Ogni giorno ci capita di incontrare qualcuno che è Altro da noi, la qual cosa ci mette in difficoltà. Il punto è che, nell'incontro con il differente/diverso, il problema non è rispondere alla domanda "chi sei Tu?", oppure "chi sono Io?", perché confrontarsi sulle identità serve a poco se vogliamo comprenderci. Piuttosto la domanda da porsi è: "chi sono Io per Te e chi sei Tu per Me?", cioè chiederci quale sia la nostra relazione. Nella relazione c'è un confine che ci divide, il quale a seconda di come lo trattiamo può generare incomprensioni e conflitti o, al contrario, dei beni relazionali. Tale confine, per l'Autore del libro, è un effetto emergente, il Terzo fra l'Io e l'Altro, da cui dipende l'identità di ciascuno. Solo nel prenderci cura del confine come relazione in cui viene elaborata l'alterità è possibile riconoscere l'Altro, e quindi Noi stessi, trovando in questa relazione il senso di che cosa significa essere umani.
Come sarà la vita sociale quando la pandemia del Covid-19 sarà stata debellata? Ritorneremo alla vita "normale" di prima, in continuità con i miti moderni del benessere e del progresso, o dovremo adottare un altro modus vivendi? Il libro intende mostrare che la pandemia ci ha rivelato qualcosa che la modernità ha rimosso: la realtà delle relazioni sociali. È attraverso le relazioni che le epidemie di ogni genere si diffondono. Serve una nuova visione creativa e soprannaturale delle relazioni affinché siano portatrici di bene. Il libro spiega come e perché possiamo uscire dalle pandemie con una visione relazionale della vita umana e dell'organizzazione sociale.
Il tema dell'orientamento sessuale è delicato e tuttora controverso, soprattutto in rapporto ai percorsi vocazionali. Certo nessuno, ad oggi, può dire l'ultima parola e ancora meno può farlo individualmente, tuttavia non si può rinunciare a riflettere, ad attivare processi (cf. Amoris Laetitia, n. 3), a crescere nello studio dei dinamismi umani, in questo nostro tempo. Più che fare teoria, si tratta di stare dentro storie vere. Il testo, che vuol essere uno strumento psicologico concreto, mette al centro l'uomo e la donna chiamati da Dio, in tutta la loro originalità e complessità. L'orientamento omosessuale, in questa prospettiva, non può costituire un criterio assoluto ed esclusivo di lettura vocazionale.
Viviamo un tempo di crisi di umanità. Non nascono più bambini e abbiamo disimparato l'arte dell'accoglienza, in tutte le sue forme. Non è un caso che nelle società dove la famiglia è in crisi ci sia tanta ostilità verso gli stranieri. Forse un modo per rigenerare la famiglia può essere quello di renderla un grembo accogliente di vite nate altrove. La storia raccontata qui è una storia vera, a due voci, che nasce dall'intreccio di due percorsi biografici, tra due continenti diversi. L'incontro, e quello che ne è scaturito, diventa l'occasione per ripensare il proprio passato e immaginare un futuro in una direzione inaspettata. Un incontro tra generazioni, tra generi, tra culture diverse, ciascuna con le sue crisi, fatiche, speranze rispetto alla famiglia. È l'inizio di un dialogo che non si è più interrotto.
Un saggio approfondito che racconta la storia del Movimento dei Focolari dalla sua fondazione fino ad oggi. I Focolari nati nel 1943 a Trento, città di ricca e solida tradizione cattolica, sono oggi presenti nei cinque continenti, ma la loro storia è ancora relativamente poco conosciuta. L'Autore del presente saggio, riprendendo un'espressione del sociologo Émile Poulat, qualifica così il loro percorso: i Focolari sono apparsi «come una "improvvisa invenzione" su un terreno lungamente e pazientemente preparato... per altro». Preparazione e invenzione, tradizione e innovazione: la presente ricerca per la prima volta costruisce e istruisce questo dossier storico (dal 1943 fino all'approvazione definitiva dalla Chiesa nel 1965) e interpreta il fenomeno del Movimento dei Focolari in forma scientificamente apprezzabile.
Rapporti e statistiche ufficiali confermano la progressiva concentrazione della ricchezza nelle mani dell'1% della popolazione mondiale.
In Italia, le persone che vivono in condizione di povertà assoluta sono oltre 4,5 milioni.
Una lettura per comprendere la radice delle diseguaglianze, causa ed effetto di una crisi, non solo economica, che rischia di travolgere la democrazia.
Cosa significa, essere liberi? Una domanda imprescindibile oggi. L'anelito di libertà ha attraversato tutta la storia dell'umanità, dando vita a movimenti politici, ordinamenti giuridici e sistemi economici, modificando tradizioni e costumi; generando simboli e identità culturali. E oggi la società occidentale è autenticamente libera? Partendo da tale interrogativo, uno dei più importanti intellettuali odierni, Zygmunt Bauman, il teorico della società liquida, insieme ai sociologi Mauro Magatti e Chiara Giaccardi riflettono sull'esito paradossale che ha avuto il poderoso sviluppo economico degli ultimi 40 anni. Il progresso ha aumentato le potenzialità di scelta dell'uomo, ma lo ha ingabbiato in una concezione radicalmente individualista dell'esistenza umana, prigioniero del consumismo, degli apparati tecno-economici e della volontà di affermare se stesso. Cosa significa, dunque, essere liberi? Una domanda imprescindibile oggi. Perché, in fondo, come ha scritto Bauman "la libertà è il nostro destino: una sorte che non può essere ignorata e non ci abbandona mai".
Le rotte dei migranti, gli hotspot, il dibattito su Schengen. L'immigrazione nel Mediterraneo mette in ginocchio l'Europa. Il Mediterraneo è oggi la rotta migratoria più pericolosa al mondo, su cui si affacciano la Grecia e l'Italia, frontiere meridionali dell'Unione europea. Nel 2015 oltre 3500 persone sono naufragate tentando di raggiungere la sponda della salvezza. Tra loro c'erano 700 bambini. C'è un vuoto nel nostro immaginario rispetto a ciò che li spinge a partire con ogni mezzo e ad affrontare tanti rischi. Nonostante si sia tanto dibattuto sulla soglia etica da non oltrepassare nella rappresentazione mediatica del fenomeno migratorio in corso, il rischio è che lo choc e la commozione per le sofferenze e le vittime vengano presto rimossi e dimenticati. Il rischio è la "globalizzazione dell'indifferenza".
Il coraggio e la forza per sconfiggere dinamiche e prassi che in passato sono state decisive per la crescita e che ora possono essere diventate un limite.
Le organizzazioni e le comunità non sono tutte uguali. Le Organizzazioni a Movente Ideale (OMI) nascono attorno a degli ideali, grazie all’azione di persone portatrici di doni o carismi e raggiungono il loro scopo – servire il ‘carisma’ che le ha originate – solo se sono ogni tanto capaci di morire e risorgere. Molta parte della saggezza istituzionale dei dirigenti di movimenti e comunità ‘carismatiche’ sta nell’avere il coraggio e la forza per ‘uccidere’ prassi e norme che in passato erano state decisive per la loro crescita, e spesso volute dagli stessi fondatori. Ma sta solo in questa ‘distruzione creatrice’ il futuro e la salvezza di OMI e movimenti carismatici.
La dimensione sociale dell'amore. In dialogo sull'amore Agape. Riconoscere che l'amore ha una dimensione pubblica e non solo intima nella società globalizzata di oggi sembra un azzardo. Eppure, la nostra quotidianità è costellata di azioni, interazioni e relazioni che hanno come caratteristica fondante l'eccedenza, l'incondizionalità e la non contabilizzazione. E proprio questa è la sfida che coglie il libro: trovare ciò che già esiste nel sociale, per dargli un nome: amore-agape. Agape dunque come possibilità fenomenica, mai abbastanza evidenziata nella vita sociale, nelle comunità e nei comportamenti professionali e di consumo. Agape, come nuova categoria interpretativa, che rovescia lo stereotipo pessimista di una società vista soltanto come luogo del consumismo e dell'incertezza. Agape come strumento che può farsi progetto e stimolo al rinnovamento istituzionale. Di tutto questo parla il libro, un progetto culturale avviato da anni dal gruppo di studiosi Social-One, con l'obiettivo di aprire un dialogo con la cultura e con alcuni tra i più autorevoli autori contemporanei della sociologia e del servizio sociale: Luc Boltanski, Michael Burawoy, Annamaria Campanini, Axel Honneth, Paulo Henrique Martins.