Una domanda anima da sempre gli studi di LeDoux: come il senso di identità scaturisce dai neuroni, pur mutando di continuo il mondo circostante e i circuiti neuronali? Gli studi sui pazienti dal cervello diviso, svolti a metà degli anni Settanta, lo avevano indotto a pensare che l'io non fosse un'entità fissa ma una "narrazione" che intessiamo per dare un senso al mondo. Da allora, ne ha cercato le conferme nel cervello, studiando le emozioni e la memoria. Lo ha fatto anche ricostruendo, in Lunga storia di noi stessi, i quattro miliardi di anni di evoluzione dei viventi, per capire "come eravamo". E da qui questo libro riparte per spiegare "come siamo" noi umani: un intreccio inestricabile di quattro mondi (biologico, neurobiologico, cognitivo e cosciente) dalla cui continua interazione scaturisce la nostra coscienza, unica tra i viventi per la sua capacità di sperimentare noi stessi come un passato, un presente e un futuro; una capacità in virtù della quale costruiamo una narrazione della nostra vita, "una vita che imita l'arte", per dirla con Oscar Wilde.
Sin dall'antichità i gemelli sono oggetto della curiosità universale: al centro di speculazioni filosofiche, religiose e astrologiche, di intrecci letterari e di ricerche scientifiche, in Occidente come in Oriente, nel Nord come nel Sud del mondo, il tema del doppio da sempre affascina e inquieta, incanta e spaventa. Unendo aspetti antropologici, medici, psicologici, questo saggio guida il lettore in un viaggio affascinante alla scoperta del modo in cui culture differenti, compresa la nostra, considerano i gemelli. Dal Paraguay all'Etiopia, da Papua Nuova Guinea alle Filippine, Alessandra Piontelli tesse la trama di una narrazione avvincente sul ruolo che i gemelli rivestono nelle tradizioni e nelle usanze etniche. Scopriamo che alcune società li venerano e altre li aborrono. Ma soprattutto finiamo con l'imbatterci in aspetti poco indagati della condizione degli uomini, e uno studio sui gemelli si muta presto in una esplorazione dei lati oscuri della natura umana.