Se non si è matti non si può..., davvero l'amore deve essere senza misura per essere vero. Solo chi ama rimane nel cuore dell'uomo e nel cuore di Dio. Il missionario non è altro che un uomo, una donna innamorato/a. Il missionario sa che la sua vita ha senso solo se donata. Una vita donata non è mai persa, è una vita riuscita, una vita piena, una vita colorata.
...cosa rimane oggi dell’uomo, del giornalista, del Vescovo Alessandro Maggiolini? Come rintracciare un filo conduttore nelle sue provocazioni che delineavano la fine della nostra cristianità e al tempo stesso indicava la speranza cristiana come inesauribile e affidabile prospettiva? Un libro di grande attualità dove, al di là delle idee di Alessandro Maggiolini, emerge una delle più grandi personalità del politically correct...
I Frammenti lirici, indiscusso capolavoro poetico di Clemente Rebora, sono dedicati «ai primi dieci anni del secolo ventesimo». Anni di sconvolgimenti epocali non meno profondi di quelli attuali. La seconda parte di quel cruciale decennio Rebora – giovane rampollo della borghesia milanese laica mazziniana e progressista – la dedicò agli studi letterari all’università, dove strinse un fortissimo legame di amicizia con Daria Malaguzzi Valeri, Antonio Banfi e Claudio Monteverdi (questi ultimi futuri prestigiosi accademici).
Ci sono rimaste un’ottantina di lettere a questi amici; in esse Rebora racconta – con linguaggio di grande potenza espressiva e di frequenti striature poetiche – la propria ricerca di certezze, valori,
ideali che andassero al di là di quelli, pur rispettati, ricevuti in famiglia. In lui bruciava il desiderio di uscire da orizzonti prevedibili e circoscritti, tanto quanto agognava abbandonare l’asfissia cittadina per respirare la vastità degli spazi alpini. Nel presente libro vengono pubblicate queste lettere fino ad oggi inedite.
C'è un futuro per la vita monastica? E' possibile che una giovane oggi prenda ancora in considerazione l'idea di consacrarsi a Dio? Non si tratta di una scelta tipica di un tempo che non c'è più? Sono alcune delle molte domande che oggi i credenti si pongono davanti ad una prospettiva di vita cristiana così radicale e inconsueta.
Madre Alessandra Macajone, con la sua esperienza di fede, ha mostrato come non solo la vita monastica non sia superata, ma come essa sia una vocazione di cui la Chiesa ha particolarmente bisogno e cui il mondo giovanile continua ad essere sensibile.
Daniel un tempo credeva di "essere gay". Nato e cresciuto nel Michigan, in una famiglia cristiana, è sempre stato consapevole, fin dall'età di sei anni, della sua attrazione per gli uomini. Per anni ha vissuto in una costante tensione tra la fede in Dio e le sue attrazioni sessuali. Ma il conflitto tra i suoi desideri e gli insegnamenti della Chiesa era troppo forte, così ne dedusse di "essere gay" e iniziò una relazione con un uomo. Eppure libertà e felicità continuavano a sfuggirgli. Quelli del liceo sono anni di dubbi, di pianti, di sofferenza. È giusto definire l'identità di una persona solo in base alle sue preferenze sessuali? Etichettarsi come fossimo soltanto un prodotto delle nostre attrazioni sessuali? È corretto "definirsi gay"? Per anni, questa etichetta è stata per Dan la sua prigione. Prenderne consapevolezza lo ha reso finalmente un uomo libero: libero di accettare la sua omosessualità e non per questo sentirsi in colpa; libero di rifiutare di definire se stesso in modo riduttivo. Perché oltre la nostra sessualità, oltre ogni ideologia, esiste una verità sull'identità di ciascuno di noi: siamo fatti a immagine di chi ci ha creati, di chi ci ha amato e ci ama da sempre così come siamo. Una biografia sincera, in cui Mattson ci racconta il suo viaggio di andata e ritorno dall'identità gay e di come oggi ha finalmente ritrovato la serenità. Ma più di ogni altra cosa, la sua libertà. Prefazione del cardinale Roberto Sarah.
"Le pagine di questo libro, scavano nel profondo la figura di Giuda e la sua vicenda personale tragicamente emblematica. L’Autore cerca infatti di entrare nelle pieghe più riposte della personalità dell’apostolo traditore e ne ricostruisce la contorta biografia interiore ripercorrendo i passi della Sacra Scrittura che lo descrivono: agli inizi la voce di Cristo che lo chiama al discepolato, ma poi la rottura di questa vocazione; la tentazione del denaro; la serpe dell’invidia che rode mente e cuore; il mistero della compresenza nella storia e nel cuore di ogni uomo del grano buono insieme alla zizzania, del bene e del male; fino ad arrivare alla decisione di abbandonare e tradire Cristo. Una figura controversa considerata positivamente dalla Chiesa ortodossa, dalla Chiesa cattolica è considerata il traditore del Figlio di Dio."
Questo volume, redatto secondo solidi criteri scientifici, ci mette in contatto diretto con la persona di Giacinto Bianchi e con il suo tempo, quindi con l'origine della storia del carisma a lui affidato. Giacinto Bianchi è il fondatore delle Suore Figlie di Maria Missionarie. Dall'ampia e diversificata documentazione emerge un uomo che ha preso sul serio la sua vocazione, riconoscendo nella chiamata di Cristo e nel servizio al popolo di Dio l'origine e l'energia della propria vita. Il fondatore, il predicatore, l'educatore sono le tre dimensioni portanti della sua instancabile attività di sacerdote, sostenuta da una umanità mite e risoluta alla quale le lettere opportunamente scelte donano un palpito di rivelata intimità.
Una giovane bella e intelligente ragazza di 26 anni, una vita da vivere, speranza in fiore, sogni da realizzare, mille cose da scoprire, bellezza e verità intuita, un libro si è aperto e inizia la lettura, pagine assaporate come ciliegie che appagano lo spirito e il corpo, emozione e passione ad ogni aurora e in qualsiasi istante del giorno e della notte, curiosità e forza, eleganza, candore e femminilità... D'un tratto giorno zero... non ci sono altre pagine da leggere, è finito il fascino delle parole, subentrano paura, disperazione, dolore, speranza dissolta, i sogni finiti... La cerca è conclusa, la vita è finita, l'angoscia pregna il corpo e lo spirito... La malattia ha ucciso la bellezza e la speranza. No! non è un copione già scritto dal dolore e dalla paura di chi sa di andare incontro alla morte. È il diario di un angelo, di una bellezza che si è fatta carne, di una speranza infinita, di una vita che stilla gocce di prezioso significato, un'onda che rigenera la spiaggia e vince l'inevitabile decomposizione delle cose e dell'esistenza. Il miracolo di Maddalena contamina la vita di chi legge queste pagine di infinito amore e speranza. Sembra che non sia mai esistita, sembra impossibile che sia vissuta, i miracoli sembrano impossibili, eppure a volte accadono.
Con questo Libro l'autrice si propone di esaminare la validità delle ragioni del pensiero filo-protestante. Lo fa a partire dai documenti, analizzando da vicino gli scritti di Lutero - anche quelli che stampa e manuali guardano con serena distanza -, puntando a far emergere le idee forti del credo luterano a partire dall'analisi puntuale dei testi. L'autrice non si occupa del Lutero privato perché il fondatore della riforma e' un uomo pubblico e le sue idee, le sue azioni ed i suoi scritti hanno provocato enormi ricadute, con implicite, quanto logiche ed inesorabili, conseguenze. Da questo lavoro emerge una verità scomoda e non raccontata dalla storiografia ufficiale, una verità a tinte forti che mette in risalto le incongruenze e gli aspetti meno conosciuti del pensiero di Lutero e della riforma.
Il volume è dedicato a Madre Pia Gullini una delle fondatrici della comunità monastica femminile trappista che si è insediata presso il famoso monastero di Vitorchiano (Viterbo). Il volume è riccamente illustrato con immagini recenti e d'epoca del famoso monastero. La comunità di Vitorchiano e le sue case-figlie, sparse per il mondo, hanno saputo accogliere e realizzare l'eredità di Madre Pia, che consiste nell'amore a Dio e al prossimo, alla Chiesa, all'Ordine e alla missionarietà. Attraverso la completa dedizione delle loro superiore e l'intelligente ed equilibrata lettura dei segni dei tempi e del passaggio epocale che il mondo sta attraversando, hanno reso possibile il compimento concreto del desiderio di Madre Pia.
Teodolfo Mertel, nato nel 1806 ad Allumière, nella diocesi di Suturi, da famiglia di modesta condizione, chiamato in magistratura dopo aver esercitato a Roma con successo la professione di avvocato, fu nominato nel 1847 da Pio IX uditore della Sacra Romana Rota. Nel 1848 il Papa lo incaricò di redigere lo Statuto e una nuova legge sulla stampa e dopo la caduta della Repubblica Romana gli assegnò un ruolo di primo piano nel riordinamento dello Stato Pontificio e nell'avvio di un programma di opere pubbliche. Ministro dell'interno e della giustizia nel 1853, cardinale diacono nel 1858, fu tra i protagonisti del Concilio Vaticano I, auspicando in materia disciplinare la partecipazione del clero alle attività civiche degli Stati nazionali. Presidente del Consiglio di Stato e del Supremo Tribunale della Segnatura, giurista attento alla modernità, ma fautore della tradizione canonico-romanistica, consigliere privilegiato di Leone XIII che lo nominò nel 1884 Vice Cancelliere, ebbe parte notevole nella elaborazione giuridico-dottrinale all'origine del magistero sociale e dell'azione politica del grande Pontefice. Il libro, muovendo dalla vita privata del porporato e rivelando i suoi interessi di storico, di archeologo e di letterato, ripercorre le fasi dell'impegno politico e dell'attività di studioso sulla scorta di documenti inediti, fra i quali spicca il parere "De electione Summi Pontificis" pubblicato in appendice.
Questa è la storia di una donna che da una collina della Galilea, con la presenza costante di un angelo indolente e un po' pigro, attraverso il teatro e la fantasia, dà speranza e voglia di vivere a gente sparsa per il mondo. Una storia, quella raccontata nel dialogo tra la protagonista del libro Eden e il suo angelo custode, che ripercorre la vita di una donna italiana, romana ed ebrea che giovanissima lascia la vita "tranquilla" di Roma per tornare alle origini della sua cultura, seguendo la voce di un angelo, ebreo di nascita e romano di adozione, che la chiama per dare inizio ad un opera che amalgama e mischia culture e religioni diverse, mettendo insieme ebrei, cristiani, musulmani e drusi. Una storia quella di Eden che impatta in modo evidente con quella della terra in cui abita devastata da una guerra e da una violenza che non sembra avere fine. Una terra che per molti è il ventre e l'origine di ogni forma di bellezza. La storia di Eden e del suo angelo custode è un viatico che conduce in una dimensione ove tutto è possibile... anche la pace tra i popoli che abitano quel lembo di terra.