Dopo la crisi energetica degli anni '70 si sono resi visibili i caratteri di un nuovo capitalismo, un capitalismo finanziario, e le mutazioni profonde che esso apporta alla vita collettiva sul piano antropologico ma anche nel contesto delle relazioni sociali, della società politica e dei valori della cultura. Nella sua nuova trasformazione il capitalismo dimostra ancora una volta di essere "la più grande forza della nostra vita moderna" (Max Weber) e di saper gestire le forme della società orientandola verso un razionalismo sempre più astratto che fonda il senso della vita collettiva sull'economicismo e sulla sola funzione ordinatrice del denaro, confondendo così il mezzo con il fine. Siamo arrivati perciò ad un "capitalismo estremo" (Alain Touraine), ridotto al puro "spirito acquisitivo", ad una "brama smoderata di guadagno", la quale, come scrive Weber, "non è affatto identica col capitalismo e tanto meno corrisponde allo spirito di questo". Allo sviluppo storico, visto nell'ottica dell'economia, viene data come finalità la creazione di un "mondo unico" e l'ordinamento di una società globale, un processo che potrebbe portare alla "fine della storia" oppure alla fine del capitalismo in quanto esso produce la perdita di alcuni elementi fondanti della società. Questo libro vuole presentare alcuni tratti di questa realtà in trasformazione.
Il manuale, in questa seconda edizione ampliata e riveduta, rappresenta un'introduzione alla riflessione scientifica sulla lingua tedesca nei suoi principali livelli di analisi: fonetica/fonologia, morfologia, sintassi, semantica, pragmatica, testo. Nuovi sono un capitolo sulla variazione (socio)linguistica e una guida di avviamento al lavoro scientifico. Gli esercizi sono ora corredati di soluzioni e la bibliografia è stata arricchita e aggiornata. Il manuale non presuppone approfondite conoscenze del tedesco né particolari nozioni di linguistica. Destinato agli studenti universitari principianti e progrediti, il volume è concepito principalmente per lo studio a livello di laurea triennale. In più, offre strumenti utili per approfondimenti in sede di laurea specialistica.
"I Simpson" sono ormai un monumento della cultura popolare, oltre che fondamentali testimoni della stessa, avendone documentato l'evoluzione dalla fine degli anni Ottanta ad oggi... L'inesauribile appetito di Homer e del suo ventre ipertrofico è la metafora più evidente, e divertente, dell'essenza stessa de "I Simpson": la sua implacabile fame di cibo spazzatura, birra e consumo riecheggia la natura culturalmente onnivora ed insaziabile della serie nel suo complesso. Partendo da questo assunto il volume analizza le vicende dei gialli con un approccio multidisciplinare, assolutamente originale nell'ambito editoriale italiano, e semanticamente coerente con la natura postmoderna della serie. Come "I Simpson" hanno saputo trovare ispirazione in linguaggi e domini culturali ritenuti distanti da quelli che tipicamente alimentano l'immaginario dei cartoni animati, così il volume intende studiarne i molteplici livelli di lettura da ambiti disciplinari dai quali non è consueto approcciarsi all'analisi di un prodotto televisivo. Accanto a saggi più classicamente massmediologici (analisi narratologica, dell'audience, della figura di Marge e Lisa Simpson nella prospettiva dei gender studies...), sono quindi presenti saggi che analizzano la serie da prospettive inconsuete: l'architettura, la rappresentazione dei modelli di consumo, la traduttologia, la psicologia dell'espressione delle emozioni primarie...
Oltre ad essere stato uno dei maggior registi italiani - premio Oscar a Hollywood, Palma d'oro a Cannes - Elio Petri ha partecipato al dibattito culturale che ha attraversato l'Italia dal dopoguerra agli anni Ottanta. In questa raccolta sono riuniti dei testi apparsi in riviste oggi difficilmente reperibili, quali "Città aperta" o "Nuova Cucina", nonché riviste di cinema più conosciute come "Cinema 60", "Cineforum", "Bianco e Nero". Altri testi su Sciascia o su Todo modo pubblicati in Francia sono inediti in italiano. Scritto per l'ufficio stampa della Rai, il saggio sull'adattamento di Le mani sporche di Sartre è stato finora dimenticato. Sono riproposti anche alcuni testi di critica d'arte e una lunga confessione a pochi mesi dalla morte. Petri amava l'analisi sottile, sviluppata attraverso il confronto con altri intellettuali. Per il suo scrivere chiaro e preciso, che utilizzava concetti e osservazioni concrete, riferimenti cinematografici e spunti ricavati dalla letteratura, dalla filosofia o dalla psicoanalisi, leggerlo è un piacere. Dotato di un umorismo graffiante. Sapeva andare all'essenziale. Petri era un autodidatta che aveva interrotto gli studi prima di conseguire la maturità. Si era costruito intellettualmente grazie ad intense letture, così come non aveva mai frequentato una scuola di cinema e si era formato vedendo molti film. Protagonista del cinema italiano, lo è stato anche della vita intellettuale italiana, fedele ad un'idea della cultura legata alla lotta politica.