Al giorno d'oggi anche la storia e la politica avrebbero bisogno di una somministrazione di sana dimenticanza. Per mettere in luce i danni che derivano da un'interpretazione del passato troppo legata a idee preconcette, Paolo Mieli, con la chiarezza del grande divulgatore e l'accuratezza dello storico, analizza decine di eventi ed episodi del nostro passato, dalla storia antica fino a temi moderni come le origini della mafia, l'eredità del fascismo italiano e del nazismo tedesco, il non detto che segna il racconto della Resistenza e il discorso pubblico del nostro presente, tra virus, pandemie, ipotesi cospirazioniste. Secondo Mieli, infatti, la terapia a base di oblio è necessaria, dato che "gli storici avrebbero dovuto far argine in qualche modo al dilagare della memoria". Perché "quando si hanno idee forti sul presente, è pressoché inevitabile che quelle idee si impongano sulle interpretazioni del passato." Eppure, dobbiamo fare di tutto per evitarlo.
Questo libro prende le mosse dalla frase pronunciata da Mario Draghi a Londra nel luglio 2012, nel momento più drammatico della crisi dell'Eurozona: "Whatever it takes". Con questa frase il governatore annunciava che la BCE avrebbe fatto "tutto il necessario" per proteggere la moneta unica, in un momento in cui il debito pubblico di Italia, Grecia, Spagna e Portogallo rischiava di affossare l'intero progetto europeo, nel corso di una crisi globale paragonabile solo a quella del 1929. E così è stato: grazie alla politica portata avanti dalla BCE sotto la sua direzione, Draghi può essere considerato a buon diritto l'artefice della salvezza della moneta unica. Nato dalla collaborazione di due autorevoli giornalisti economici e basato su una lunga serie di incontri e interviste con molte delle figure più importanti dell'economia e della finanza internazionale, questo libro traccia un ritratto esaustivo di Mario Draghi, con una particolare attenzione ai rapporti con l'Italia, al tema cruciale della vigilanza bancaria e al futuro dell'Unione e della BCE.
“Gli italiani si trovano davanti a sfide nuove. Dovranno ridefinire il senso del loro stare insieme come nazione davanti a fenomeni giganteschi ed epocali. Ci troviamo di fronte a un grande movimento storico che non dobbiamo subire ma di cui dobbiamo essere protagonisti attivi. E voi, ragazzi nati con il crollo del Muro di Berlino, dovrete essere in prima fila.”
La caduta del Muro di Berlino ha cambiato la vita degli europei, a Est come a Ovest. Nel ventesimo anniversario, Gianfranco Fini prende spunto da quell’evento epocale per analizzare i radicali cambiamenti che il mondo ha vissuto negli ultimi anni e puntare lo sguardo su un futuro ancora da costruire. Crollate le barriere e venute meno le grandi opposizioni ideologiche, è finalmente diventato possibile lavorare per una nuova libertà, piena e allargata: risultato cui si può puntare solo affrancandosi dalla pesante eredità delle vecchie ideologie, per interpretare il mondo secondo codici nuovi, trovando punti di vista originali. È proprio per questo che il presidente della Camera si rivolge, qui, ai ventenni di oggi, la prima generazione di italiani ed europei ad aver vissuto davvero in un’epoca di libertà, democrazia e possibilità. Sono loro che, alleati in un nuovo patto generazionale con i loro padri e fratelli maggiori, hanno il compito di raccogliere le sfide da vincere: perché la libertà possa essere un bene sempre più esteso e diffuso. Sfide che coincidono con i temi caldi del dibattito politico attuale: dalla questione sociale all’immigrazione e alla coesione nazionale; dalla crescita dell’Unione europea alla necessità di mettere di nuovo la persona al centro dei processi economici e politici. Per ognuno di questi temi Fini propone idee e spunti di riflessione che, proprio perché liberi dai vincoli di ideologie arroccate e passatiste, suscitano ogni giorno appassionati dibattiti.