Factual, reality, makeover: come cerchi concentrici questi tre termini designano dal generale al particolare alcuni dei contenuti più seguiti della televisione di oggi. Oltre a raccontare una trasformazione più o meno spettacolare, programmi come "Extreme makeover: home edition" o "Ma come ti vesti?" cercano soluzioni a problemi pratici e personali in ogni sfera dell'esperienza umana: cucina, fai da te, giardinaggio, moda e trucco, auto e animali domestici, rapporti genitori-figli. Allo stesso tempo, questi show scavano nelle paure e nelle manie della contemporaneità, diventando racconto collettivo della dialettica tra insoddisfazione e autoaccettazione, tra consegna alle cure dell'esperto e fiducia nelle proprie capacità. Questo volume esplora, secondo diverse prospettive teoriche e con un approccio multidisciplinare, il ruolo dei programmi di lifestyle e makeover nel racconto televisivo di oggi.
Poche opere, al pari del Saggio sull'intelletto umano, hanno contribuito a plasmare l'atteggiamento e la cultura della modernità con altrettanta pervasiva influenza. D'altra parte, l'affermarsi del pensiero di Locke deve moltissimo allo stile discorsivo del Saggio, all'uso figurato del linguaggio, alla concretezza dei concetti e soprattutto all'attenzione privilegiata nei confronti del lettore comune. Una vera e propria educazione del lettore viene sviluppata nelle pagine introduttive dell'opera, in quella zona liminale in cui l'autore si rivolge direttamente al suo "Reader". Questo libro si sofferma sull'analisi del paratesto lockiano in un'ottica che media tra filosofia e letteratura, tra retorica della scienza e pragmatica della comunicazione letteraria. L'intento è quello di ricostruire i percorsi attraverso cui Locke guida il lettore verso nuovi stili di ragionamento e di pensiero; o in altri termini, si tratta di illuminare i modi in cui viene proposta un'esperienza di esplorazione e di scoperta, che coinvolge non soltanto la dimensione conoscitiva. Poiché, come si legge nell'Epistola al lettore, "ha scarsa familiarità con l'argomento di questo trattato chi non sa che l'intelletto, essendo la facoltà più elevata dell'anima, è anche quella che viene adoperata con il più intenso e costante godimento".
"Salvare la memoria vuol dire mettere ordine nella propria vita, anche per scoprire che l'ordine è impossibile. Inutile dunque? Non credo, perché raccontando tanti anni dello spettacolo italiano resta prova di un tempo difficile e aspro, dove però c'era spazio per la speranza. Uno spazio che si è molto ristretto. Togliere respiro allo spettacolo vuol dire levare lo specchio alla società e renderci tutti ciechi rispetto a noi stessi. Tocca ai giovani riaprire gli occhi, questo libro è per loro, che siano meglio di noi e ricomincino a combattere. Che dio ve la mandi buona!" (Giovanni Arnone)
Quali sono gli indici dello stile "moderno" nel cinema e nell'audiovisivo? Quali sono i contesti critici che su questo stile hanno lavorato e quali ne sono le implicazioni più profonde sul piano teorico? È utile oggi interrogare le pratiche del cinema internazionale e delle sue estensioni (dall'elettronica al digitale, fino alle forme ipertestuali e interattive legate a Internet e al Web) con gli strumenti che una teoria dello stile moderno può offrire? Coniugando insieme teoria del cinema e analisi testuale, questo libro intende contribuire a rispondere a queste domande e a costruire modelli interpretativi adeguati alla dimensione planetaria e comunicativa del cinema contemporaneo.
Con "Visual Pleasure and Narrative Cinema" (1975) Laura Mulvey non solo ha dato avvio alla Feminist Film Theory, ma si è assicurata un posto in prima fila nel pantheon della teoria moderna del cinema. Questo contributo, al tempo stesso militante e teoricamente sofisticato, è probabilmente l'intervento più citato degli ultimi decenni negli studi di lingua inglese. Il volume raccoglie una serie di saggi sulle diverse aree di ricerca in cui si è mossa Mulvey per dar conto dell'evoluzione dei suoi percorsi interpretativi. Se da un lato gli interessi iniziali sono rimasti, l'interpretazione psicoanalitica, la teoria dell'immagine, le dinamiche del piacere e della spettatorialità, l'analisi del film hollywoodiano classico, con il tempo altre aree di ricerca sono emerse o si sono consolidate. Negli ultimi anni, infatti, la studiosa inglese ha riflettuto in particolare sul cinema moderno, da Welles e Rossellini a Kiarostami, e sul nuovo statuto del cinema e della spettatorialità nel mutato panorama mediale.