Ritornato in Inghilterra da Dublino, dove aveva presieduto l'Università Cattolica di nuova fondazione, nel 1859 Newman riprende l'antico proposito di scrivere di fede e ragione, avviando un percorso che porterà al capolavoro della "Grammatica dell'assenso". In "Prova del teismo" egli replica a chi pensa che l'unica via per mantenere la fede sia oscurare la ragione, e lo fa con un argomento a sostegno dell'esistenza di Dio: non una formulazione meramente intellettuale, ma intimamente connessa alla pratica, una prova che passa attraverso il riconoscimento della consapevolezza della nostra esistenza e di una coscienza morale a essa associata. La sottile analisi fenomenologica che la sostiene rende manifesta la realtà trascendente di una Persona (Dio) dentro la persona che noi stessi siamo.
Questo classico tradotto in tutto il mondo ripercorre la vita del Mahatma: dai primi passi di bambino timoroso del buio, all’intenso rapporto con la moglie Kasturbai, alle difficili esperienze da avvocato di provincia fino alla conquista di una condizione spirituale che ne ha fatto la «più importante figura religiosa dei nostri tempi» e insieme un uomo d’azione in grado di guidare la pacifica liberazione dell’India dalla dominazione inglese e di ispirare grandi personalità del Novecento come Martin Luther King, Nelson Mandela e Madre Teresa.
EKNATH EASWARAN (1910-1999)
È stato professore di letteratura inglese presso l’Università di Nagpur. Nel 1959 si trasferì in California, dove fondò il Blue Mountain Center of Meditation, in cui per molti anni tenne conferenze su Gandhi e le tematiche della meditazione e della tradizione spirituale delle grandi religioni.
Le religioni, come tutti sanno, propongono percorsi di salvezza dalla degenerazione per chi cerca la via della perfezione, e offrono ai loro fedeli mezzi adeguati a liberarsi dai vizi e da ogni tipo di errore morale, con esercizi del corpo e della mente, oggi molto diffusi, come lo yoga e la meditazione trascendentale, superando i limiti e gli impedimenti della condizione mortale. Anche il Cristianesimo indica all’uomo una via che non senza ragione ritiene la migliore, non solo perché dona una grazia che svincola dai desideri del corpo e dal suo impulso vitale, ma anche perché offre una salvezza reale dalla morte, che è la causa più grave dell’impotenza a procedere verso il bene. Noi vogliamo ritrovare questa “via” e sapere dove dobbiamo andare o che cosa dobbiamo fare per raggiungere il fine che ci hanno indicato le promesse divine, quando abbiamo iniziato il cammino della fede accogliendo le parole annunciate. Ma non bisogna indugiare, perché il tempo scorre inarrestabile e non concede remore per sognare, o attendere una nuova rivelazione. Giunti alla fine, comprendiamo di non
poter evitare la domanda che noi stessi ci siamo posti e che potrebbe porre ogni uomo sobrio di mente e dotato di ragione che, diffidente di fronte alla fantasmagoria simbolica della religione, potrebbe chiedere con scetticismo comprensibile: «Era proprio necessario un tale apparato di figure e la forma del mistero per convincere l’uomo che è più conveniente vivere secondo giustizia, seguendo la legge comune, piuttosto che fare ingiustizia e agire male?». No. Non sarebbe necessario se la ragione naturale bastasse a questo scopo. Ma poiché la stessa ragione comprende di essere troppo debole di fronte all’avida prepotenza del desiderio che muove e dà forza al volere, la religione può giovare come rimedio, educando con la grazia e il timore a moderare l’impulso al male e mantenere la volontà nell’ordine del bene.
Nello Casalini (1943)
Frate minore, sacerdote e dottore in Teologia biblica presso l’Institut Catholique di Parigi, dopo un dottorato in Filologia classica presso l’Università Cattolica di Milano. Ha insegnato allo Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme e lavorato come ricercatore presso la Pontificia Università Antonianum di Roma. Studioso di esegesi biblica, è autore di importanti pubblicazioni, tra cui ricordiamo: Viaggio di addio, Dialoghi, Manuale per la vita, Per la dignità dell’uomo, Il Testimone, Quaderni di poesia, Opere poetiche di Ariel e Paolo di Tarso e la sua scuola. Commento a tutti gli scritti (Castelvecchi 2017). Ora, terminato il servizio, si dedica solo allo studio nel ritiro di Assisi.
Il cammino del popolo di Israele dalla schiavitù alla libertà nelle parole del Papa. Attraverso l'esperienza dell'Esodo e dell'Alleanza, il Signore ha chiamato il Suo popolo alla libertà dei figli di Dio, la libertà di amare e di scegliere il bene. Al centro dell'Esodo ci sono le Dieci Parole, e al cuore delle Dieci Parole c'è la libertà. Sono proprio le Dieci Parole a sbarrare la strada che riporta in Egitto, alla schiavitù, e ad aprire alla libertà che va celebrata facendoci liberatori a nostra volta; un richiamo a vivere tutti l'esodo che conduce dalla liberazione alla libertà del servizio.
Una cosa è essere poveri in una società di produttori e in piena occupazione; ben altra cosa è essere poveri in una società consumistica, in cui i progetti di vita si costruiscono più sulla base delle scelte del consumatore che sul lavoro, sulle competenze professionali o sugli impieghi. Se un tempo la povertà era legata alla disoccupazione, oggi invece è legata anzitutto ai livelli di consumo. Ciò sortisce un significativo effetto nel modo in cui la povertà viene sperimentata e sulle prospettive per riscattarne la miseria. In questo libro Bauman traccia le linee del profondo cambiamento cui la storia contemporanea ha assistito e le sue conseguenze, cercando di far fronte alle nuove sfide sociali (welfare, occupazione, marginalità, ecc.) sulla base di un nuovo sguardo etico.
Le teorie di Janusz Korczak sulla realtà infantile hanno rivoluzionato non solo la pedagogia, ma l'intero modo di concepire il bambino nella società occidentale. Il medico e scrittore polacco capì prima di altri che l'unica strada per riconoscere i diritti dei bambini era quella di vedere e di sentire come vedono e sentono loro, di considerare il loro mondo allo stesso livello di importanza del nostro. Maturò l'idea, ancora oggi attualissima, che per aiutare i bambini nel loro sviluppo occorre considerarli nella loro interezza, unificando i saperi della medicina, della psicologia, della pedagogia, della sociologia, ma anche della storia, della poesia e della religione. Nato in una famiglia di origini ebraiche, Korczak fondò nel 1911 la Casa degli Orfani, un istituto autogestito dagli stessi bambini. Quando nel 1942 i nazisti prelevarono dall'orfanotrofio duecento dei suoi ospiti per condurli ai campi di concentramento, Korczak - che pure fino a quel momento era stato risparmiato per la sua notorietà - incapace di abbandonarli, decise di seguirli, trovando la morte nel campo di Treblinka. Narrata con ritmo incalzante, questa biografia letteraria scritta dalla filosofa Monika Pelz racconta la vita, le opere e il coraggio del grande pedagogo. Una vita che oggi, a settant'anni dal suo tragico epilogo, ha ancora molto da insegnare.
Dieci ritratti di grandi anime che hanno fatto della ricerca spirituale uno scopo di vita: filosofi come Panikkar; poeti come Antonia Pozzi, morta suicida per amore; o registi come Ingmar Bergman e Andrej Tarkovskij; scrittori come C.S. Lewis, l'inventore delle Cronache di Narnia; guide spirituali come Krishnamurti o Frère Roger, fondatore della Comunità di Taizé, che accoglie ogni anno migliaia di persone; testimoni del dialogo interiore che oggi vengono riletti in tutto il mondo come Etty Hillesum, morta ad Auschwitz, o il segretario generale dell'Onu Dag Hammarskjöld, ucciso in un attentato, che ha lasciato un diario, testimonianza tra le più alte del Novecento. I dieci agili profili ne ripercorrono - attraverso brani di meditazione, scritti, diari - le vicende umane con gli interrogativi, i dubbi e le illuminazioni di cui hanno lasciato testimonianza e che restano un orientamento sulle questioni fondamentali dell'umanità.
Il territorio verdeggiante e a tratti roccioso della penisola athonita rappresenta il caso unico al mondo di una Repubblica monastica ancora nel pieno delle sue forze dopo oltre un millennio di storia. La data di fondazione comunemente accettata dagli studiosi è quella del 963, anno in cui il monaco Atanasio diede vita al monastero della Grande Lavra. La storia religiosa di questo lembo di terra della Calcidica era però già iniziata molto tempo prima, sin dall'epoca tardo-antica, quando numerosi e oscuri eremiti vi trovarono rifugio. Oggi il Monte Athos, con i suoi venti monasteri, rappresenta il cuore spirituale del cristianesimo ortodosso. In questo luogo di silenzio e di preghiera si è conservata inalterata l'antica tradizione mistica ereditata dagli anacoreti del deserto egiziano. Questo libro narra il pellegrinaggio del grande scrittore russo nei vari monasteri, un racconto che traccia non solo un quadro storico e agiografico di questa terra, ma che riesce a proiettarci nel battito emozionale e spirituale di uno dei luoghi più cari al cristianesimo.
Nella società attuale è difficile individuare e sostenere i valori del dono, perché qui dono e scambio di mercato sono intrecciati in un abbraccio parassitario che sembra una simbiosi. I valori altercentrici del dono sono valori del portatore materno, non del parassita, ma sono di un portatore che non sa neppure che esiste un modo indipendente di fare le cose, perché il patriarcato/mercato è stato così efficace nell'imporsi da reinterpretare (anche ribaltare) e legittimare il proprio parassitismo.
Accompagnata dalla voce di altre filosofe, come Simone de Beauvoir e Hannah Arendt, Heller passa in rassegna le tappe del lungo e rivoluzionario processo di liberazione delle donne: dalla sottomissione allo sguardo dell’altro – prevalentemente al maschile – alla conquista del diritto all’autodeterminazione, che coinvolge in una battaglia comune gli stessi uomini; dall’emancipazione politica dell’Illuminismo alla parità economica e sessuale, sino ad arrivare alla partecipazione sociale, professionale, istituzionale dei nostri giorni. Sorge però una domanda cruciale: essere state liberate significa per ciò stesso essere libere? Appellandosi alle scelte individuali di ciascuna, la filosofa sembra indicare la direzione di una responsabilità personale, cui nessuna donna può sottrarsi.
Come il lancio dei dadi non ha mai una traiettoria definitiva così il gioco in filosofia manifesta una specifica precarietà, un rischio che non diventa mai necessità. Pensare il gioco diventa la consapevole assunzione di un trauma, di una rottura, di una inversione di tendenza, che contiene in sé pur sempre una grande fragilità. Se il gioco è «nemico dei filosofi», come affermava Umberto Eco, qui si affronta il tema trasversalmente - dalla filosofia all'arte, dalla teologia alla letteratura - in compagnia di quel grande giocatore-prestigiatore di concetti quale fu Borges, che costruì una sorta di contrappunto al gioco filosofico. Varie sono le poesie dello scrittore argentino su questo tema, che ci portano a tracciare la fisionomia dell'«homo ludens» e del «deus ludens».
Nel nostro mondo globalizzato si sta facendo sempre più centrale e drammatico il fenomeno delle migrazioni: uomini, donne e bambini che fuggono da situazioni di povertà, guerra, persecuzione, alla ricerca di una condizione di vita migliore. Il massiccio afflusso di profughi pone problemi di accoglienza e integrazione, mette in crisi le politiche migratorie dei governi, spesso inadeguate, e genera sempre più segni di intolleranza, discriminazione e xenofobia nei Paesi che sono meta di migrazione. Troppo spesso le vie di speranza si trasformano in vie di morte. Con parole accorate e paterna sollecitudine, e senza misconoscere il disagio che deve essere onestamente ammesso e compreso, il Papa invita a combattere quella che chiama la "globalizzazione dell'indifferenza", a lottare contro le cause strutturali della povertà, contro la disuguaglianza, la mancanza di lavoro e di casa, contro la negazione dei diritti sociali e lavorativi. E ad aprire nuove frontiere: le frontiere dell'amore.