Il volume completa un progetto di riflessione finalizzato a rendere le parrocchie e le comunità; cristiane più; dinamiche, in grado di attivare processi di rinnovamento e di essere in grado di dare impulso a una "nuova tappa di evangelizzazione". Nella prima l'autore espone i comportamenti che ritiene importanti per evangelizzare nel tempo presente. Nella seconda parte si mette in ascolto dell'appello di papa Francesco ad "uscire verso le periferie esistenziali", indicando cinque campi di azione: l'accoglienza e l'ascolto dei lontani, l'impegno con i poveri, il vangelo in carcere, la Buona notizia ai malati psichici e la sfida di una società; libera dall'omofobia.
Il mondo delle carceri italiane viene analizzato in questo libro attraverso i contributi di cinque persone impegnate nello sforzo di coniugare giustizia riparativa e perdono responsabile.
I testi commentano il Documento base nell’ambito penale e approfondiscono alcuni aspetti specifici della missione cristiana nei penitenziari, orientata a una prassi di recupero delle persone recluse.
Se il carcere è in crisi come istituzione, la società civile e la Chiesa debbono dare un reale contributo alla ricerca di forme di aiuto alle persone che hanno sbagliato e attendono occasioni di riscatto per ritrovare fiducia e avere fiducia dalla società alla quale appartengono.
Sommario
Presentazione (C. Sepe). I. L’agire della Chiesa per un cammino di liberazione (C. Matarazzo). II. Mettersi in ascolto di una Chiesa, ferita, prigioniera e nascosta (R. Grimaldi). III. Pastorale carceraria e compiti del volontariato (F. Esposito). IV. Fare catechesi in carcere (A. Spagnoli). V. Liberare e aiutare a liberarsi dal carcere (S. Ciambriello). VI. Documento base di pastorale nell’ambito del penale (Ispettorato dei cappellani delle carceri italiane). Premessa. 1. Il contesto. 2. Prendere l’iniziativa. 3. La scoperta della buona notizia. 4. La pastorale carceraria. 5. Il cammino di liberazione. Allegati. Strumenti pastorali.
Note sull'autore
Carmine Matarazzo è docente stabile di Teologia pastorale e direttore dell’Istituto di scienze pastorali della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale (Sezione San Tommaso d’Aquino) di Napoli. È membro del consiglio di direzione di Asprenas, capo redattore di Campania Sacra, direttore di Capys e collaboratore di Avvenire. Autore di numerose pubblicazioni, dirige collane per gli editori Cantagalli, Luciano e Su Ali d’Aquila.
A partire dagli scritti del sociologo Luca Diotallevi e dello scrittore Erri De Luca, il volume propone un'originale riflessione a più voci sul futuro della fede in un tempo di crisi. I contributi sottolineano da diversi punti di vista (biblico, letterario, teologico, filosofico, sociologico-pastorale) la necessità di una nuova riflessione in riferimento alle condizioni mutate del tempo, soprattutto in un momento storico in cui andrebbe riscoperto anche dal punto di vista comunicativo il senso della rivelazione nella storia. Il tempo di crisi, come suggestivamente suggerisce il magistero di papa Francesco, è infatti un'occasione propizia per riflettere e testimoniare la fede in Cristo. Presentazione di Francesco Asti.
Mentre gli adulti si stupiscono dei cambiamenti che avvengono nel mondo giovanile, i ragazzi chiedono a chi ha più anni e più esperienza di loro di risintonizzarsi su un nuovo modo di vivere, di prendere contatto con le novità di cui sono portatori, con le modalità che adottano per comunicare e con la fatica di sognare il futuro. Poiché non è obbligatorio fare «come si è sempre fatto», è necessario che gli adulti trovino la strada di stabilire con i ragazzi relazioni corrette basate sulla fiducia e sulla capacità di credere e dimostrare che è possibile fare percorsi comuni. Questo è però possibile solo se gli adulti sentono la necessità di rimettersi in gioco, affrontando le fatiche e accettando i limiti che accompagnano l'attività educativa.
Il libro ha alle spalle l'esperienza di un gruppo nato a Palermo in ambito parrocchiale dall'impegno di una decina di studenti e studentesse, allora agli ultimi anni di liceo, accompagnati da un laico e da una laica. Il gruppo - che nel frattempo si è dato un nome: Exodos - è diventato oggi una piccola comunità; di oltre ottanta giovani, quasi tutti universitari, alcuni liceali, altri già; laureati. Fin dall'inizio lo stile delle riunioni è stato molto diverso da quello della prassi catechistica perché, invece di basarsi sulla proposta di contenuti di fede precostituiti, ha assunto la forma di una ricerca che prendeva le mosse dall'esigenza di senso dei partecipanti, avendo come orizzonte la proposta evangelica. La ricerca è stata l'elemento che ha accomunato i credenti, insoddisfatti della superficiale adesione di una fede "ereditaria", e i non credenti, disposti a esplorare con onestà; intellettuale una prospettiva religiosa fino a quel momento ignorata o esplicitamente rifiutata. Si tratta dunque di una storia nata e maturata nell'ambito della pastorale ordinaria che non ha richiesto stravolgimenti della vita parrocchiale o condizioni eccezionali. Essa dimostra però che i giovani non sono impermeabili al richiamo della fede, anche quando ne sembrano lontani; il problema riguarda invece gli adulti, spesso incapaci di proporre percorsi capaci di accendere l'interesse e di trasmettere esperienza e conoscenza.
Una riflessione teologico-pastorale sui temi del ministero ordinato, della diaconia comune e della corresponsabilità ecclesiale, ma anche un'occasione per cogliere il sentire attuale della Chiesa. Sono i temi affrontati in questo volume, che raccoglie gli atti delle giornate di studio su "Diaconato e diaconia. Per essere corresponsabili nella Chiesa", organizzate a Vicenza il 27 e il 28 ottobre 2017, dalla Pia Società San Gaetano, dalle teologhe italiane, dalle suore Orsoline di Breganze, dalla Comunità del diaconato in Italia e dalla Diocesi di Vicenza. Contributi di: Alphonse Borras, Erio Castellucci, Matteo Cavani, Luca Garbinetto, Andrea Grillo, Federico Manicardi, Cettina Militello, Serena Noceti, Enzo Petrolino.
Attraverso numerose testimonianze, questo libro propone una riflessione sulla difficoltà di essere cattolici e omosessuali. Le storie vere qui raccolte sono state elaborate nell'ambito dell'associazione francese «Devenir un en Christ», un'organizzazione cristiana di accoglienza e di dialogo per le persone omosessuali e i loro cari. Fondata nel 1986, essa consente a ciascuno, in un clima di rispetto e fiducia, di vivere un'esperienza di fede e di fraternità.
Da dove nasce nell'uomo la spinta alla ricerca della felicità? E questo impulso è in contrasto con il messaggio evangelico o trova in esso l'autentica strada da percorrere? Queste riflessioni sulle beatitudini evangeliche cercano una risposta all'interrogativo sulla letizia e sulla sua declinazione religiosa.«Gesù – sostiene l’autore – ha voluto liberare gli esseri umani e dare loro gioia e felicità facendoli uscire dalla prigione dell'io, e lo ha fatto servendosi di un fine umorismo, di un acuto intuito pedagogico che non mortifica le persone, ma le spinge a vivere con stupore».
Una fede che non voglia farsi imprigionare nelle gabbie delle rigide formulazioni dogmatiche, che rifiuti le trappole della seriosità, deve essere ripensata come un grande gioco. E una Chiesa che confidi nell’azione dello Spirito, più che nell’ordine delle cerimonie o nel rigore formale e nei paramenti inamidati dei suoi ministri, non può non aprirsi alla dimensione ludica. Anche perché il diavolo – come diceva Friedrich Nietzsche – è lo spirito di pesantezza. Cioè il contrario dell’aerea leggerezza del gioco.
Sommario
Introduzione. Il limite e il sogno (C. Kostner). I. Ecclesia ludens (A. Mastantuono). II. Fragilità e mito della perfezione (L. Grion). III. Sport e spiritualità (M. Lusek). IV. Gioco, sport e iniziazione cristiana (F. Ammendolia).
Note sull'autore
Antonio Mastantuono insegna Teologia pastorale alla Pontificia Università Lateranense. Luca Grion è docente di Filosofia morale all’Università di Udine. Mario Lusek è direttore dell’Ufficio nazionale per la Pastorale del tempo libero e sport della Cei. Fortunato Ammendolia è studioso di pastorale digitale e di opinion mining in ambito religioso.
Caroline Kostner, pattinatrice artistica su ghiaccio, medaglia di bronzo alle Olimpiadi invernali di Soči 2014, è stata campionessa mondiale nel 2012, cinque volte campionessa europea e otto volte campionessa italiana.
I processi e le strutture che hanno permesso, fino a qualche decennio fa, di comunicare il Vangelo paiono oggi sempre più inadatti a svolgere questa funzione. La trasmissione della fede da una generazione all’altra, su cui per secoli si è potuto quasi naturalmente contare, si sta velocemente interrompendo ed è sempre meno chiaro o condiviso che cosa si debba fare affinché il messaggio cristiano torni a essere tale per le donne e gli uomini che vivono in Europa.
A partire dall’esortazione apostolica Evangelii gaudium un gruppo di teologi riflette sulla «conversione» che il testo di papa Francesco richiede a diversi livelli e in diverse direzioni, sul terreno pratico e, prima ancora, su quello della riflessione accademica. Nel quadro di una lettura che prende in esame la Chiesa e la teologia latino-americane e il contesto culturale europeo, l’indagine si focalizza su due grandi orizzonti di conversione - il volto di Dio e la realtà della Chiesa – che richiedono di trovare concretezza in più specifici e circoscritti terreni: il diritto canonico, la liturgia, la morale e la spiritualità.
La questione del rapporto o, meglio, della distanza fra teologia e pastorale è il filo conduttore degli Atti pubblicati in questo volume. Sono il frutto di un convegno nazionale, svoltosi a Roma dal 26 al 28 gennaio 2017, cui hanno partecipato responsabili e professori delle Facoltà teologiche italiane, docenti degli Istituti superiori di Scienze religiose e rappresentanti di uffici pastorali. Se, per un verso, si lamenta che la formazione teologica non ha ancora un riconoscimento sul versante civile, è altrettanto vero che non tutto è ancora stato fatto affinché i saperi teologici siano patrimonio integrale delle Chiese locali, che avrebbero la possibilità di investire ancora molto, e con beneficio, nella valorizzazione di quanti hanno una preparazione teologica universitaria. In altri termini, c’è spazio perché tra pastorale e teologia si stabilisca un raccordo non solo saltuario o occasionale.
Gli Atti sono articolati in tre sezioni: la prima riguarda i soggetti coinvolti (pastori, teologi, laici); la seconda raccoglie le riflessioni sui principali ambiti della prassi ecclesiale, ripresi in rapporto ai tre testi fondamentali di papa Francesco (Evangelii gaudium, Amoris laetitia, Laudato si’); infine, una sezione è dedicata alla questione educativa e alla pedagogia religiosa, con riferimento peculiare al mondo della scuola e dell’insegnamento della religione cattolica.
Il cambiamento tecnologico crea non «un uomo nuovo», come prospettavano i manifesti cyborg, ma «del nuovo nell'uomo», poiché non esiste innovazione tecnica a cui non corrisponda una mutazione antropologica. Le tecnologie sono infatti oggetti sociali rivestiti di simbolico, ma soprattutto proiezioni della coscienza dell'uomo, delle sue virtù e dei suoi vizi. I mezzi messi a disposizione dalle biotecnologie - trasferimento di geni, trapianti di tessuti e organi, interventi di ingegneria molecolare - rischiano tuttavia di oscurare le molteplici risorse animali già presenti in ognuno di noi, eredità dei nostri predecessori non umani e quasi sempre represse perché difficili da inquadrare in una visione intelligente della vita e del mondo. Codificare le istanze che caratterizzano il postumano, che ha un largo impatto nel panorama scientifico e culturale contemporaneo anche se non ancora una definizione univoca, interpella la vita pastorale e consente di riflettere sui tentativi di relegare l'uomo nel sogno - o nell'illusione - di un'immortalità realizzata tecnologicamente. Prefazione di Giuseppe Lorizio.