assai forte i due problemi di fondo dell'uomo: quello della sofferenza, quello della morte e del loro senso. Le soluzioni che egli presenta di questi problemi, sono quelle di un vero credente nel messaggio del cristianesimo, oltre che di un uomo impegnato a fondo nel portare aiuto a quelle persone sulle quali tali problemi pesavano in sommo grado, vale a dire ai lebbrosi dell'ospedale annesso al convento dei frati dell'Ordine di Sant'Antonio di Isenheim. Una interpretazione adeguata del messaggio comunicato con la creazione del grande Altare di Isenheim, che è un grandioso polittico articolato in forma di libro, non può basarsi solamente su criteri estetici e connessi con l'arte pittorica, e nemmeno può esaurirsi in ricerche che mirino a ricostruire il misterioso personaggio storico che sta sotto il nome di Grünewald." (dalla prefazione dell'autore)
Questo volume contiene: Introduzione (di Maria Corti); Cronologia; Parte prima: "Diceria dell'untore", "Museo d'ombre", "Argo il cieco", "L'uomo invaso", "Le menzogne della notte"; Parte seconda: "L'amaro miele"; Parte terza: "Cere perse", "Il malpensante", "La luce e il lutto"; Appendice: istruzioni per l'uso (di "Diceria dell'untore"), La panchina; Note ai testi; Fortuna critica; Bibliografia.
"Il libro si può leggere - secondo P. Di Stefano ("Corriere della Sera") come un appassionato romanzo della cultura italiana del secondo Novecento, ricco di tic e di bizzarrie, di notizie e di storie. Una miscela ben sintetizzata sin dall'ossimoro del titolo." Maria Corti, scrittrice e storica della lingua, definita da Giorgio Petrocchi il "Perry Mason della letteratura", si racconta e racconta a Cristina Nesi i suoi amici poeti e scrittori tra "classici" e avanguardia (Montale, Gadda, Bilenchi, Manganelli, Porta...), le battaglie culturali degli anni Sessanta e Settanta, la creazione del Fondo Manoscritti di Autori Moderni e Contemporanei a Pavia, gli incontri nei caffè o nelle case editrici milanesi e l'impegno nella scrittura.