L'odierno populismo fa ricorso, a livello planetario, all'uso politico di devozioni tradizionali. I suoi esponenti più in vista - da Bolsonaro a Orbán, da Le Pen a Salvini - collegano l'ostentazione di simboli religiosi depositati da secoli nella memoria cristiana al successo di una risposta nazional-identitaria alla crisi della globalizzazione. In un mondo percepito come sospeso tra secolarizzazione e fondamentalismo religioso, anche la Chiesa rilancia la pietà popolare. Si tratta in effetti di un punto centrale nel programma di papa Francesco. Bergoglio, che pure non esita a denunciare le derive populiste, espunge però dal suo discorso ogni considerazione del ruolo attribuito in passato dalla Chiesa alle forme di culto. Il libro, ripercorrendo l'intensa politicizzazione cha ha caratterizzato la vicenda di devozioni care ai fedeli (Immacolata Concezione, san Giuseppe, Sacro Cuore, san Francesco, Cuore immacolato di Maria), evoca le possibili strumentalizzazioni populistiche di un recupero avulso dalla storia.
Il pellegrinaggio è uno dei fenomeni più radicati e rilevanti nella storia del cristianesimo. Nel corso dei secoli, generazioni di fedeli hanno provato il desiderio di mettersi in cammino - percorrendo brevi distanze o attraversando interi continenti, impiegando poche ore o lunghi anni - per cercare l'incontro con Dio in luoghi e tempi "speciali". Questa aspirazione ha accompagnato lo sviluppo del cristianesimo seguendone progressi, tensioni e rotture dal tardoantico all'età contemporanea, per giungere fino ai nostri giorni. Adottando una prospettiva storica, il volume analizza motivazioni religiose e spirituali, condizionamenti politici e istituzionali, risvolti sociali ed economici, aspetti materiali e ambientali di una pratica diffusa a livello planetario che, in contesti geografici e cronologici diversi, ha coinvolto, e lo fa tuttora, laici ed ecclesiastici, individui e comunità, masse ed élite.