Alla luce del Targum e della tradizione rabbinica, l’autore individua più di cento profezie messianiche, immerse nelle Sacre Scritture.
Si tratta di passi biblici che presentano un inequivocabile senso messianico, che, nel Testo Masoretico, è spesso sottinteso se non (quasi) nascosto. Dall’analisi svolta, emerge che molte profezie inerenti alla venuta del Messia, alla sua incarnazione, morte e risurrezione non sono interpretazioni esegetiche retrospettive, generate da una lettura cristiana dell’Antico Testamento, ma sono proprio il frutto dell’esegesi rabbinica. Ciò mostra chiaramente l’esistenza di una continuità tra la tradizione rabbinica e quella cristiana, per cui il cristianesimo non può prescindere dalle sue radici ebraiche.
Luigi De Simone (medico e neuropsichiatra) e padre Gianpaolo Pagano (domenicano e biblista) presentano in queste pagine un interessante tentativo di lettura di alcuni episodi della vita di Gesù riportati nei Vangeli (le tentazioni, i miracoli, i talenti, le donne) cercando di tenere insieme il loro dato teologico ed esegetico e il loro possibile apporto alle scienze umane quanto ai risvolti psicodinamici che essi innescano. Le due voci, camminando in parallelo, a volte concordi, altre meno, ricercano sempre il dato di verità racchiuso nel testo che non può che essere sempre un dato di verità sull'uomo e per l'uomo. L'intenzione degli autori dei Vangeli e quella di Gesù qui descritte - la prima studiata dall'esegeta, la seconda approcciata in modo laico dallo psichiatra - offrono uno sguardo più ampio sul panorama cristiano abitato dal Gesù della storia, che passò per le strade di Galilea sanando e guarendo le ferite degli uomini e che è lo stesso Cristo della fede unico e solo salvatore del mondo.
Attraverso un esame puntuale e sistematico di quattro termini usati frequentemente nell'Antico testamento e attinenti al concetto di bellezza, il volume cerca di fornire le premesse di carattere linguistico necessarie per sviluppare un discorso criticamente fondato sull'estetica dell'Antico Testamento. È quindi una trattazione di tipo fondamentalmente linguistico, che prende in considerazione tutte le occorrenze di detti termini, secondo uno schema costante, al fine di determinare i contesti possibili di ciascuno di essi, le sfumature di significato che nei vari casi vengono sottolineate e le connotazioni che vi sono implicate. Naturalmente si tratta solo di una parte del campo semantico della bellezza: molti altri termini potrebbero essere analizzati, ma quelli scelti presentano un alto grado di specificità ed una certa omogeneità semantica, come dimostrano i casi nei quali sono usati in parallelo reciproco. Il fenomeno della bellezza apparirà nell'Antico Testamento come un elemento non trascurabile soprattutto della concezione antropologica, anche se non mancano casi di applicazione a Dio, oltre che ad altre realtà naturali ed artificiali. In posizione periferica rispetto ad altre sfere di significato, quali ad esempio la moralità o la giustizia, la bellezza merita tuttavia di essere utilizzata come chiave per indagare il messaggio dell'Antico Testamento.
Il volume si propone di introdurre il lettore al tema meraviglioso e difficile dell'interpretazione del testo sacro di ebrei e cristiani, la Bibbia, per quanto riguarda l'amore (eros), sotto il profilo della simbolica della parola e della parola come simbolo dei fondamenti. L'ermeneutica è un'arte antica, quasi come la scrittura. Se ne può trattare da diverse angolature: in questo caso il tentativo è quello di una comparazione tramite accostamento che scavalca oltre un millennio e mezzo, per cercare di trovare - se vi sono - dei minimi comuni denominatori nell'ars interpretandi di autori assai distanti nel tempo e nello spazio: Origene, l'esegeta alessandrino vissuto a cavallo fra il II il III secolo, e il nostro contemporaneo Paul Ricoeur, senza trascurare qualche accenno ai primordi dell'ermeneutica greca classica e alcuni dei maggiori rappresentanti della corrente omonima della filosofia moderna e contemporanea. Un "avvicinamento", una sorta di parziale "lettura in sinossi" di impostazioni distanti fra loro circa diciassette secoli, e, sotto certi profili, così reciprocamente capaci quasi di echeggiarsi, evocarsi. La grande lezione origeniana ci ha condotto, e ci conduce ancora, sulle piste insospettabili, per alcuni, di una sostanziale unità della dimensione erotica nell'umano, capace di rendere plausibile una sorta di Teologia dell'Eros, senz'altro insolita come fecalizzazione, e forse per taluni perfino scandalosa, ma certamente utile in questi tempi disarmonici e tristi, a recuperare qualche barbaglio di bellezza. La scomposizione del tema erotico nei mille rivoli della sua complessità e contraddizioni, ci ha forse permesso di trovarne l'intrinseca formidabile e possente unitarietà alla luce delle scritture antiche.
L'opera si inserisce nel solco della lectio divina e costituisce in una sintesi originale un valido strumento per lo studio dell'evangelo secondo Marco e una guida per crescere nella vita di fede. L'approccio proposto rende accessibile anche ai non esperti il testo greco e la sua esegesi, enfatizzando nella suggestiva traduzione gli aspetti etimologici e accostando il Nuovo Testamento all'Antico. È destinato a quanti vogliano porre a fondamento della propria esistenza la Parola di Dio e l'esperienza dell'umano, alimentando un sincero amore per l'unità della Chiesa nella sua varietà.
Il volume raccoglie buona parte degli scritti biblici di mons. Alberto Giglioli che sono circolati nelle occasioni più diversificate tra i fedeli della sua diocesi di Montepulciano- Chiusi - Pienza.
In questo primo volume della collana il Card. Attilio Nicora ci guida in una straordinaria meditazione sul Salmo 126.
L'Autore ha utilizzato mirabilmente i Quattro Vangeli, offrendo una storia di Gesu completa ed esauriente. Come traduttore, egli ha cercato al massimo di rispettare le varie e talvolta sottili esigenze dell'italiano. Quest'opera e`stata realizzat a incastonando minuziosamente in un unico racconto tutti i particolari dei quattro vanglei secondo la successione dei fatti fornita anzitutto da giovanni e da luca, poi marco e infine da matteo. Percir ogni episodio ha mantenuto il suo originale contesto risultante da almeno uno dei vangeli, e ogni frase e`riconducibile sempre al relativo narratore. I quattro racconti si rincorrono in una sublime armonia di concordanze, di complimenti e di accostamenti senza perr mai fondersi, mantenendo intatta la loro peculiarita di essere cronache fatte a viva voce, in nimati dallo spirito santo. Questa storia di gesu, du nque, che e`tutto e solo vangelo, si presenta come un coro a quattro voci che canta quella vita che si e`resa visibile" a noi nell unico, eterno discorso d amore. "