Il volume, che prende spunto dal Liber ad Milites Templi. De Laude Novae Militiae di San Bernardo di Chiaravalle, deve la sua originalità al fatto che può essere letto come un testo di storia, per la ricostruzione che attinge alle fonti documentarie dell'epoca. Come un testo di spiritualità, per l'esegesi che attinge agli scritti di spiritualità monastica. Come un testo formativo alla Cavalleria, per l'analisi storica della dignità della Cavalleria e l'essenza morale della nobiltà. Ma anche come un testo di psicologia, per l'approfondimento del processo di individuazione della realizzazione della totalità del "Se" come pienezza umana e spirituale. Cambia il contesto ma non cambia l'uomo, che porterà sempre con se quel richiamo verso quell'Assoluto che è principio e fondamento della realtà. Ed è questo che San Bernardo di Chiaravalle con il suo libro consegna come mistico segreto ai Cavalieri del Tempio: la cura per la fragilità che produce una terribile e devastante malattia dell'anima.
Nel volume l'autore reinterpreta alcuni dei più bei passi e pensieri di Bernardo di Chiaravalle mettendo in evidenza l'elevatissimo valore letterario e la bellissima prosa usata dal grande Santo. L'autore, incantato dalla poesia di Bernardo e dal suo modo di esprime concetti alti e apparentemente difficili con eleganza e semplicità, ha avuto rendere omaggio alla sensibilità poetica e umana di Bernardo, aprendo, con una sua prosa, una ulteriore porta sulla comprensione delle sue parole e del Suo amore per Cristo. La lettura di questo libro alimenta il desiderio di fermarsi ed osservare la propria vita in modo distaccato, come un estraneo, ponendosi delle domande che necessitano risposte la a più importante: delle quali ci interroga in modo costante "È questa la vita che desidero?", "È possibile fare esperienza in questa vita esperienza della felicità?".