La vita di Charles de Foucauld, nato a Strasburgo nel 1858, fu guidata dall'irrequietezza: quella del giovane alla ricerca del piacere, poi del viaggiatore assetato di conoscenza e infine del convertito che non cessa d'interrogare la propria fede e di metterla alla prova nel mondo. Michel Carrouges - poeta e studioso del surrealismo, un'altra figura di cristiano inquieto - ne scrive la biografia scegliendo lo stile piano della pura evidenza dei fatti: una radicale testimonianza d'amore in forma di romanzo d'avventure. L'ateo Charles combatte in Algeria e compie importanti spedizioni geografiche in Marocco, ma un'inquietudine più profonda lo porta a intraprendere un lungo cammino di conversione, dal pellegrinaggio in Terra Santa fino al definitivo ritorno in Africa. Qui il «fratello universale» studia la lingua e la cultura tuareg, fonda un eremo e si oppone alle violenze dei predoni, che lo uccideranno di fronte alla sua casa nel 1916. Nell'incontro di misticismo e azione, la voce di fratello Charles, santificato nel 2022, è diventata più forte. Milioni di fedeli testimoniano oggi quanto sia vasta l'eredità di questa vita estrema e di questa morte solitaria.
Il grande teologo brasiliano Leonardo Boff sul sogno proposto da Papa Francesco nell'enciclica "Fratelli tutti": un'analisi della sua realizzabilità. Prefazione di Pierluigi Mele.
Cosa ne abbiamo fatto di Dio? Un padre assente, un giudice barbuto a capo della "vera religione" che detiene il monopolio della verità. Lo abbiamo tenuto lontano da noi e per tanto tempo è rimasto un «Dio sbagliato»: assoluto ed esclusivo, oppressivo quando non violento. Uscire dalla logica del Dio sbagliato significa sovvertire certezze millenarie, sul divino, sull'uomo e sul mondo, ma è un gesto fondamentale per abitare la nostra epoca e reagire alle sue crisi. Significa dotarci di nuove visioni di unità e pluralità, di un'idea di coabitazione delle religioni con società e politica, di un Dio che sia relazione tra culture ed etiche diverse. Raffaele Luise anima un immaginifico dialogo tra un filosofo, un mistico e un poeta, consapevoli che questa volta tocca all'uomo: «Soltanto noi possiamo salvare Dio». Prefazione di Giacomo Marramao.
Le neuroscienze stanno oggi offrendo nuove prospettive di ricerca in un campo fino ad ora ritenuto di competenza esclusiva delle religioni. Questo saggio affronta l’analisi dell’esperienza spirituale, vissuta e studiata in contesti diversi, in tono semplice e divulgativo, e spiega il funzionamento delle tecnologie e degli strumenti utilizzati nella ricerca. Nel rapporto tra spiritualità e strutture cerebrali, tra preghiera e neuroteologia, si aprono nuovi orizzonti di indagine scientifica in sintonia con le riflessioni del gesuita Teilhard de Chardin, che già nel primo Novecento immaginava una convergenza di religione e scienza.
Tra il luglio 1942 e il settembre 1944 un treno merci partiva quasi ogni martedì dal "campo di transito" di Westerbork, in Olanda, portando il suo carico di esseri umani verso la Polonia, verso Auschwitz. Più di centomila furono i deportati alla fine della guerra, cinquemila i superstiti. Da Westerbork passarono anche Anna Frank e Edith Stein, e a Westerbork visse i suoi ultimi giorni la giovane Etty Hillesum, osservando, scrivendo e aiutando i suoi simili, fin quando anche lei dovette salire sul treno. In queste due lettere, scritte nel dicembre 1942 e nell'agosto 1943, Etty racconta il luogo dell'umiliazione e l'attesa della morte, guarda le persone, parla con loro, mostra i preparativi per la partenza nella notte, la dignità, la paura, descrive i volti dei soldati. Avrebbe potuto salvarsi; scelse invece di restare e di testimoniare quei giorni, con la voce di chi vive e scrive in perfetta armonia e sa esattamente cosa deve fare: aiutare gli altri, non cedere all'odio, cercare, nonostante tutto, la bellezza. Le due lettere vennero pubblicate clandestinamente dalla resistenza olandese nell'autunno del 1943. Per proteggere le persone coinvolte e sviare la censura, l'editore le aveva attribuite a un pittore fittizio di nome Johannes Baptiste van der Pluym e ne aveva aggiunta una terza falsa. Questi testi ci consegnano intatta la forza di una prosa dove ogni parola è vera, necessaria, intensamente vissuta.
Dieci ritratti di grandi anime che hanno fatto della ricerca spirituale uno scopo di vita: filosofi come Panikkar; poeti come Antonia Pozzi, morta suicida per amore; o registi come Ingmar Bergman e Andrej Tarkovskij; scrittori come C.S. Lewis, l'inventore delle Cronache di Narnia; guide spirituali come Krishnamurti o Frère Roger, fondatore della Comunità di Taizé, che accoglie ogni anno migliaia di persone; testimoni del dialogo interiore che oggi vengono riletti in tutto il mondo come Etty Hillesum, morta ad Auschwitz, o il segretario generale dell'Onu Dag Hammarskjöld, ucciso in un attentato, che ha lasciato un diario, testimonianza tra le più alte del Novecento. I dieci agili profili ne ripercorrono - attraverso brani di meditazione, scritti, diari - le vicende umane con gli interrogativi, i dubbi e le illuminazioni di cui hanno lasciato testimonianza e che restano un orientamento sulle questioni fondamentali dell'umanità.
Deserti di Scete e di Nitria, Egitto, IV secolo dopo Cristo. Nelle caverne vivono uomini vestiti di pelli, che si nutrono di miele selvatico. Sono fuggiti dalle città per cercare nel silenzio la Verità. Le loro parole, massime di vita radicali e paradossali, diventano i Detti e fatti dei Padri del Deserto. Val Pitta, Italia, oggi. Anna è un'infermiera alla Casa del Silenzio. Trascorre le sue notti assistendo i pazienti in sto vegetativo permanente e leggendo i detti dei Padri del deserto. Quando, nel cuore della notte, si mette in ascolto, alla sua mente giungono flebili bisbigli e sussurri Sono l'eco dei ricordi di anime addormentate, frammenti di vite e di verità dissolte, gioiose e amare. Anna si abbandona all'ascolto e prende a sillabarne le parole, le degusta lasciando che affiorino sulle sue labbra e sprigionino il loro sapore agrodolce. Sono le voci dei figli del nostro mondo deserto: i Detti e fatti dei Figli del Deserto.
Pierre Favre è tra i più importanti esponenti della Chiesa cattolica e della spiritualità cristiana del ’500, membro del gruppo dei fondatori della Compagnia di Gesù, fonte di ispirazione per generazioni di cattolici, è tornato negli ultimi anni al centro dell’attenzione a seguito della canonizzazione decisa da Papa Francesco, che ne è sempre stato un fervente ammiratore. Il Memoriale è il suo testo più importante, un diario spirituale, intenso e appassionato, in cui s’intrecciano mistica e vita apostolica, slancio missionario e meditazioni intime sul rapporto con Dio. La spiritualità di Pierre Favre, connotata dall’apertura all’altro e dalla costante ricerca del dialogo, palesa oggi la sua attualità nel solco del rinnovamento della Chiesa avviato dal Concilio.
Un'opera per sciogliere i nodi del cuore e della mente in cui lo Spirito Santo si presenta come Madre. Deserto, Silenzio, Purificazione sono le tappe di un percorso interiore al femminile. Una Teologia della Madre che rivela lo sguardo materno di un amore infinito che consola e cura. L'itinerario proposto si snoda attraverso il dialogo con Santa Maria Maddalena e l'apostolo Giovanni che rivela il suo mistico Vangelo ispirato da Maria di Nazaret. L'espansione spirituale, spiega l'autrice in questa seconda edizione dell'opera, riconcilia oggi l'umanità a se stessa. Più rimaniamo aperti all'amore, più cresce la comunione fra tutti gli esseri viventi e Dio, relazione che non è mai giudicante, ma sempre pronta ad accogliere e sostenere. Silenzio, solitudine, ascolto interiore caratterizzano la narrazione dei pellegrinaggi a Patmos e Medjugorje. I commenti al libro dell'Apocalisse completano un viaggio mistico al cui centro si pone l'annuncio di un tempo nuovo: l'era della Madre.
La decisione e la scelta si collocano al cuore d spiritualità di Ignazio di Loyola. Il santo spagnolo propone una via di crescita interiore che si compie in primo luogo nell'azione, intesa come reazione della volontà di Dio in terra. "Cercare e trovare Dio in tutte le cose", fondamento di questa visione, vuol dire per Ignazio non recintare la dimensione religiosa in uno spazio di ritualità più o meno esteriore, ma vivere e soprattutto agire nella vita quotidiana in costante rapporto con il divino. Prendere una decisione diventa così una vera e propria forma di preghiera. Ignazio elabora, nel corso della sua vita, un modello di discernimento e deliberazione che assume una valenza universale, unendo l'indagine intima alla rigorosità logica, la razionalità a una profonda tensione mistica. Gli scritti qui raccolti, in un percorso che va dalle celebri pagine degli Esercizi spirituali sulla decisione fino agli esempi concreti della vita di Ignazio, possono costituire un vero e proprio "manuale spirituale" per prendere una decisione.
È possibile agire in maniera etica, vivere e lavorare in maniera cristiana, operando nel mondo degli affari, addirittura svolgendo un ruolo di manager in un'azienda? È la domanda cui prova a rispondere Etienne Perrot, che attinge a fondo dalla spiritualità di Sant'Ignazio di Loyola, proponendo un cammino quotidiano di discernimento interiore e di crescita spirituale, spiegato da Perrot con scrittura brillante e densità di esempi concreti, tratti sia dal Vangelo che dalla vita e dai problemi di oggi.
Per Sergio Paronetto, tra i più influenti ispiratori del moderno pensiero sociale cristiano, l'ascetica non è una disciplina per eremiti, ma piuttosto il necessario complemento alla vita quotidiana, un allenamento all'azione e all'esercizio dell'impegno civile. Questo libro, pubblicato per la prima volta nel 1948 su iniziativa del futuro Papa Paolo VI, raccoglie le riflessioni di Paronetto negli anni della Resistenza al fascismo e dei primi sforzi per la rinascita del Paese. Sono scritti lontani da ogni sterile introspezione narcisistica, testimonianza di un'energia spirituale e politica che si nutre di una inesausta ricerca di verità nella pratica quotidiana. Prefazione di Giovanni Battista Montini.