"E alla luce del lupo ritornano" è un libro che affascina come l'Odissea, che ha la lussureggiante magia di un classico come Le Mille e una notte, l'incanto rarefatto e impalpabile di una favola raccontata d'inverno, davanti al fuoco. Il romanzo si offre come uno scrigno stupefacente di storie, di racconti che stregano: il prodigio affabulatorio ne fa un mosaico scintillante, un caleidoscopio. Si snoda come una formula arcana che lenisce, e che diventa un atto di fede nella letteratura, nel suo potere di esorcizzare il mistero del mondo, assieme ai terribili "lupi". I lupi sono le inquietudini ancestrali dell'uomo, i suoi pozzi neri: la natura del reale, enigmatica, insondabile; la menomazione fisica e la malattia, "stigmate" di un'eccellenza segreta; la tragicità della scoperta del proprio io, il vero io; la concezione mitica della Storia; il legame, che nulla scioglie, tra Amore e Morte.
Un uomo vero sta a fronte alta davanti alla Necessità, e perfino a Dio: tutto questo è, e sempre sarà, Zorba il greco, mani e gambe che diventano ali nella danza leggendaria sulla spiaggia, sullo sfondo di una Creta pietrosa senza tempo.
Amore, amore mio, immensa fu la notte, immensa nostra veglia ove tant'essere fu consumato. Donna io vi sono, e con gran senso, entro le tenebre del cuore d'uomo. La notte d'estate s'illumina alle persiane nostre chiuse; l'uva nera azzurreggia nelle campagne; il cappero a bordo strada scopre la polpa rosa; e l'odore del giorno si sveglia nei vostri alberi di resina. Donna io vi sono, amore mio, entro i silenzi del cuore d'uomo. La terra, al suo risveglio, non è che un sussultare d'insetti tra le foglie: aculei e pungiglioni in ogni foglia... Ed io ascolto, amore mio, correre il tutto verso la sua fine. La civetta nana di Pallade si fa sentire nel cipresso; Cerere dalle mani tenere ci apre i frutti del melograno e le noci del Quercy; il topo quercino costruisce il suo nido nelle fascine d'un grand'albero; e le cavallette del deserto il suolo rodono fino alla tomba d'Abramo. Donna io vi sono, amore mio, in ogni festa di memoria. Ascolta, ascolta, amore mio, il rumore che un grande amore fa al refluire della vita. Tutte le cose corrono alla vita come corrieri dell'impero.
"Inizio fine" è la nuova elegante raccolta poetica del filologo e poeta Daniele Piccini, una delle voci più intense e preziose del panorama letterario italiano. Prima di "Inizio fine", Piccini ha pubblicato le raccolte poetiche "Terra dei voti" (Crocetti, 2003), "Canzoniere scritto solo per amore" (Jaca Book, 2005) e "Altra Stagione" (Nino Aragno, 2006).
Con la pubblicazione dell'antologia poetica "Lo splendore del tempio. Poesie d'amore" Crocetti Editore offre ai lettori italiani gran parte delle poesie d'amore pubblicate da Carol Ann Duffy dal 1985 a oggi, compresi "Rings" e l'intero corpus del volume pubblicato nel 2010 con il titolo Love Poems.
Voce fondamentale della letteratura svedese, nordica ed europea in generale, Lars Gustafsson è nato a Västeras nel 1936. Personalità fortemente eclettica, ha sviluppato numerosi talenti: musicista, pittore d'acquarelli, filosofo, logico, poeta e romanziere. Spirito inquieto e curioso, ha viaggiato e soggiornato in varie parti del mondo. Ha insegnato storia del pensiero europeo all'Università di Austin, in Texas, dalla fine degli anni '70 al 2006, quando ha deciso di tornare in Svezia.