Come quando copriamo col cemento un corso d'acqua e la sua forza trova lo sbocco per uscire verso la foce, così è cantare, per la sua originaria e universale bellezza. Una bellezza intrinseca che genera, alimenta e accoglie tutta la nostra vita. E quando Cristo, l'eterna bellezza, ci viene incontro, il canto trova nella dimensione rituale la forma e lo spazio che gli dà senso. Un senso che la stessa liturgia darà alla vita, perché verrà trasformata, trasfigurata, redenta dall'amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
All'interno di un reparto di pediatria oncologica si genera una realtà complessa, carica di esperienze forti legate allo sviluppo della malattia e, ancor più, all'età del paziente. Con rigore metodologico, in questi quattro anni ci siamo chiesti: come si può lavorare con la musicoterapia in un processo di cura caratterizzato da tante criticità? E quale metodo è opportuno seguire in questo contesto? Presto ci siamo resi conto che l'incertezza del decorso clinico arrivava a mettere a dura prova la stabilità emotiva anche di noi musicoterapisti e degli altri operatori e condizionava perfino la possibilità di un percorso/progetto terapeutico. Tutto ci portava inevitabilmente a riflettere non solo sulla validità della metodologia ma anche sulle risposte esistenziali da dare quando ci si interroga sul significato della vita in situazioni così delicate ed estreme.
Un nuovo quaderno di musica applicata.