I single italiani sono un popolo corteggiatissimo dal mercato, perché considerato composto dai migliori consumatori. Sulle riviste e in tv, l'essere single appare come una condizione di libertà e indipendenza desiderabile. Così, però, si perde di vista il molteplice di un'esperienza di vita tanto diffusa, varia, contraddittoria. Si rimane in superficie. Così facendo si perdono di vista le persone, con le loro storie, tutte preziose. Spesso, vite costruite o ricostruite tutte intorno ad una ferita.
Trattato in quattro Libri redatto dal patriarca Fozio di Costantinopoli (858-867/877-886) intorno all'871-872. Lo stile del testo e la struttura interna tradiscono una probabile origine omiletica di almeno una parte del materiale, verosimilmente rimaneggiato dallo stesso autore, fino ad acquisire la forma attuale in quattro Libri per quanto non sempre omogenea. L'opera costituisce un attacco diretto alle dottrine e alle posizioni teologiche dei pauliciani, setta dualista di origine armena, comunemente identificati come "manichei" nelle fonti bizantine. Cerca di ricostruire le origini del gruppo e la sua diffusione lungo il confine orientale dell'Impero, partendo dalle origini quasi leggendarie a Samosata per poi seguirne le vicende più propriamente storiche, dal VII secolo sino agli ultimi decenni del IX secolo. Nella stesura del proprio trattato Fozio attinse a quello redatto dal suo contemporaneo Pietro Siculo, a sua volta autore di uno scritto contro i pauliciani (più breve), ricco di informazioni storiche ma meno elaborato e curato sul versante teologico.
Il volume si occupa di due grandi questioni che percorrono la storia del cristianesimo occidentale, in relazione con l’Oriente cristiano, e rappresentano altrettante chiavi di lettura per comprenderne alcuni caratteri fondamentali: ciò che avviene dentro e intorno alla Chiesa di Roma e la trasmissione, mediante traduzioni, del patrimonio patristico orientale in Occidente. L’arco temporale preso in considerazione è l’età antica, all’incirca i primi sette secoli, il periodo in cui nascono e si strutturano istituzioni, usi, dottrine destinati a protrarsi diacronicamente. Attraverso i percorsi individuati si evidenzia come nel cristianesimo antico la storia concreta di uomini e donne, nei loro atteggiamenti privati, nelle relazioni con la società circostante e nelle manifestazioni del culto, non sia mai disgiunta dall’interpretazione della Scrittura e dal formarsi, in stretta relazione con questa, del patrimonio dottrinale.
L'impegno di Antonio Rosmini nel campo catechetico e pastorale. Testi che aiutano a scoprire un volto poco conosciuto del grande pensatore. Mentre il nome di Rosmini "grande filosofo" è noto in tutto il mondo della cultura, soprattutto tra gli studiosi dell'Ottocento filosofico e del Risorgimento italiano, la sua figura di sacerdote, il suo impegno e la sua produzione rivolta alla formazione cristiana dei fedeli sono invece quasi ignorati. Ma le opere pedagogiche occupano quasi un terzo della sua produzione e, all'interno di queste, la parte catechetica proposta in questo volume, ne è una parte importante, sia per quantità che per qualità. La dimensione spirituale-pastorale-catechetica è stata fondamentale nella vita di Rosmini, non solo per capire in profondità le sue scelte e il suo operato, ma anche per dare unità e cogliere il senso profondo di tutta la sua produzione scientifica, pur nella più rigorosa autonomia dei singoli saperi.
Sulla base di un ricco apparato di fonti inedite di grande valore storico, spirituale e di pensiero, lo studio illumina passaggi decisivi e sostanzialmente inesplorati della storia del Movimento dei Focolari (Opera di Maria). Viene ricostruito il rapporto tra Chiara Lubich e l'arcivescovo di Trento mons. Carlo de Ferrari, con speciale attenzione al ruolo che egli svolse nel riconoscere "l'agire di Dio" nella nascente realtà ecclesiale, accompagnandola durante gli anni di studio da parte della Santa Sede, fino alla prima approvazione pontificia nel 1962. Documenti di intensa spiritualità e di vivissima sensibilità ecclesiale vengono offerti al lettore che troverà, in queste pagine, uno strumento essenziale e prezioso per la conoscenza della storia dell'Opera di Maria e del carisma dell'unità e per la rivalutazione storica di un episcopato fecondo.
In occasione del dottorato honoris causa dell'Istituto Universitario Sophia "per il suo servizio all'unità della famiglia umana". A Loppiano il 26 ottobre 2015 il conferimento del Dottorato honoris causa in Cultura dell'Unità al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I da parte dell'Istituto Universitario Sophia costituisce una pagina storica. Di essa ci è qui offerta la documentazione di prima mano: in particolare, l'intenso messaggio augurale di Papa Francesco e la lectio magistralis del Patriarca Bartolomeo, teso a promuovere un pensiero e una prassi di giustizia, di fraternità e di pace segnati dall'inscindibile equilibrio dinamico tra comunione e libertà/diversità.
Il 31 ottobre 1517 sul portone della chiesa del castello di Wittenberg, che è anche la chiesa dell'università, viene affissa una pergamena con 95 Tesi. Le propone alla discussione accademica frate Martin Lutero, dottore in teologia. Le Tesi contengono la proposta di un ritorno alla fede cristiana autentica, scandita in affermazioni audaci, dalla critica alle indulgenze o alla potestà del papa, fino alle necessità dei poveri. Nessuno lo immagina, nemmeno Lutero, ma è l'inizio della rivoluzione. Queste pagine la raccontano seguendo i passi della vita di un uomo dalla personalità complessa e contraddittoria, pienamente immerso nel suo tempo. Inquieto, impulsivo, intelligente, socievole, dedito con passione alla ricerca di Dio, Lutero segna il passaggio della storia europea dal Medioevo all'età moderna e continua ancora oggi a interrogarci.
Un strumento per l'esegesi e lo studio del pensiero latino e della cultura tardo antica. Noto in modo particolare per la sua imponente opera di traduzione in latino della Bibbia direttamente dal testo ebraico, per tutta la vita Girolamo si dedicò allo studio dell'ebraico e dell'esegesi giudaica al fine di dare al "grande pubblico" occidentale un testo corretto sul quale basare lo studio e la liturgia. Il volume raccoglie le tre principali opere della sua produzione in cui trattano da vicino i "problemi ebraici" inerenti alla traduzione e allo studio della Bibbia: nel "Liber hebraicarum quaestionum in Genesim" Girolamo analizza i versetti più difficili della Genesi, dimostrando una solida e approfondita conoscenza dell'ebraico; il "Liber interpretations nominum hebraicorum" e il "Liber de situ et nominibus locorum hebraicorum" sono invece traduzioni ampiamente rimaneggiate di originali greci, rispettivamente di un glossario di nomi ebraici con relativa etimologia, un'opera perduta che Girolamo attribuisce a Filone d'Alessandria, e dell'"Onomasticon" di Eusebio di Cesarea, lessico di toponomastica biblica la cui fortuna in Oriente e in Occidente si deve proprio alla traduzione latina di Girolamo.
Una nuova traduzione italiana del testo che segna l'apice e l'origine del pensiero sociale della Chiesa. L'opera affronta le questioni del giusto salario, dell'ingordigia della borghesia, dell'erosione della morale causata dal trionfo dell'egoismo rapace, con straordinarie capacità di analisi. In essa non si ferma sul terreno morale ma polemizza con il pensiero liberale e con quello socialista, misurando le insufficienze e le ingiustizie propugnate dai loro programmi politici. La stessa "Rerum novarum", l'enciclica che inaugura la dottrina sociale della Chiesa, attingerà molte delle sue argomentazioni da tale scritto. Tradotto nelle principali lingue, pubblicato in italiano nel 1870, è ora edito in una nuova traduzione, emendata da fraintendimenti linguistici, più disinvolta nei riferimenti ideologici.
Uno strumento per la meditazione quotidiana basato sulle letture del giorno, che si arricchisce dei ritratti dei santi del mese e delle testimonianze di chi vive e mette in pratica gli insegnamenti del testo evangelico, e da significative note esegetiche. Il sussidio quest'anno contiene alcuni elementi di novità rispetto alle edizioni passate: commenti spirituali ai brani evangelici "popolari", fatti prevalentemente da laici, non necessariamente specialisti; note esegetiche ai brani evangelici brevi e non tecniche, anch'esse accessibili ad un vasto pubblico; esperienze flash di Vangelo vissuto provenienti da tutto il mondo e tutti i contesti sociali e culturali; brevi ma succosi profili di "testimoni": santi del mese, ma anche semplici cristiani (cattolici o di altre confessioni) che con la loro vita coerente fino all'ultimo si possono definire esemplari. Non mancano "testimoni" di altre fedi, sì da offrire una gamma varia di persone che hanno arricchito l'umanità con la loro vita e il loro messaggio.
Un esegeta e un filosofo si confrontano su una delle figure che hanno dato un contributo determinante alla formazione della cultura occidentale. Paolo di Tarso: un ebreo "intriso" di cultura greca, folgorato sulla via di Damasco, che abbraccia la fede cristiana e percorre le strade dell'Impero romano per predicare Cristo crocifisso. La sua figura e la sua storia sono emblematiche delle radici della cultura europea. È stato cruciale il suo apporto per lo sviluppo del Cristianesimo e la sua diffusione. Meno noto, ma altrettanto fondamentale il suo contributo alla storia del pensiero occidentale dalla Grecità ai giorni nostri. L'esegeta Gèrard Rossé e il filosofo Vincenzo Vitiello rivelano questo aspetto meno conosciuto dell'Apostolo delle genti. Il volume offre in primo luogo una lettura storico-esegetica, puntuale, aggiornata ed innovativa dell'eredità di Paolo, che ci restituisce il personaggio nella cultura del suo tempo; segue quindi una lettura filosofica, che coglie il nucleo essenziale del pensiero paolino, fondamentale per comprendere in profondità lo spirito dell'Europa.
Seguendo le tracce di un padre ebreo che aveva perso un figlio in guerra, e aveva trovato il coraggio di reagire, di non aggiungere odio ad altro odio, ho incontrato a catena altre persone nelle sue stesse condizioni, uomini e donne che avevano vissuto l'indicibile lutto, ma che avevano trasformato l'assassinio innocente in vita altrettanto innocente. Ho capito "dal vivo" che la catena di odio e violenza, anche quando s'arresta (se si arresta) lascia comunque strascichi di inguaribile tristezza, mentre la catena d'amore (che di rado s'arresta) sparge momenti di gioia nell'intimo dei cuori. (dall'introduzione)