Questo volume inaugura una collaborazione tra Codice edizioni e Biennale Democrazia, progetto civile e culturale che sta compiendo un profondo lavoro di indagine sul senso e il valore del concetto di democrazia nella società contemporanea, e la cui prima edizione si è svolta a Torino nel 2009. L’esercizio della democrazia raccoglie l’intervento introduttivo alla manifestazione del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, unitamente alla lectio magistralis del professor Gustavo Zagrebelsky, Presidente della Biennale. Dalle loro parole emerge una lezione fondamentale, quanto mai necessaria oggi: la democrazia è un insieme di diritti e di doveri che appartengono al cittadino, e che spetta al cittadino esercitare. È prima di tutto un modo di rapportarsi con gli altri: nasce dal basso, dalla vita quotidiana, e arriva a permeare la costruzione di una società. Per questo è così importante parlare di esercizio: la democrazia non viene stabilita e progettata una volta per tutte; è una realtà viva, in continua trasformazione, che si nutre dei valori che le persone sanno trasmettere.
Quello tra coscienza e legge è un rapporto complesso che regola la vita della persona all’interno della comunità e delle istituzioni, una costante tensione talvolta sfociata in tragico conflitto, interiore e sociale. Ma quando è giusto, se è giusto, ribellarsi alla legge?E in nome di quali principi? Una reale e sana democrazia, ci dicono gli autori, è la cornice che garantisce la composizione di questo rapporto; in un contesto di tolleranza e dialogo infatti la coscienza individuale, «voce collettiva di una comunità etica ideale a cui sentiamo di appartenere», permette la comprensione e il riconoscimento delle altre persone, mentre una legge giusta offre il terreno comune su cui nutrire quel clima di confronto e di crescita. Quella stessa coscienza rappresenta quindi lo sguardo vigile che l’individuo deve esercitare anche per riconoscere, denunciare e combattere le degenerazioni della democrazia, quando essa viene svuotata del suo significato e le sue leggi piegate a un uso distorto che provoca disuguaglianze, privilegi e più o meno velate oppressioni.
È uno dei termini più controversi del nostro vocabolario, capace di suscitare allo stesso tempo attrazione e repulsione. Considerato uno dei più alti e raffinati momenti di strutturazione sociale dell'uomo, è accusato anche di essere stato la miccia che ha innescato terribili conflitti, o l'alibi dietro cui sono stati perpetrati orrendi crimini. Ma l'ideologia, scrive Freeden, è innanzitutto un quadro concettuale all'interno del quale l'uomo, animale sociale per eccellenza, organizza il proprio pensiero e le proprie azioni individuali e collettive. Michael Freeden offre una panoramica completa e chiara della letteratura, della storia e dei più importanti approcci teorici a tale argomento: a Machiavelli, Marx, Engels e i nazisti si affiancano così il 1984 di Orwell, la Dichiarazione d'Indipendenza degli Stati Uniti e l'Islam. Un libro per chi cerca un approccio alternativo rispetto ai trattati di teoria politica e sociale, ma anche un'introduzione per chi si avvicina per la prima volta a questi temi.
George Lakoff, linguista di Berkeley, da anni studia l'efficacia e il potere evocativo della metafora, applicando le teorie scientifiche del linguaggio allo studio e all'analisi di uno degli aspetti cruciali della comunicazione pubblica e sociale: la politica. Negli ultimi anni, scrive Lakoff, la destra conservatrice americana - ma il paragone con il nostro panorama politico è immediato e urgente - ha saputo trasmettere, facendo ricorso a un linguaggio pericolosamente populista e retorico ma diretto e convincente, i propri valori fondamentali con maggior vigore ed efficacia rispetto a quanto non abbia saputo fare l'ala progressista. Il discorso di George W. Bush in occasione della celebrazione del suo secondo mandato presidenziale, la cui analisi rappresenta il cuore di "La libertà di chi?", è in questo senso indicativo, perché incentrato sull'idea fondante di ogni società democratica e civile. Bush, in meno di mezz'ora, ha pronunciato quasi 50 volte la parola "libertà" e i suoi sinonimi. Dal momento che, continua Lakoff, la ripetizione ha nella mente di chi ascolta un enorme potere inconscio, questo uso continuo e ossessivo ha permesso alla destra di appropriarsi letteralmente di questo concetto, manipolandolo e piegandolo per giustificare le proprie battaglie politiche e religiose. "La libertà di chi?" è un'istantanea lucida della nostra contemporaneità; un insegnamento per l'intera classe dirigente e politica.