Le iscrizioni romane sono presenti ovunque: le incontriamo, infatti, non solo nelle raccolte di musei grandi e piccoli, ma anche nelle nostre città, collocate là dove sono da sempre, in quel che resta di un edificio romano oppure inserite nelle facciate di chiese e di antichi palazzi o all'interno di una boutique o di una pizzeria. Ed è proprio questa loro diffusione che le rende per noi tanto, troppo, familiari, così che le oltrepassiamo senza degnarle neppure di uno sguardo distratto, anche se con la loro silente presenza rievocano un mondo ormai lontano, ma ancora carico di suggestioni. Tutto ciò accade perché non le conosciamo, non sappiamo leggerle e comprenderle, ma, soprattutto, non sappiamo ascoltarle: queste iscrizioni, infatti, ci parlano, ci raccontano ognuna la storia di donne e uomini, che furono potenti e umili, poveri e ricchi, che soffrirono e gioirono nel loro percorso umano e che affidarono a una pietra il loro messaggio. Saperle ascoltare, tuttavia, non è né semplice né facile, perché occorre pazienza e competenza. In una nuova edizione aggiornata e ampliata, questo manuale fornisce dunque un pratico strumento di lavoro per quanti desiderino avvicinarsi allo studio delle iscrizioni, per capirle e valorizzarle.
Il volume mostra come il silenzio rappresenti, innanzi tutto, un potente strumento di relazione sociale tra i membri di una comunità monastica, che ritrova il momento dell'unione attorno alla tavola eucaristica e a quella del refettorio; ma rivela anche che questa forma di vita suscita sempre più curiosità nella società di oggi, dove il turismo esperienziale è in continuo aumento. Il testo si compone di tre parti, complementari tra di loro. La prima conduce il lettore in un viaggio storico all'interno della sociologia dell'alimentazione monastica. La seconda presenta i risultati di una ricerca compiuta nel monastero certosino di Serra San Bruno (vv) assieme ad alcune interviste ai priori di vari ordini monastici. Infine, nella terza si riportano le interviste qualitative realizzate in occasione delle cene del silenzio organizzate dalle clarisse eremite di Fara in Sabina. Il percorso di riflessione proposto vuole tenere insieme i due aspetti analitici attraverso cui studiare il silenzio nei suoi risvolti sociologici: sia come modello relazionale, che ha origini specifiche nel mondo monastico, sia come genere di discorso in cui rintracciare nuove forme di ricerca della propria identità all'interno dell'iperconnesso mondo contemporaneo.
La dimensione estetica associa l'umano sentire a un "comune" che si è soliti qualificare "universale" per via di una natura percettivo-sensibile di cui tutti siamo partecipi e che l'arte trasfigura in forme. Di questo sentire ci parlano le voci diversissime eppure segretamente accordate di venti figure esemplari della cultura moderna che hanno intrecciato nei loro sguardi Occidente e Oriente e che sono qui ripartite sotto tre insegne. La prima, Sguardi da Occidente, allinea le voci di Goethe, Schlegel, Schopenhauer, Montessori, Rilke, Focillon, Lacan, Malraux, Lévi-Strauss, Dorfles, Barthes, Zolla. Sotto la seconda, Sul confine tra Occidente e Oriente, troviamo Solov'ëv e Florenskij. La terza, Sguardi da Oriente, raccoglie le interpretazioni di Tagore, Nishida Kitar?, Coomaraswamy, Kuki Sh?z?, Fung Yu-lan, François Cheng. Sono venti perle di un pensiero comparativo con due secoli di storia scelte per costituire un unico filo di riflessioni sulla bellezza, sullo svelarsi inesauribile dei suoi riflessi; perché, come dice Solov'ëv, «la bellezza non appartiene né al corpo materiale del diamante né al raggio di luce che quello rifrange ma è un prodotto d'ambedue nella loro azione reciproca».
Brand movie, product placement, trailer, transmedialità, le sigarette di Tarantino e gli spot di Wenders e Fellini, e ancora i fashion film, l'automobile di James Bond e il caffè di Nino Manfredi. Sono tanti e noti i legami fra la pubblicità e il cinema. Attori che diventano testimonial, marchi che fanno capolino fra le inquadrature fino a caratterizzare un luogo o un personaggio, richiami reciproci, storytelling e strategie di marketing multimediali. Dopo un'attenta verifica epistemologica e semiotica che intende fissare alcuni punti fermi categoriali in una casistica filmica contraddistinta da poche regole e tante eccezioni, il volume indaga l'intricato universo dei rimandi, delle citazioni, degli innesti che fin dall'origine animano questo rapporto. Una particolare attenzione è riservata alla pubblicità e alla sua capacità di "parassitare" il fenomeno cinematografico, ma anche di farne parte, di essere insieme elemento interno e testualità esterna e autonoma.
Mentre leggiamo siamo in grado di identificare e comprendere più di 300 parole al minuto. E con un solo colpo d'occhio possiamo riconoscere 15 lettere in meno di un quarto di secondo. Che cosa ci rende così abili e veloci? E quale futuro ha la lettura nel mondo digitale? Il libro esplora l'incredibile sistema di meccanismi che il cervello mette in atto quando incontra una parola scritta: "smonta la macchinetta" per renderla accessibile anche a chi non fa il neuroscienziato di professione ma tutti i giorni si confronta con il miracolo della lettura (insegnanti, genitori, operatori sanitari). E infine affronta due temi di grande attualità: le differenze tra la lettura su carta e su schermo e il problema della dislessia.
Il volume, rivolto ai docenti della scuola primaria, propone percorsi di riflessione linguistica sulle parti del discorso. La metodologia adottata parte dall'osservazione e dalla discussione in classe di alcuni elementi tratti dalla lingua d'uso e accompagna i bambini alla scoperta delle categorie, all'analisi scientifica delle osservazioni, alla manipolazione creativa dei materiali linguistici. Ogni argomento è presentato per livelli successivi di approfondimento, ciò rende il testo uno strumento di lavoro utile per tutto il ciclo della scuola primaria e adattabile alle diverse competenze riscontrate in classe. È presente inoltre un ricco corredo di materiali online che include frasi e testi oggetto di osservazione, esercizi da svolgere e relative soluzioni.
Molti cristiani credono nell'aldilà e pensano che sia descritto nelle pagine della Bibbia. In realtà, nell'Antico Testamento, come pure negli insegnamenti di Gesù e dei suoi seguaci, non c'è alcuna traccia di ricompense e punizioni eterne, di diavoli inquietanti o di angeli dai riccioli biondi. In questo suo nuovo libro, Bart Ehrman ripercorre la lunga storia dell'aldilà, dall'epopea di Gilgamesh, attraverso la cultura giudaica e classica, fino agli scritti di Agostino, concentrandosi in particolare sui primi secoli cristiani. Scopriamo così che dell'aldilà non c'è mai stata un'unica concezione greca, ebraica o cristiana, bensì svariate, e per giunta in contrasto fra loro, ciascuna legata com'era all'ambiente sociale, culturale, storico che l'aveva prodotta. Soltanto nel corso dei primi secoli dopo Cristo si è invece venuta consolidando una nozione di inferno e di paradiso piuttosto univoca. Ovviamente, in quanto storico, Ehrman non può certo fornire una risposta sui nostri destini dopo la morte, ma invitandoci a riflettere sull'origine delle idee di aldilà ci svela i vari modi in cui l'uomo ha elaborato nel tempo questo tema.
Che significato aveva il cerchio di pietre di Stonehenge? Come è stato ritrovato l'esercito di terracotta di Xi'an? Chi era l'uomo sepolto nel Tempio delle Iscrizioni a Palenque? Si può fare un'archeologia del mondo contemporaneo? L'archeologia ci mette in contatto con il nostro passato, raccontandoci luoghi, monumenti, rituali, episodi, persone. Ma non è tutto qui. Perché l'archeologia non è altro che un modo di fare storia, concentrato sugli aspetti materiali delle vicende umane, e può affrontare persino gli argomenti più delicati e scottanti del mondo attuale. Da Lucy a Ötzi, da Tutankhamon a Childerico e a Riccardo III, fino ai migranti che dal Messico si spingono verso gli Stati Uniti, il libro racconta in modo semplice e chiaro queste e altre storie, spaziando in tutti i continenti e attraversando tutte le epoche, dalla preistoria ad oggi, e ci fa conoscere alcuni tra i più importanti archeologi e i loro metodi di lavoro. Una ricca selezione di immagini dei luoghi, degli oggetti e dei protagonisti delle varie indagini aiuterà il lettore a immergersi in un viaggio appassionante nello spazio e nel tempo.
«Stare da entrambe le parti di uno specchio»: così nel 1924 Thomas Stearns Eliot descrive l'esperienza di leggere testi remoti nel tempo e nello spazio. Una metafora che rende in modo efficace la sfida ardua che da sempre la comparatistica affronta: vedere sé stesso come un altro, come un doppio asimmetrico, e costruire così la propria identità attraverso il confronto. Lavoro di squadra caratterizzato da argomentazione semplice, aggiornamento bibliografico e continue esemplificazioni, il volume fornisce una mappa di questo sapere antigerarchico e dinamico, rendendolo fruibile sin dai primi anni dei corsi universitari e configurando una sorta di interfaccia fra elaborazione teorica ed esperienza dei testi. Negli ultimi decenni l'area delle Letterature comparate si è molto estesa, esplorando nuovi territori e dialogando in modo fecondo e spesso sorprendente con l'estetica, i media studies, la traduttologia, le digital humanities e con molto altro. Un dialogo di cui questa nuova edizione dà conto, aggiungendo altri capitoli a quelli su generi, intertestualità, temi, riscritture e comparazioni inter artes, oltre che alle riflessioni sugli studi Oriente/Occidente, sul canone letterario, sul culturalismo e sui metodi. Contributi di Massimo Fusillo, Francesco de Cristofaro, Chiara Lombardi, Emilia Di Rocco, Irene Fantappiè, Elisabetta Abignente, Camilla Miglio, Antonio Bibbò, Giulio Iacoli, Ornella Tajani, Giuseppe Episcopo, Federica Perazzini, Ugo M. Olivieri, Ida Grasso.
La storia dell'Italia repubblicana rappresenta ormai da diversi anni un campo di studi ampio e variegato. È mancato tuttavia uno studio che prendesse in esame le trasformazioni avvenute nella sfera sessuale ovvero quell'ambito del pensiero e del comportamento umano che, al pari di altre attività, riguarda la dimensione sociale, culturale e politica della storia. Su questo terreno nell'Italia del dopoguerra si è giocata una partita epocale, conclusa con la crisi della società patriarcale e la fine di quel razionalismo culturale e normativo che, fissato a fine Settecento con la nascita di un diritto positivo che mirava alla secolarizzazione della morale sessuale, per più di un secolo aveva regolato le relazioni tra i sessi. In questo passaggio è stata decisiva la cosiddetta rivoluzione sessuale degli anni Settanta di cui movimenti politici, consumi e media sono stati il principale volano. Da questo affresco passaggi salienti della storia dell'Italia repubblicana, come il Sessantotto, le battaglie per il divorzio e per l'aborto, l'avvento della tv e l'epoca del berlusconismo, appaiono sotto una nuova luce in un mondo sempre più globale e interconnesso.
Il volume propone di studiare la stesura dei ventisette libri del Nuovo Testamento e gli eventi che vi sono narrati avvalendosi anche delle informazioni fornite dai realia (scavi, iscrizioni, papiri, monete). Nello stesso tempo, invita a considerare questi scritti come una fonte utile per approfondire la conoscenza dell'impero romano nel i secolo d.C. L'archeologia non ha il compito di provare la "verità" della Bibbia; tuttavia l'analisi del contesto storico agevola una corretta lettura delle sue pagine, lontane da noi nel tempo ma importanti per comprendere una ancor viva vicenda culturale dipanatasi sulle coste del Mediterraneo tra Oriente e Occidente.
Quali immagini ha visto Dante? Su quali di esse si è soffermato a pensare? Che ruolo hanno avuto nella scrittura della Commedia? In questo volume, Laura Pasquini ci guida come in un ideale viaggio (Firenze, Roma, Padova, Ravenna, Venezia) attraverso le opere che hanno agito sulla principale creazione dantesca. Mosaici, affreschi, sculture, di cui Dante non parla direttamente, ma che di certo hanno catturato la sua attenzione, finendo per concorrere in vario modo alla costruzione dell'immagine poetica. Talvolta presenza emersa dalla memoria, talvolta riconoscibile spunto figurativo consapevolmente amplificato. Ne risulta un libro fitto di richiami testuali e di prospettive inedite su quello che dovette essere l'immaginario dell'Alighieri; un libro ricco di suggestioni e di scoperte affascinanti (in particolare sul suo soggiorno romano in occasione del Giubileo del 1300) corredato di un denso e prezioso apparato iconografico.