Giuda è il traditore per eccellenza. L'uomo perduto per il quale non c'è più nulla da fare. Ma la condanna è davvero l'ultima parola? Don Primo Mazzolari intuisce nella tenerezza di Cristo la strada che la misericordia si è aperta innanzi a sé. È un abbraccio di carità che tormenta l'animo stesso di Giuda perché la misericordia di Dio disarma il cuore, scava in profondità, non lascia nulla d'intentato. Anche davanti al commercio di trenta denari che equivalgono al prezzo del Cristo, la risposta del Figlio di Dio sta in quel sussurro all'orecchio: "amico".
Il libro raccoglie quattro testi dei padri della Chiesa che prendono in esame il capitolo 15 del vangelo di Luca, dedicato alle parabole della pecora smarrita, della moneta perduta e del figlio prodigo.
Se il tema della misericordia Dei attraversa e anima l’intera Scrittura con uno spirito che assume spazio e dimensioni universali, proprio il capitolo dell’evangelo lucano consente di cogliere, in virtù dei molteplici richiami offerti dalle interpretazioni dei Padri, innumerevoli sfumature.
Sant’Ambrogio, per esempio, suggerisce una lettura trinitaria delle tre parabole con riferimento a Cristo pastore e Cirillo d’Alessandria legge nella moneta ritrovata e nell’effigie che porta impressa un modo per ripristinare nell’uomo l’immagine perduta di Dio. Agostino e Pietro Crisologo riflettono soprattutto sul figlio prodigo, con accenti che stimolano la riflessione sulla profondità inesauribile dell’amore di Dio e rendono avvincente la lettura.
Sommario
Introduzione. Volti della misericordia. Note biografiche degli autori. Nota bibliografica.
I. Le parabole della misericordia. 1. Ambrogio. Trilogia della misericordia. 2. Agostino. Sui due figli.
3. Cirillo di Alessandria. La pecora, la dracma, il padre. 4. Pietro Crisologo. Il padre e i due figli.
Note sugli autori e sul curatore
Ambrogio (340ca–397). Figlio di un funzionario imperiale e avviato alla carriera di magistrato, fu eletto vescovo dal popolo di Milano per acclamazione (374). Da questo momento, era soltanto un catecumeno in attesa del battesimo, si impegnò nello studio sistematico delle Scritture e nella predicazione, attendendo con rigore e fermezza all’ufficio episcopale. La sua opera è ricca di insegnamenti morali e spirituali (De officiis ministrorum, 391; De virginibus, 373); ampia è anche la produzione di opere dogmatiche (tre trattati contro l’arianesimo e due sui sacramenti) e assai significativa è la produzione esegetica (Exameron, due serie di sermoni sui salmi) a cui appartiene anche l’importante commento sul Vangelo di Luca in 10 libri (da cui è tratto il testo antologizzato) che costituisce anche l’unica opera del vescovo milanese relativamente al Nuovo Testamento.
Agostino (354–430). Proveniente da una famiglia di piccoli proprietari terrieri della Numidia, arriva alla conversione al cristianesimo nella maturità. Durante il viaggio a Milano del 387 incontra il vescovo Ambrogio e da lui riceve il battesimo. Al suo ritorno in Africa è consacrato prima sacerdote e poi nominato vescovo di Ippona. La sua vastissima produzione letteraria ne riflette l’impegno nella lotta contro le eresie, nell'approfondimento delle questioni teologiche, morali, dottrinali e spirituali. Per la profondità e finezza del suo pensiero, esposto in libri come le Confessioni e la Città di Dio, Agostino si è meritato il titolo di Dottore della Chiesa e l’appellativo di doctor gratiae. Alla sua attività di predicatore fanno capo i Sermoni da cui è tratto quello che qui si traduce (112/A), appartenente alla serie dei discorsi su passi isolati del Nuovo Testamento (Sermones de Scripturis).
Cirillo di Alessandria (†444). Alla morte di Teofilo, di cui era il nipote, Cirillo divenne patriarca di Alessandria nel 412. Dal carattere intraprendente e combattivo, si distinse nella controversia contro Nestorio, che ebbe il suo culmine nella convocazione del Concilio di Efeso (431) con la condanna e la deposizione del patriarca di Costantinopoli e l’affermazione della dottrina cristologica della divinità di Cristo e dell’unione nella sua persona della natura umana e di quella divina – sintetizzata nella formula: Una natura Verbi Dei incarnata – che gli ha fatto guadagnare il titolo nella storia della teologia di doctor incarnationis. Lo scritto che qui si presenta, tratto dal Commentarius in Lucam, all’interno della sua produzione letteraria si situa tra le opere esegetiche, l’altro grande filone, non meno importante e significativo, che il patriarca alessandrino ha sviluppato insieme a quello più specificamente polemico e dogmatico.
Pietro Crisologo (†450). Scarse sono le notizie sulla sua vita. Nel 433 divenne vescovo di Ravenna, ultima capitale dell’impero romano d’occidente. La sua figura storica è possibile in parte ricostruirla a partire dalle sue opere oratorie (179 sermoni nell’edizione delle Opere della collazione degli Scrittori dell’area ambrosiana) e una lettera ad Eutiche in cui invita l’archimandrita bizantino, condannato come eretico per via della confusione che faceva in Cristo delle due nature, a rimettersi all’autorità del papa per dirimere la questione. Dal corpus dei Sermoni, la metà dei quali trattano un argomento biblico, si traduce il V, sul padre e i due figli, dove è chiaramente esplicitato che il suo modo di interpretare le Scritture non è solo quello di studiarne il senso letterale ma anche quello di indagarne il significato spirituale, nell’intenzione «di sollevarsi dal senso letterale a una comprensione mistica e straordinaria della divinità» (V,1).
Curatore. Lucio Coco all’attività di docente affianca il lavoro di ricerca sulla tradizione patristica. Ha curato numerose edizioni di Padri della Chiesa greci e latini. Collabora attivamente alla collana dei Testi Patristici dell’editrice Città Nuova presso la quale ha pubblicato in prima edizione importanti opere di Giovanni Crisostomo, Evagrio Pontico, Gregorio di Nazianzo. Altri suoi lavori hanno avuto per oggetto la spiritualità medievale (Gertrude di Helfta, Tommaso da Kempis) e la spiritualità della lettura.
La decisione di papa Francesco di dedicare alla misericordia un Giubileo straordinario è certo inattesa, ma del tutto coerente rispetto al profilo teologico e pastorale di Bergoglio. Il tema occupa infatti una posizione centrale nel suo magistero e si configura come uno snodo che incrocia le direttrici principali del pontificato: dalla necessità di una Chiesa in «uscita missionaria» all’appello a una pastorale in cui il rigore dei dogmi non comprometta la capacità di incontrare le persone nella concretezza della loro storia.
Per il papa la misericordia di Dio rappresenta il valore teologico di base, l’energia da cui parte l’azione salvifica, il contenuto centrale della buona notizia, ma anche l’atteggiamento e lo stile di vita del cristiano.
«Siamo ministri della misericordia grazie alla misericordia di Dio»: per Francesco questo è il primo criterio per identificare la fisionomia e il compito fondamentale del pastore, ma anche la prima chiave interpretativa di un pontificato proiettato con convinzione verso le periferie esistenziali.
Sommario
Introduzione. La misericordia: il messaggio più forte del Signore. Gesù mostra il volto di misericordia di Dio. Uscire da noi stessi sull’esempio del Padre misericordioso. Sempre vince la misericordia di Dio! Lasciamoci avvolgere dalla misericordia di Dio. Il tempo della misericordia di Dio. Per una Chiesa comunità di misericordia. I giovani, inviati a testimoniare la misericordia di Dio. Per la Chiesa è il tempo della misericordia. «Misericordiando». Anzitutto ministri di misericordia. I poveri ci guidano a ricevere la misericordia di Dio. Con Maria verso la misericordia di Dio che scioglie i nodi. La nuova evangelizzazione deve usare il linguaggio della misericordia. Il ministero della misericordia. «La misericordia, la più grande delle virtù». «La nostra religione, che la misericordia di Dio ha voluto rendere libera». La Chiesa dev’essere il luogo della misericordia gratuita. Ascoltare il grido dei poveri. Nell’eucaristia il Signore riversa su di noi tutta la sua misericordia. A messa, bisognosi della misericordia di Dio. Il ministero di misericordia nella confessione. Giovanni XXIII e Giovanni Paolo II, testimoni della Divina Misericordia. Sacerdoti, non stancatevi mai di essere misericordiosi! «Dare il cuore ai miseri». La misericordia di Dio rinnova il mondo. La gioia dei consacrati, radicata nel mistero della misericordia. L’essenziale del vangelo è la misericordia. La misericordia di Dio guarisce gli sposi dal veleno del peccato. Il buonismo distruttivo e altre tentazioni. «La suprema norma di condotta dei ministri di Dio». La logica della misericordia, logica della Chiesa. La carezza della misericordia nell’incontro con Cristo. Il sacramento della riconciliazione come mezzo per educare alla misericordia. La Chiesa testimone della misericordia: annuncio del Giubileo straordinario. La Chiesa sia sempre segno e strumento della misericordia del Padre. Le piaghe di Gesù sono piaghe di misericordia.
Note sull'autore
Francesco, Jorge Mario Bergoglio (Buenos Aires, 1936), è papa dal 13 marzo 2013.
Il tema della misericordia è ricorso più volte negli interventi di Papa Francesco. Nell'anno del Giubileo della misericordia, il sussidio accompagna nel cammino verso il Natale attraverso un percorso quotidiano costituito da un testo biblico, una breve riflessione del vescovo di Roma, una preghiera dei fedeli e la preghiera finale.
La tradizione chiama Maria "Madre di misericordia". Negli eventi della vita di Gesù e di Maria, che il santo Rosario propone, Dio manifesta la sua tenerezza di Padre e il suo irrefrenabile desiderio che ogni uomo si salvi e giunga alla sua piena realizzazione. Assorto in questo percorso interiore, nel cuore di chi prega nasce un'intima consolazione che fonda e sostiene la pace del cuore. Nell'Anno Santo straordinario della Misericordia, il sussidio offre la possibilità di rileggere i misteri del Rosario come eventi e doni di misericordia. Per ciascun mistero viene offerto un brano biblico, una breve meditazione che aiuta a interpretare l'episodio ricordato come evento di misericordia, una semplice preghiera litanica per cantare la misericordia di Dio e un'orazione conclusiva nella quale si chiede a Dio, per ogni fedele e per la Chiesa tutta, la grazia e la gioia di vivere quanto meditato, affinché la preghiera trasformi la vita.
Il sussidio offre ai fedeli la possibilità di approfondire il tema della misericordia di Dio, che accompagna la comunità ecclesiale durante l'anno giubilare. Corredato di un'introduzione e brevissimi spunti tratti dal magistero, propone numerose preghiere a Dio misericordioso tratte dai Salmi e dai Profeti, dagli scritti dei Padri della Chiesa e da autori antichi e moderni. Non mancano preghiere che conducono al pentimento e altre di lode e ringraziamento per il perdono ricevuto. Un esame di coscienza in forma litanica, utilizzabile personalmente o nei gruppi di preghiera, servirà alla preparazione del sacramento della Riconciliazione.
Pochi mesi prima della morte, Francesco d'Assisi lascia un testamento in cui, tra l'altro, riepiloga la sua esperienza cristiana. In una breve ma intesa narrazione racconta il cambiamento avvenuto nella sua vita e indica la misericordia nei confronti dei lebbrosi come il momento della svolta. A partire dagli scritti di Francesco e dalle successive narrazioni agiografiche, il libro indaga il significato dell'espressione "usare misericordia" e ne cerca le radici evangeliche e patristiche, note al santo attraverso la liturgia e soprattutto la recita del breviario. Proprio la misericordia - e non, ad esempio, la povertà o la minorità - è l'aspetto che, in prossimità della morte, Francesco definì come centrale nella sua vita e meritevole di essere trasmesso.
Un piatto gustoso. Un farmaco risanante. Due prodotti realizzati combinando sapientemente ingredienti e tempo, secondo ricette antiche, frutto di esperienza e passione. La creatività della buona cucina e la competenza della medicina sono espressione della cura per la vita propria e altrui, modi di custodire e restituire salute e benessere. Metafore di tenera premura, possono raccontare la misericordia di Dio, il suo amore nutriente e sanante per ciascuno e ciascuna di noi. Il sussidio propone personaggi e vicende bibliche che raccontano la tenerezza di Dio per l'umanità, accostando ciascuno a un ingrediente essenziale tanto ai fornelli quanto ai laboratori farmaceutici. Si sviluppa così un percorso di approfondimento della misericordia divina, nei suoi aspetti e nelle sue sfumature. Ogni scheda biblica parte dai sapori della vita quotidiana, fa assaggiare un particolare ingrediente biblico dell'amore di Dio e propone nuovi gusti per l'esistenza di tutti i giorni. Sono invitati a questo laboratorio gastronomico e farmaceutico i giovani e adulti, i gruppi biblici, le coppie e tutti coloro che desiderano assaporare la bellezza della misericordia di Dio.
Parlare di misericordia porta con sé il rischio della riduzione a una comprensione del tema puramente spirituale, interiore, morale, quasi si trattasse di un generico atteggiamento di bontà un po' ingenua.
Questo volume si propone, al contrario, di mostrare come la misericordia sia, nel solco del magistero di papa Francesco, una categoria profondamente significativa e operativa da[ punto di vista teologico e di immagine e forma della Chiesa. Una categoria che impone ripensamenti strutturali oltre che personali e che può essere la linea guida della riforma ecclesiale e della vita cristiana che molti si augurano.
«Sono convinto che tutta la Chiesa, che ha tanto bisogno di ricevere misericordia, perché siamo peccatori, potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione ad ogni uomo e ad ogni donna del nostro tempo. Non dimentichiamo che Dio perdona tutto, e Dio perdona sempre».
Papa Francesco
Gesù Cristo è il volto della misericordia del Padre. Il mistero della fede cristiana sembra trovare in questa parola la sua sintesi. Essa è divenuta viva, visibile e ha raggiunto il suo culmine in Gesù di Nazareth. Il Padre, "ricco di misericordia" (Ef 2,4), dopo aver rivelato il suo nome a Mosè come "Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà" (Es 34,6), non ha cessato di far conoscere in vari modi e in tanti momenti della storia la sua natura divina. Nella "pienezza del tempo" (Gal 4,4), quando tutto era disposto secondo il suo piano di salvezza, Egli mandò suo Figlio nato dalla Vergine Maria per rivelare a noi in modo definitivo il suo amore. Chi vede Lui vede il Padre (cfr Gv 14,9). Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio.