Nelle città moderne - sempre più centro di contaminazione tra razze e culture - si decideranno le sorti dell'umanità: è qui che il bisogno di sicurezza si confronta con le limitazioni della libertà, è qui che la mixofilia lotta contro la mixofobia, il terrore con le speranze, la paura dell'altro con l'accettazione e la comprensione. Trasformare la convivenza tra culture diverse da minaccia in risorsa, suggerisce Bauman, è compito della politica, delle istituzioni, di chi pianifica le città e di chi le costruisce. Ma, soprattutto, è compito di chi le abita.
"La promessa della rivoluzione francese si è rivelata ingannevole, almeno rispetto all'uguaglianza, e una gran parte della mia ricerca gira intorno alle domande su cosa, in ultima analisi, non abbia funzionato in quella promessa." (L'autore)
Come poter mettere in accordo la coscienza viva della nostra libertà, che ci rende pienamente responsabili delle nostre azioni, con la convinzione della necessità causale di tutti gli avvenimenti? Planck riflette sull’eterna tensione fra determinismo e libero arbitrio in due preziosi saggi, qui raccolti in volume: il primo, Legge di causalità e libero arbitrio, è il testo di un discorso pronunciato all’Accademia prussiana delle scienze il 17 febbraio 1923; il secondo, Sulla natura del libero arbitrio, è una prolusione tenuta nella sede di Lipsia della Società filosofica tedesca il 27 novembre 1936. Emerge da queste pagine non solo il fisico che cerca di spiegare i fenomeni della natura, ma anche l’epistemologo e il filosofo che scandaglia gli abissi dell’animo umano, in un mondo ormai privo di certezze.
La vita postmoderna è, dal punto di vista morale, una vita in frammenti, governata da una profonda ambivalenza etica difficile da tollerare. Una forte crisi d’identità affligge l’Occidente contemporaneo, che brancola nel buio rispetto alle più urgenti questioni etiche. Oggi le persone credono ben poco nella possibilità di fondare una morale che possa funzionare da stella polare nell’orientamento delle nostre vite. Come riattivare, dunque, la responsabilità individuale in un mondo che ha perduto ogni riferimento? Per rispondere a questa domanda Bauman si rivolge alla filosofia di Emmanuel Lévinas, che ha messo al centro del proprio pensiero un’urgenza etica infinita destinata ad essere oggi di grandissima attualità. L’essere-per-l’Altro, il faccia a faccia con il volto dell’Altro, che assume varie forme (l’indigente, lo straniero, il migrante), sono concetti oggi più che mai necessari per offrire alla cultura occidentale nuovi strumenti per rispondere alla sofferenza umana, alla fragilità e alla vulnerabilità del nostro tempo.
In questo testo considerato ormai un classico, Heller analizza in modo radicale il ruolo e l’importanza della storiografia, al cui centro vi è il concetto di storicità inteso come condizione umana. Il libro esamina le norme e i metodi della storiografia da un punto di vista filosofico, e rifiuta con fermezza le generalizzazioni offerte dalla filosofia della storia come risposta ai problemi della contemporaneità. Criticando la tradizione filosofica che l’ha preceduta, la filosofa ungherese delinea una teoria della storia intimamente intrecciata all’etica, che pone al cuore del proprio dispiegarsi la responsabilità dell’uomo nei confronti delle proprie azioni. Un pensiero che è ancora così radicale da poter essere applicato a tutte le strutture sociali dei nostri giorni.
Milano, nel secolo XVIII, era austriaca e illuminista: vi convivevano, infatti, le riforme dell'imperatrice Maria Teresa e i fermenti culturali dei fratelli Verri e Giuseppe Parini. È in questa città che Maria Gaetana Agnesi, figlia di un facoltoso mercante di seta, dimostra sin dall'infanzia notevoli capacità di apprendimento che si dimostreranno strabilianti nel prosieguo della sua vita. Questa biografia svela la natura di una donna non solo precorritrice dei tempi, ma forte e ostinata nel perseguire il suo personale ideale di vita tra le meschinità aristocratiche e le miserie dei ceti popolari. Da questo ritratto Maria Gaetana Agnesi risulta essere non solo una delle più grandi matematiche di tutti i tempi, ma anche una donna a cui guardare come modello.
Bambini, donne e uomini approdano sulle nostre coste fuggendo da povertà e guerra, arrivando spesso in condizioni disperate o già morti. Il viaggio non di rado è terribile, costellato da sofferenze e violenze. I numeri sono impressionanti. Papa Francesco l'ha definita la tragedia più grande dopo quella della Seconda Guerra Mondiale. Essa ci interpella come cittadini e come persone, perché mette alla prova la nostra democrazia, il nostro sistema di diritti e più profondamente il nostro senso di umanità. La risposta dell'Europa è una vergogna che resterà come una macchia nella nostra storia. La situazione certo è complessa, tuttavia c'è una domanda semplice alla quale non possiamo sfuggire: quale atteggiamento avere adesso nei confronti di queste persone che bussano alle nostre porte? Oggi il cinismo, l'omertà e l'indifferenza vengono spesso fatti passare per realismo. Bisogna allora essere chiari: chi chiude le porte alla vittima che chiede aiuto, o volge lo sguardo altrove, diventa complice del suo carnefice.
Conosci te stesso. La famosa massima dell'oracolo di Delfi mette l'accento su una straordinaria facoltà che contraddistingue il cervello umano, quella di portare alla ribalta della nostra consapevolezza non solo informazioni sensoriali provenienti dal mondo esterno, ma anche aspetti della nostra vita mentale interiore. In effetti, un tratto peculiare dell'homo sapiens sapiens è che siamo coscienti di essere coscienti. Questo è ciò che ci distingue dagli animali. Ma come lavora la nostra coscienza? Può essere ridotta all'operato del cervello? Quali sono i suoi meccanismi neurobiologici? Dehaene ci introduce con linguaggio semplice ai meccanismi cerebrali dell'introspezione e di ciò che chiamiamo "coscienza".
L'analisi di un argomento delicato come la scienza non è affatto un lavoro leggero. Mittelstrass, in questo saggio, riesce a spiegare in maniera pressoché lucida e rotonda come si è evoluto nella teoria e nella pratica il concetto e l'idea di scienza. Non è una cronologia filosofica e critica: attraverso l'analisi di concetti-chiave utili per la comprensione del fenomeno, Mittelstrass riesce a congiungere i campi dove la scienza agisce in libertà ed i suoi limiti, scaturendo nel lettore e tra gli addetti ai lavori filosofico-scientifici una discussione essenziale sull'uso libero e responsabile della scienza, delle idee scientifiche e dell'incanalamento di queste ultime. Discussione che diventa perfettamente comprensibile grazie all'intervento di importanti filosofi della scienza di fama mondiale.
Un Dio curioso è una raccolta di articoli scritti dall’autore per l’«Osservatore Romano». Ne risulta un percorso di vita attraverso il mondo e la sua spiritualità con al fondo l’idea di un Dio che è onnipresente nella vita terrena, il cui zampino è visibile negli avvenimenti quotidiani – nella lettura di un libro, in un matrimonio apparentemente normale, in un convegno un po’ particolare. Quasi Dio fosse desideroso di prendere parte a tutto. E lo è perché ogni cosa ha radice in Lui, specie per un cristiano. L’autore, padre domenicano, riattraversa i Paesi in cui ha vissuto: si parla di Turchia, della Francia dove ha sede la comunità domenicana, della Parigi degli attentati, di americani alla ricerca di una spiritualità universale, ma anche di diversi libri che hanno richiamato la sua attenzione. Vi è l’Oriente, vi è l’Occidente, vi è il desiderio di una spiritualità incarnata nel mondo.
Alberto Fabio Ambrosio
(Fano, 1971) È sacerdote nell’ordine dei Frati Predicatori (Domenicani). Dopo lo studio della filosofia e della teologia in Italia, intraprende gli studi in Lingua e Letteratura turca all’Università di Strasburgo. Consegue nel 2007 un dottorato in Storia moderna e contemporanea alla Sorbona di Parigi, con una tesi sul sufismo ottomano e, nel 2013, l’abilitazione a dirigere le ricerche in teologia cattolica all’Università di Metz. Specialista della mistica musulmana e dell’islam in Turchia, ha al suo attivo numerose pubblicazioni. Attualmente è professore di Teologia e Storia delle
religioni alla Luxembourg School of Religion & Society (LSRS), dove sta sviluppando un progetto di ricerca su spiritualità e modernità e le loro implicazioni teologico-politiche.
La tragica storia del teologo protestante Dietrich Bonhoeffer, oppositore senza compromessi del regime hitleriano e pastore instancabile dei cristiani che rifiutavano il connubio tra religione e nazionalsocialismo. Attraverso una ricostruzione minuziosa degli avvenimenti, l'autore, storico del diritto ed esperto della Germania nazista, descrive i momenti decisivi che portarono alla condanna a morte di Bonhoeffer nel campo di concentramento di Flossenbürg. Il testo non si ferma all'esecuzione del teologo, ma segue anche le sorti del suo accusatore e del suo giudice, che sconteranno solo condanne minime o verranno addirittura assolti. Il libro di Schminck-Gustavus è il racconto della grandezza umana e morale di uno degli avversari più coraggiosi della follia nazista e la denuncia di un'ignobile mancata giustizia. Un richiamo prezioso e deciso alla necessità di mantenere viva la memoria storica e di proseguire nella ricerca della verità.
«Firenze e Ia mia citta. Di sicuro ho vissuto una vita precedente tra i suoi uliveti. Quando ho visto i suoi bei ponti sull'Arno, mi sono chiesta che cosa avessi fatto, lontano da lei, per cosi tanto tempo. Deve esserselo chiesto anche lei, perche alle citta place essere amate. Qui, c'e ancora una quantity di cose belle che non ho visto, perche io non le visito le citta, lascio che entrino dentro di me, per osmosi» Nel 1937 Simone Well decide di visitare l'Italia, perche, come scrive ai suoi genitori, «quando si e veramente sognato di fare una certa cosa, poi biso-gna farla: e Ia mia morale». Per Ia giovane filosofa it viaggio e una tregua, che segue le dure esperienze del lavoro in fabbrica e della Guerra Civile spagnola, ma anche ispirazione di alcune fondamentali intuizioni: la no-zione di forza come chiave interpretativa della storia dell'Occidente, l'in-teresse per Ia filosofia e Ia tragedia greca, di cui traduce numerosi brani per l'amico Jean Posternak, la riflessione sulla bellezza come element() di mediazione tra realty umana e realty divina. Accompagnando analisi e ricostruzioni narrative alle lettere di Simone Weil, questo libro ci aiuta a comprendere in che modo il breve soggiorno in Italia si sia rivelato uno snodo fondamentale nella sua vita e nell'evoluzione del suo pensiero.