Concentrato in appena due anni - rispettivamente gli ultimi prima della prematura morte di Tilde Manzotti e quelli a cavallo dell`ordinazione sacerdotale di Antonio Lupi -, questo epistolario documenta un`amicizia spirituale di singolare intensità e costituisce una conferma, dopo precedenti altissimi nella storia della santità, che l`esperienza cristiana non mortifica, anzi esalta e approfondisce la dimensione dell`affettività umana. Riconosciutisi compagni in una appassionata ricerca di Dio, la serva di Dio che concluderà il suo cammino terreno a poco più di 24 anni, e il giovane domenicano che coronerà nell`esperienza missionaria la sua vita religiosa, divengono testimoni l`una per l`altro della fedeltà di Dio, il cui amore ha la forza di andare al di là della natura e di cambiare perfino il nostro lutto in gioia.
In questa sua seconda prova poetica, dopo il libro di esordio ("Quando il cuore è steso al sole. Poesie 1993-2009", Edizioni Feeria 2010), Carlo Brogi affina la sua tavolozza espressiva nella tensione che muove il suo sguardo di compassione verso il mondo e i suoi contemporanei, con cui si sente solidale, manifestando così, al contempo, una diversa visione dell'orizzonte disincantato del reale, in una prospettiva critica, ma anche di luce e di speranza, nel duplice ascolto del grido che sale dall'anonimato del mondo "liquido" e dallo spirito più vivo della fede: "... e in fine vedo / una Presenza amica che mai cede / ell'ostinata fedeltà al suo nome / che è l'Amore".
Con la sua analisi e partecipazione attiva, il suo scrivere e sorprendere il testo di Morgan nei suoi anfratti dove si nasconde e si rivela quella sua fede poetica nella "visione" di Lucca, Chiara Calabrese si assume efficacemente il bellissimo compito di rivelarci e comunicarci la profondità e la bellezza di queste pagine di Morgan in cui la "città del Guinigi" è luogo per eccellenza per aprire e dispiegare quanto Coleridge ha riassunto in una frase perfetta: "la fede poetica consiste in un momento di volontaria sospensione dell`incredulità". In questo senso, anche Chiara Calabrese, nel suo dolce e fermo concentrarsi sulle pagine del romanzo di Morgan, compie un atto di fede verso la sua Lucca. Un omaggio, diretto e indiretto, verso questa sua città che lei sente vibrare nelle "scintille" dei grandi viaggiatori inglesi.
La nota teologa Cettina Militello si lascia ispirare dall`Annunciazione del Beato Angelico, custodita a nel Museo della Basilica di San Giovanni Valdarno, per mettere a fuoco il rapporto donna-Chiesa e donna-Maria, rileggendo la figura di Maria a partire dalla sua femminilità, per poi passare rapidamente alla lettura di alcuni elementi teologici del dipinto del Beato Angelico. Infine, la teologa entra nel tema dell`ombra, ricondotto alla dimensione pnemautologica e nuziale. Una lettura affascinante e coinvolgente che vede nell`Annunciazione lo spunto e il riferimento del suo discorso.
Il poeta e scrittore Mario Specchio rivive la via crucis dando voce alla passione vissuta da Maria, con la sensibilità e lo sguardo del poeta: "Risorgerai, lo so, ma non mi basta. / Non sarai come ti cullavo da bambino. / Quando ti rivedrò sarai di sole / di troppa luce, di aria, di comete / ed io sono una donna con le mani / piagate / le mie mani / trafitte dai chiodi su quel monte / non imargineranno mai, / sarò piagata / in eterno / anche nel cielo". Accompagnano il volume 14 illustrazioni a colori realizzate appositamente dal Maestro Ernesto Piccolo e una nutrita serie di testimonianze di amici scrittori dedicate al poeta Mario Specchio recentemente scomparso.
Questo libro è una storia che narra della liturgia nella nostra cultura europea, dalle origini fino al presente. È una sequenza di fatti che mostra come molte volte nella storia cristiana il culto divino ha corso il rischio di voler fare della fede uno sguardo verso l'alto, che contempla le cose eterne dimenticando le provvisorie, per cui più intensa è la fede più distratto si fa il cuore di fronte alle circostanze di questo mondo. Un culto plasmato su tali paradigmi non può che incoraggiare un ideale ascetico di fuga dal mondo. Nello spirito della riforma liturgica, inaugurata dal concilio Vaticano II, l'azione contemplativa si immerge invece nel divenire della storia e trova il suo vero luogo nella mutevolezza; il che implica una serie di riforme nella nostra tradizione.
L`incontro con Dio proposto dalla Chiesa Cattolica, è un percorso interiore che si rispecchia esteriormente nel ciclo della liturgia. Questo cammino inizia proprio con le Epifanie del tempo di Natale.
Attento alle direttive del Concilio Vaticano II, Giuseppe Liberto ha scritto un libro con lo scopo di “formare” alla liturgia, cioè di mettere a disposizione tutte le conoscenze necessarie ai fedeli per prepararsi al meglio al grande Mistero della Nascita di Dio nell`umanità.
Giuseppe Liberto è presbitero della Chiesa di Monreale, Maestro di Cappella della Cattedrale della sua Arcidiocesi , docente presso il conservatorio “Vincenzo Bellini” di Palermo e presso la Facoltà Teologica di Sicilia, direttore della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Autore di musiche liturgiche e concertistiche, di scritti teologici e letterari è animato da un costante impegno di comprensione, attuazione e divulgazione dei principi liturgici espressi dal concilio Vaticano II
È universalmente riconosciuta l'incidenza della cultura contemporanea nell'esistenza intima e profonda di tutti, credenti e non credenti. Discernere, dunque, questa cultura nei suoi aspetti positivi o problematici, è un compito che non può essere lasciato al caso, poiché ne va di mezzo la qualità della vita credente e anche di coloro che dicono di non credere. Di fatto, il rapporto tra Cristianesimo e cultura è stata una delle più feconde intuizioni del concilio Vaticano II che ha tentato e promosso il dialogo tra queste due realtà, senza sconti o compromessi con il perenne deposito della fede, anche con il suo linguaggio esortativo e aperto agli uomini di buona volontà. Il cristiano di questo tempo di transizione non può disinteressarsi della cultura in cui vive e che per certi aspetti lo condiziona se vuole vivere proprio la qualità della sua fede.
Si tratta di una serie di saggi dedicati a Cristina Campo, scrittrice poetessa e traduttrice (1923-1977). Come Simone Weil, fu un'artista sensibile ai richiami del Sacro come al mondo della cultura e all'attualità. Fu ricercatrice del mondo dello spirito, devota alla liturgia tradizionale, amica di un'infinità di intellettuali (da Mario Luzi a Ezra Puond, da Alda Merini a Elemire Zolla), testimone vivo degli orrori di Ungheria o della tragedia dei minatori di Marcinelle. Questa serie di saggi mira a mettere a fuoco i vari aspetti di questo raro personaggio.
Clemente Rebora (1885-1957) in reazione al materialismo cercò una forma poetica carica di idealismo, che potesse rinnovare l'anima. Tuttavia sarà solo con l'esperienza della Prima Guerra mondiale che Rebora approdò a un vero rinnovamento interiore: la conversione al cattolicesimo e la decisione di diventare sacerdote e entrare nell'Istituto della Carità di Domodossola, fondato da Antonio Rosmini. Questa serie di saggi fanno luce proprio sul passaggio dal primo al secondo Rebora, sottolineandone la continuità di pensiero e l'idea della missione del poeta cristiano, in un tempo in cui la presenza di Dio viene ignorata dalle coscienze.
Frutto delle celebrazioni dei due anniversari promosse dalla Carmelitane Scalze di Sassuolo, il volume contiene una serie di saggi incentrati sulla spiritualità monastica. Roberto Fornaciari e Giancarlo Bruni parlano della vocazione monastica e della necessità anche odierna di "uscire dal mondo". Bruno Secondin invece parla della fecondità e della ricchezza della spiritualità carmelitana portando come esempi i monasteri carmelitani di Palestina. Sempre su questo tema, Alessandro Andreini e Carmelo Mezzasalma descrivono l'attualità di S. Teresa d`Avila e S. Giovanni della Croce. Carla Bettinelli esprime una meditazione sulla vicenda di Edith Stein e sul senso del martirio. Chiudono il libro le testimonianze di Romano Zanni e don Mario Prandi sulla musica sacra nella spiritualità carmelitana.
La ricorrenza del 150° Anniversario dell'Unità di'Italia, proclamato il 17 marzo 1861, ha offerto l'occasione a due istituzioni culturali e educative come l'Accademia "Marsilio Ficino" e l'Istituto paritario "Marsilio Ficino" (Figline Valdarno) di riaprire il dibattito storico sulla questione risorgimentale. Ripensare il passato della nostra nazione, dunque, alla luce del presente per trasmettere alle giovani generazioni l'amore e l'interesse per la storia.