Prestare ascolto alle voci della riflessione critica della fede può far crescere la qualità del pensiero e della vita per tutti, credenti o non credenti che siano. A una simile esigenza risponde Bruno Forte, in un libro aperto al dialogo con la filosofia, la psicologia, l'etica e la scienza, un libro che si propone di superare steccati e riscoprire la forza di congiunzioni possibili tra scienza e teologia, tra fede e pensiero.
Dopo la sconfitta del nazismo e del suo credo nella superiorità della razza ariana, nessuno oggi potrebbe definire il razzismo come una dottrina che si fonda sull'affermazione di una gerarchia tra le razze umane. Si tratta, allora, se si vuole combattere un fenomeno così diffuso, di pensare a una sua ridefinizione. E ciò comporta, contemporaneamente, la necessità di una ridefinizione dell'antirazzismo, il quale si trova di fronte alle nuove forme di razzismo dell'epoca postnazista: la persecuzione delle minoranze, la xenofobia anti-immigrati, le manifestazioni e le guerre etnonazionaliste.
"Spero solo di avere ancora tanto tempo tra le mie braccia". Con queste semplici parole un bambino di quattro anni ci rimanda alla consapevolezza della fragilità della vita umana e nello stesso tempo esprime tutta la saggezza e il coraggio dei piccoli pazienti affetti da una malattia potenzialmente mortale. Il volume introduce all'ascolto dei racconti di questi bambini, alle loro conversazioni e all'osservazione dei loro disegni: l'analisi e l'interpretazione del materiale clinico guida il lettore in un mondo di sfide straordinarie e di eccezionali capacità di recupero. Prefazione di Umberto Veronesi.
"Questo libro rappresenta la riflessione sulle vicende dello sviluppo di uno dei più seri ricercatori in questo campo, punto di riferimento fra i più autorevoli per tutti coloro che studiano lo sviluppo sociale umano. Schaffer possiede, molto più di altri, la capacità di collegare la ricerca con i problemi quotidiani dello sviluppo, così come si manifestano nella famiglia, nel gruppo dei compagni e nei contesti istituzionali, offrendo informazioni di carattere scientifico utili per affrontare più adeguatamente questi problemi. (Dario Varin)
Fin dalla prima pubblicazione, "Occhio e cervello" si è imposto in tutto il mondo come una imprescindibile introduzione al fenomeno della percezione visiva. Benché le edizioni successive abbiano incluso nuove scoperte e idee, per la prima volta Richard Gregory ha completamente revisionato e aggiornato il testo, aggiungendo anche oltre 30 nuove illustrazioni. Il fenomeno dell'illusione ottica continua a essere il principale tema del libro, con un nuovo tentativo di fornire un chiaro sistema di classificazione. Compaiono per la prima volta le sezioni su cosa vedono i bambini e come imparano a vedere, sulla percezione del movimento e sull'impatto delle nuove tecniche di rappresentazione del cervello.
Il testo cerca di accompagnare il lettore all'interno dei diversi percorsi narrativi seguiti da ogni autore, suggerendo, nelle tre parti in cui si articola altrettanti modi per scoprire ed evidenziare le prospettive e i variegati accenti posti sulla tematica trattata. Una prima parte sviluppa alcune riflessioni sul rapporto tra formazione e approccio narrativo. La seconda parte propone chiavi di rilettura in prospettiva narrativa di tradizionali ambiti formativi. La terza parte evidenzia, attraverso il racconto e la ripresa di particolari situazioni di lavoro formativo sul campo, aspetti e coordinate di un approccio narrativo alla formazione-intervento.
L'attuale grande sviluppo delle neuroscienze, con il fiorire di idee e il parallelo progresso di biotecnologie sempre più sofisticate, ha prodotto una accelerazione delle ricerche anche nel campo del sonno, che può pertanto avvalersi oggi di una straordinaria varietà di metodi e tecniche. Sembra appropriato, quindi, fare oggi il punto sullo stato dell'arte di queste metodiche e appare utile avviare una riflessione sulle loro distinte capacità, in alcuni casi già dimostrate, di contribuire all'approfondimento delle conoscenze, anche per valutare il condizionamento, talvolta negativo, che l'uso acritico delle medesime può determinare.
Uomini di poca qualità che ammantano di ciarle il loro sapere e il loro potere sono numerosi in ogni campo. Nel campo delle cure il ciarlatano è tuttavia una figura dotata di una sua dignità: è infatti il prodotto dell'angoscia esistenziale dell'uomo, dell'ansia di trovare un rimedio, magari solo consolatorio, all'inguaribilità della malattia e alla paura della morte. Sfruttare quest'ansia, lucrare su quell'angoscia, rende però il ciarlatano una figura indegna, un tipo spregevole. Questo libro racconta le storie, dal Medioevo ai giorni nostri, di ciarlatani degni e indegni, vissuti ai margini del mondo medico ma anche dentro di esso.
Il libro raccoglie gli scritti di Daniel Stern dagli anni '70 a oggi, disegna il percorso di ricerca e gli sviluppi clinici di questo studioso americano, figura innovativa nel panorama psicoanalitico. I primi scritti sulle interazioni precoci madre-bambino aprono nuove prospettive di studio non solo nel campo dei modelli dello sviluppo infantile ma nella stessa teoria del funzionamento psichico. La fertilità di questo approccio si rivela anche decisiva per rileggere le stesse esperienze cliniche e in particolare la psicoterapia madre-bambino, come risulta negli scritti degli ultimi anni. Dall'intersezione fra gli studi infantili e il lavoro clinico si viene a delineare questo nuovo campo di esplorazione.