«L'ebraismo è considerato la più antica religione monoteistica. Quando parliamo di "invenzione di dio" non immaginiamo che un giorno alcuni beduini si siano riuniti in un'oasi per creare il proprio dio o che, più tardi, alcuni scribi abbiano inventato da zero YHWH come dio tutelare. Questa "invenzione" deve piuttosto essere intesa come costruzione progressiva derivata da tradizioni sedimentate i cui strati sono stati messi sottosopra dalla storia fino a far emergere una forma inedita. Quando analizziamo come si è sviluppato il discorso su quel dio e su come questi sia infine diventato il Dio unico, possiamo vedere, proprio lì, una sorta di "invenzione collettiva", sempre in reazione a precisi contesti storici e sociali». (Thomas Römer)
La credibilità di Dio oltre una fede cieca
Cristianesimo umanista e umanesimo cristiano
Dio come il Vivente per eccellenza, in rapporto costante con noi e con il mondo
Una riflessione intellettuale ed esistenziale su Dio e su quello che se ne è detto, per pensarlo e viverlo al meglio, perché parlare di Dio - il Vivente per eccellenza - è per Gounelle l'autentico dialogo interiore: un appello a una fede intelligente.
"Tutte le enunciazioni su Dio rischiano di mascherare o travestire la sua verità invece di darne testimonianza. Le definizioni cui giungiamo sono infatti ipotesi che occorre riformare o riformulare. La Bibbia assume qui una funzione critica decisiva: lungi dall'imporci una dottrina di Dio, interroga, limita e trasforma le nostre".
Indagando con rigore sui principali attributi di Dio e sui linguaggi usati per dirlo, Gounelle cerca di rispondere a domande quali: Dio esiste? Dove possiamo trovarlo?
Il fine è mostrare, all'interno della realtà che cambia, la dinamicità di Dio e il suo senso, ricco e sempre nuovo, collocandolo nella ricerca dei credenti e degli esseri umani, non nelle loro conclusioni.
Confrontando alcune coppie bibliche, Dario Vivian porta alla luce i diversi volti della relazione, in particolare d’amore, in una lettura della Bibbia legata alle dinamiche antropologiche che interrogano la fede: il dipanarsi dell’esperienza amorosa emerge così entro una dinamica pasquale che, dalla freschezza iniziale, passa attraverso la crisi e la messa alla prova per ritrovare il dono della rifioritura di speranza e vita.
«Le relazioni d’amore, così come la fede, hanno il potere di farci entrare nell’“oltre” della nostra esistenza: se ami, se credi, si aprono spazi impensati, intuisci cose più grandi di quelle che vedi, tocchi, misuri. Siamo nati per essere in relazione, quel luogo in cui rischiamo le nostre sicurezze per affidarle, nude, nelle mani di un altro. Così come avviene nella fede. Eppure sentiamo prepotentemente che l’amore, arrivato proprio in quel momento della nostra esistenza, rappresenta una svolta definitiva, capace di riprendere la vita e lanciarla un po’ più in là, dandole un altro sapore, magari il sapore del vino della festa di Cana. E sentiamo anche la fragilità e la responsabilità di questo amore: percepiamo che l’amore ci fa nascere e può farci anche morire. Ma allo stesso tempo avvertiamo che solo l’amore può farci risorgere».
In questo libro Lidia Maggi ricerca nelle Scritture quei fili sottili che consentono di narrare le meraviglie di Dio e la storia della salvezza con voce femminile. Pagine in cui, all'interno di una storia spesso coniugata al maschile, fanno capolino figure di donne che con la loro presenza offrono testimonianza di un Dio che sfugge alle semplificazioni religiose e di un libro che riserva continue sorprese ai lettori disponibili ad aguzzare la vista. Pagine che spingono a recuperare la sapienza di uno sguardo penetrante, capace di leggere l'inedito e lo "straniante" rispetto a letture più tradizionali, per scorgere quel Dio che ama nascondersi dietro i dettagli e agire tramite figure ai margini.
Paolo: uno spirito dottrinario, rigido e antifemminista?
Paolo: geniale formulatore di verità fondamentali senza il quale il cristianesimo sarebbe rimasto una setta.
L'attualità di Paolo.
Accusato di essere uno spirito dottrinario, rigido e antifemminista, Paolo è da sempre una figura controversa che avrebbe barattato la religione del cuore di Gesù con un sistema dottrinale tortuoso. Nondimeno, senza il suo genio nel formulare verità fondamentali della nuova fede, il cristianesimo sarebbe rimasto una setta. In un mondo in cui la questione del senso della vita e della dignità umana resta dolorosamente centrale, la scoperta di un Dio che accoglie a prescindere dai meriti acquista straordinaria attualità.
Oltre l'idea di Dio come mera istanza accogliente
Dio giudice e Dio di amore
Dal giudizio divino alla speranza del superamento di odio, ingiustizia e sfruttamento
Il pensiero del Dio giudice - che nella prassi religiosa si tende a tralasciare - è irrinunciabile per un vero riconoscimento del Dio di amore: il giudizio divino è infatti il rifiuto da parte di Dio di quanto è contro il suo amore.
Dalla quarta di copertina:
Oggi, nella prassi religiosa si tende a rinunciare all'immagine del Dio giudice in quanto si ritiene che mal si concili con il Dio biblico dell'amore.
Il Dio in qualche misura "innocuo" che ne discende, l'istanza accogliente da cui, tutt'al più, provengono impulsi di carattere etico, è però un Dio irrilevante per molti contemporanei.
Zeindler intende viceversa mostrare che, per un vero riconoscimento del Dio d'amore, l'idea del Dio giudice è irrinunciabile: il giudizio divino è infatti rifiuto di quanto va contro il suo amore, spazio liberato per la speranza che – un giorno – odio, ingiustizia e sfruttamento saranno superati.
La signoria di Dio, insomma, non si realizza senza il confronto con le ingiustizie.
Come convivono il Dio spietato e vendicativo dell'Antico Testamento e il Dio compassionevole del Nuovo?
Una rilettura dei passi controversi alla luce delle più recenti scoperte veterotestamentarie
Verso il superamento di un facile dogmatismo
Al rifiuto dell'Antico Testamento da parte di molti teologi e filosofi per le immagini del Dio "spietato e vendicativo" che vi compaiono, Römer oppone una rilettura dei passi controversi alla luce delle più recenti scoperte veterotestamentarie, presentandoci un Dio inconsueto alle prese con la vita concreta degli esseri umani.
Dalla quarta di copertina
Il Dio dell'Antico Testamento chiede ad Abramo il sacrificio del figlio, uccide i primogeniti egiziani la notte precedente l'Esodo, elimina senza pietà gli israeliti dediti al culto del vitello d’oro…
Proprio a causa di tali tratti "barbari", che non si accorderebbero con le immagini del Dio buono e compassionevole dei Vangeli, nei secoli molti teologi e filosofi hanno rifiutato l'Antico Testamento.
Per Römer – che propone una rilettura dei passi controversi alla luce delle recenti scoperte veterotestamentarie – tali tratti mettono tuttavia in guardia contro i vani chiacchiericci di certa dogmaticità e introducono immagini inconsuete di un Dio alle prese con la vita concreta degli esseri umani.