Questo libro propone una riflessione sul tema della custodia del creato a partire dalla Bibbia. La prima parte evidenzia la creazione nel suo insieme, l'essere umano in questo contesto, l'ordine e il disordine cosmico. La seconda rilegge la creazione tenendo come punto di riferimento ideale le quattro componenti del cosmo: acqua, aria, terra, fuoco. L'ultima parte costituisce una sorta di appendice, con un capitolo che propone una breve lettura dell'enciclica di papa Francesco Laudato si' e quattro schede che riassumono gli elementi del creato, in una visione attuale e scientifica, una sorta di sguardo sulle conseguenze di quanto esiste e potrebbe accadere o già avviene.
San Tommaso d’Aquino negava l’Immacolata Concezione, ma non per questo era eretico. E per secoli, nella storia della Chiesa, molte persone hanno vissuto la fede con espressioni che oggi sarebbero considerate poco ortodosse, ma ciò non ha impedito loro di essere cristiani migliori di altri.
La tradizione teologica ha saputo distinguere tra eresie materiali e formali, cioè involontarie e consapevoli. In questo libro si parla solo delle prime, delle eresie inconsce che nel cattolicesimo attuale possono da un lato distruggere l’identità cristiana e dall’altro mettere in discussione la preziosa pluralità che tiene la Chiesa lontana dai rischi del «pensiero unico».
Sommario
Introduzione. Conviene che ci siano «eresie»? I. Negazione della vera umanità di Gesù. II. Negazione della «eminente dignità dei poveri nella Chiesa». III. Falsificazione della croce di Cristo. IV. Deturpazione della Cena del Signore. V. Trasformare il cristianesimo in una dottrina teorica. VI. Negazione dell’assoluta incompatibilità tra Dio e il denaro. VII. Presentare la Chiesa come oggetto di fede. VIII. La divinizzazione del papa. IX. Clericalismo. Oblio dello Spirito Santo. Conclusione. Io peccatore mi confesso.
Note sull'autore
José Ignacio González Faus, gesuita e teologo spagnolo, è stato docente di Teologia sistematica alla Facoltà di Teologia della Catalogna (Barcellona) e all’Università Centroamericana di El Salvador. Ha diretto la rivista Selecciones de Teología ed è attualmente responsabile dell’area teologica del Centro de estudios «Cristianismo y Justicia» di Barcellona. Autore di numerosi libri e articoli scientifici, ha pubblicato con EDB I poveri, vicari di Cristo. Testi della teologia e della spiritualità cristiana (1995).
La riflessione teologica e spirituale di papa Francesco, non estranea a una sensibilità filosofica, storica e politica, è maturata in dialogo con la vita e la pastorale all’interno di un’osmosi costante tra esperienza e pensiero.
Il suo approccio mostra infatti la capacità di riconoscere lealmente le questioni e di affrontarle tramite un paradigma teologico specifico, quello della misericordia. In altri termini il metodo di Bergoglio – inteso come frutto di una sua sintesi originale e, quindi, come un modo di avvicinare le questioni e i conflitti – sembra configurarsi come un insieme di strumenti teologici – e antropologici – estremamente utili e innovativi per ascoltare quello che lo Spirito dice alla Chiese, in modo particolare in Italia, nel nostro tempo. Contributi di: José Luis Narvaja, Fabrizio Mandreoli, Enrico Galavotti, Gerard Whelan, Anna Canfora, Sergio Tanzarella, Marco Giovannoni, Matteo Prodi.
Sommario
Abbreviazioni. Introduzione (F. Mandreoli). I. Un avvicinamento alla comprensione dell’immagine «mitica» di popolo: Bergoglio, Guardini e Dostoevskij (J.L. Narvaja). II. Un approfondimento sull’orizzonte e su alcune radici «europee» della teologia di papa Francesco (F. Mandreoli). III. Jorge Mario Bergoglio e il concilio Vaticano II: fonte e metodo (E. Galavotti). IV. Il metodo teologico e pastorale di papa Francesco (G. Whelan). V. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la teologia (A. Carfora - S. Tanzarella). VI. Il metodo di Bergoglio: conseguenze per la pastorale e la vita della Chiesa in Italia (M. Giovannoni). VII. Fonti, metodo e orizzonte di papa Francesco a partire dai quattro principi. Applicazioni pratiche per l’oggi (M. Prodi). Bibliografia essenziale su papa Francesco. Autori. Indice dei nomi.
Note sull'autore
Fabrizio Mandreoli, presbitero della diocesi di Bologna, è docente di Teologia fondamentale e Storia della teologia alla Facoltà Teologica dell’Emilia Romagna. Ha studiato a Bologna e Milano e ha approfondito gli studi di teologia, storia e lingue semitiche a Francoforte, Boston e Gerusalemme. Dopo aver svolto attività pastorale nelle carceri e in diverse comunità parrocchiali, oggi si occupa prevalentemente di formazione giovanile e dialogo ecumenico e interreligioso. Tra le sue pubblicazioni recenti: Giuseppe Dossetti (Il Margine 2012) Viaggio intorno al mondo. Un’esperienza di ricerca tra fedi, identità e trasformazioni umane (con G. Cella, Zikkaròn 2019).
Un pensiero che giunge «dall’altra parte del mondo», che fa tesoro del meticciato culturale e il cui valore non dipende da una più o meno marcata somiglianza o prossimità con la riflessione europea e nordatlantica.
In questo libro Francesco Anelli prende in esame il pensiero teologico latinoamericano evidenziandone la ricchezza e la capacità di creare, in vari ambiti del sapere, sempre nuove sintesi vitali sul piano filosofico, teologico e soprattutto pastorale.
Se la vita credente fosse un teatro, lo scenario odierno sarebbe dominato dalla questione «culturale» (società multi e interculturali, antropologia «culturale», cultural studies), ma siamo sicuri di sapere di cosa parliamo quando diciamo «cultura»? Su questa scena, teologia e Chiesa non vagano come personaggi in cerca d'autore: "Gaudium et spes" offre loro indicazioni di ampio respiro e direttive precise per entrare adeguatamente nella parte di chi, di fronte alle sirene del mondo, vuole imitare Orfeo, il quale non si turò le orecchie, ma, come ha scritto papa Francesco, «fece qualcos'altro: intonò una melodia più bella, che incantò le sirene».
Il volume propone una riflessione a più voci sul rapporto tra teologia, scienze religiose e nuove esigenze di formazione nella società della comunicazione e del pluralismo culturale. La prima parte ospita contributi sui contesti culturali e teologici contemporanei, mentre la seconda è dedicata ad approfondimenti legati all'ambito di singole discipline, proponendo temi e argomenti che possono costituire elementi di interesse nel dialogo tra la teologia e il mondo di oggi.
La passione per Dio misericordioso di fronte alla propria miseria era il grande tormento di Martin Lutero. Per il monaco agostiniano l'esperienza spirituale e la teologia costituivano infatti spontaneamente una cosa sola, un'esigenza strutturale del suo essere, prima ancora che del suo pensiero. Questo volume, che raccoglie i risultati di una ricerca pluriennale tra Facoltà teologiche cattoliche, evangeliche, riformate e valdesi, vede dunque nella spiritualità cristocentrica di Lutero l'anima del suo teologare. I saggi rivisitano alcuni nuclei della sua teologia, in particolare la "theologia crucis" come asse portante del rinnovamento del metodo teologico da lui inaugurato; il tema della giustificazione come domanda che sta alla base dell'esperienza religiosa e teologale; la spiritualità sottostante all'agire ecclesiale tipico della Riforma.
Credere non è un mero accettare il messaggio della fede solo per sentito dire, ma – ha scritto Edith Stein – «un essere toccati interiormente e uno sperimentare Dio». Se è così, allora la fede non è un aderire in modo cieco a realtà impenetrabili per la mente e, tanto meno, l’accettare senza riscontri una presenza impalpabile e del tutto inaccessibile al sapere della pelle. Ma, perché questo «vedere» e questo «toccare» possano davvero essere apprezzati nella loro profondità e nella loro sorprendente apertura è necessario affinare una sensibilità che consenta un reciproco e continuo scambio affettivo e conoscitivo, una sorta di «sentire comunitario e partecipato», da cui dipende ogni altra esperienza del mondo e della vita, definito empatia.
Attraverso questa «sensibilità condivisa» sarebbe dunque possibile arrivare perfino a «sentire Dio», quasi che si potesse avvertire il tocco della sua mano sulla propria pelle? Questa domanda, così decisiva, non si lascia risolvere in maniera teorica o meramente formale; essa è anche la sfida cui cerca di rispondere il libro.
Una raccolta di testi che sgorgano dal cuore – articoli di giornali, capitoli di libri – e che ruotano attorno al “mistero” pasquale, scritti in varie epoche della vita dal parroco di Bozzolo, recentemente indicato da Papa Francesco come “profeta” e testimone di una fede esemplare. Quella proposta da don Mazzolari è una “fede pasquale”, che vede nella Risurrezione il compimento della missione del Cristo Salvatore e che spalanca all'umanità prospettive di novità, di speranza, di futuro. Fra le pagine torna di frequente – dopo precedenti riflessioni del sacerdote-scrittore sulla via crucis, il calvario e il sepolcro – l’immagine della “primavera”, del rifiorire dell’intera umanità, redenta dal gesto d’amore, totale e incondizionato, del Crocifisso, che vince la morte e fa trionfare la vita piena.
sommario
Introduzione (G. Borsa). Nota editoriale. La Pasqua del contadino. Statio novissima et jucunda. Aria di Pasqua. Testimonianza pasquale. La notte che sa. L’ora desolata. Per tutti è Pasqua. Senza Pasqua non c’è primavera. Il fuoco sul sagrato. Pace a voi. Egli vi precede. È risorto. La nostra Pasqua. L’Ulivo e la Croce.
note sull'autore
Don Primo Mazzolari (1890-1959), prete dal 1912, fu cappellano militare al tempo della prima guerra mondiale e trascorse la sua vita come parroco di Cicognara e di Bozzolo, due piccoli paesi in provincia di Mantova. I suoi scritti e le sue predicazioni lo imposero all'attenzione pubblica, ma attirarono su di lui anche molte misure disciplinari della gerarchia ecclesiastica. EDB ha in catalogo la sua opera completa.
La storia di Cappuccetto Rosso e il racconto della creazione del mondo e dell'umanità all'inizio del libro della Genesi hanno una storia letteraria simile. A partire da tradizioni tramandate per secoli solo oralmente, si sono formati testi che, a un certo punto della loro storia compositiva, possono dirsi conclusi. Si tratta di opere con una struttura e un significato precisi, orientate a trasmettere una particolare pragmatica mediante l'identificazione di una morale. Tuttavia, questi testi hanno continuato a modificarsi anche dopo essere stati messi per iscritto; il racconto originario viene utilizzato, la storia raccontata resta la stessa, ma il messaggio cambia perché cambia la struttura formale del racconto.
Le discipline interpretative moderne fanno riferimento sia alla linguistica che alla scienza del testo e si sviluppano in parallelo alle scienze letterarie di carattere umanistico. Per questo, dal punto di vista scientifico, non fa alcuna differenza analizzare i racconti della creazione all'inizio della Bibbia ebraica o la storia di Cappuccetto Rosso. In entrambi i casi l'analisi letteraria permette di leggere il testo come un tutto coerente e di trarre illuminanti conclusioni.
Tre grandi modelli hanno espresso ed esprimono ancora oggi il rapporto dei cristiani con il mondo. Il primo è quello della «differenza profetica», che nasce nel contesto di una comunità perseguitata o trattata con ostilità. Il secondo è quello della «sistemazione nel mondo», che prende le mosse dalla condizione di pace religiosa. Il terzo, forgiato dal concilio Vaticano II, è quello della collaborazione leale e critica, che recupera dalle antiche fonti cristiane l’idea della relativa autonomia della sfera spirituale e di quella temporale. Recuperando le metafore evangeliche del sale e della luce, richiamate più volte dal magistero di papa Francesco, l’autore offre un’originale riflessione sul rapporto dei cristiani con la società e la politica.
Sommario
Introduzione. Tre modelli. I. La differenza profetica. II. La sistemazione nel mondo. III. La collaborazione leale e critica. IV. Il sale e la luce.
Note sull'autore
Erio Castellucci, arcivescovo di Modena-Nonantola, ha insegnato Teologia sistematica alla Facoltà teologica dell'Emilia Romagna dal 1989 al 2010. Dal 2009 al 2015 è stato parroco a Forlì e si è occupato, in particolare, di animazione vocazionale e giovanile e di formazione dei diaconi.
Uscito dalla matita di Walt Disney, Topolino è perspicace, svelto e ottimista, in grado di padroneggiare storie di ogni genere e destreggiarsi tra le strisce dei fumetti e il grande schermo del cinema.
Altrettanto dinamico, arguto e coraggioso è Asterix, frutto dell’ingegno di René Goscinny e Albert Uderzo: il minuto guerriero con l’elmetto alato che, all’epoca della conquista della Gallia da parte di Giulio Cesare, si batte per difendere l’indipendenza del proprio villaggio in Armorica, si avvale di una pozione magica e dell’inseparabile amico Obelix.
Abile e svelto al punto da sparare più velocemente della propria ombra, Lucky Luke, creato da Morris, riesce a risolvere i suoi guai senza ricorrere all’uso delle armi e rimanendo imperturbabile anche nelle situazioni più disperate. Alto e magro, cappello da cowboy e filo d’erba in bocca, si muove in uno scenario da Far West, tra saloon e villaggi indiani.
Ma che cosa hanno da dire questi tre personaggi dei fumetti alla filosofia e alla teologia?
Ce lo racconta Pohlmeyer in questo agile e simpatico testo.