Konrad Lorenz è stato il fondatore dell'etologia. Scienziato eminente, insieme al suo amico e collaboratore Niko Timergen, ha avuto il merito di formulare una definizione rigorosa, anche se oggi un po' superata, dell'istinto, e si è trasformato, nel corso del tempo, in un ecologista che ammoniva gli uomini a rendersi conto dei propri peccati capitali di lesa natura, al fine di superare quell'emergenza ambientale che minaccia non solo gli animali, ma la nostra stessa specie. Ha inoltre contribuito ad accrescere la sensibilità verso i nostri piccoli e grandi compagni di viaggio sul pianeta, divulgando tutte le loro straordinarie abitudini di vita.
Giuliano Procacci studia i vari aspetta della storia contemporanea, rivolgendosi a quell'episodio, ossia alla disfida di Barletta, con la curiosità e la passione per le fonti che lo hanno aiutato a narrare i grandi eventi. Procacci ha così scoperto che la disfida di Barletta non andò proprio così come la si conosce e che di disfide ce ne furono più di una, in secoli diversi. E' stato uno di quegli episodi della storia che servono alla politica, al patriottismo e anche alla letteratura, e che vanno quindi raccontati nuovamente.
L'autore, psicoanalista puro, si dedica da anni alla pratica con soggetti tossicodipendenti trattati in istituzione. Le terapie proposte si dividono tra modelli comunitari fondati sul lavoro pratico-manuale e percorsi misti, dove accanto alla disciplina del lavoro viene offerto un aiuto psicologico attraverso equipe di orientamento eterogeneo, formate da educatori e psicologi.
Tutta la storia è una specie di aurora ripetuta ma non compiuta, dischiusa al futuro. Questa è la tesi che attraversa il libro della filosofa spagnola. Una riflessione sulla storia umana (sulla sua tragicità spezzata da qualche spiraglio di speranza) e sulle possibilità della democrazia di rappresentare davvero la medicina contro quel "grande peccato di tutti noi" che è l'assolutismo, che nasce dal fatto che le persone si sognano illimitatamente volenti e potenti.
Marshall McLuhan (1911-1980) è universalmente conosciuto come colui che ha esplorato il modo in cui i nuovi media elettrici riconfigurano il nostro ambiente e condizionano, spesso in modo inconscio, la psiche umana. Pochi ricordano che McLuhan, considerato il guru, l'oracolo dei media, è stato prima di tutto professore di letteratura inglese, lettore appassionato, estimatore della tradizione classica e attento studioso dei grandi autori del modernismo angloamericano: Ezra Pound, Wyndham Lewis, Thomas S. Eliot e, soprattutto, James Joyce. Proprio la tradizione umanistica è il filo rosso che sottende e collega tutta la produzione di McLuhan.
In questo volume, considerato ormai un classico e ora riproposto con l'aggiunta di un lungo saggio, l'autore dà un'interpretazione originale della letteratura del Seicento, rintracciando nelle nuova visione della realtà che nel secolo XVII si afferma sotto il segno dell'instabilità, dell'inquietudine e dell'incertezza alcune radici del gusto e della sensibilità contemporanei. Egli contrappone il Barocco al Classicismo e lo distingue dal Romanticismo, per la sua capacità di conservare il suo carattere di fenomeno intellettuale che va al di là delle regole troppo statiche, fondandosi sulla ricerca della "meraviglia". La seconda parte del volume ripercorre le tappe che hanno contraddistinto la definizion e le varie interpretazioni del termine "Barocco.
E' possibile ridurre una teoria scientifica a un'altra teoria scientifica o, più in generale, una scienza a un'altra scienza, per esempio la biologia alla chimica, o la chimica alla fisica? E' possibile spiegare compiutamente la stratificazione del reale in più livelli - particelle, atomi, molecole, cellule, organismi viventi pluricellulari, sistemi sociali - deducendo le leggi dei livelli più complessi da quelli dei livelli più semplici? Quanto problematiche siano le risposte a queste domande lo attestano le categorie interpretative, come quelle di "riduzione","sopravvivenza", "emergenza" e "olismo", discusse da scienziati e filosofi nel corso del Novecento con il fine di analizzare significato e limiti del riduzionismo.
Una grande storia della fotografia: dalla xilografia alla fotoxilografia, dalla calcografia alla fotocalcografia, dalla litografia alla fotolitografia, fino alla matrice fotografica. Un'affascinante storia alternativa della cultura e della società degli ultimi centocinquant'anni. Il libro è arricchito da tre grosse appendici: un dizionario con 500 termini fotografici, molti dei quali ormai usciti dall'uso e dimenticati; un inventario con 1500 opere sulla fotografia pubblicate nell'Ottocento; la bibliografia di 200 titoli di saggi e foto-libri scelti tra i più significativi del secolo.
Questo libro è un'analisi del modo in cui noi veniamo a conoscenza del mondo e lo descriviamo. Nelle sue pagine vengono esaminati un'abitudine, un pregiudizio e una constatazione. Ecco l'abitudine: gli esseri umani tendono a descrivere il proprio ambiente dicendo che esso è formato da cose corporee. D'altra parte, le descrizioni di questo tipo sono possibili solo in quanto possiamo usare un linguaggio fatto di fonemi, parole, gesti ecc. E qui si innesta il pregiudizio. Esso consiste nel credere che il linguaggio sia un veicolo grazie al quale si catturano idee e significati. La constatazione è, infine, la sensazione che abbiamo nell'esplorare l'ambiente e le descrizioni di quest'ultimo.