Descrizione dell'opera
Il termine “cabbala” deriva dall’ebraico, dove significa semplicemente “tradizione che si riceve”. Solo nel medioevo il termine passò a indicare una tendenza speculativa, e una forma devozionale a essa collegata, in seno all’ebraismo, tendenza e forma rimaste vive e operanti fino a oggi, con la pretesa di rappresentare la tradizione più antica e più segreta. Per questo la Cabbala rimanda al mistero e a cose incomprensibili e viene messa per lo più in relazione con la magia e la superstizione.
L’autore descrive anzitutto i presupposti della nascita della Cabbala e documenta quali elementi cabbalistici sono stati ripresi e sviluppati a partire dalla tradizione ebraica. La parte centrale del volume è un’introduzione alla Cabbala ‘classica’ nella forma da essa assunta verso la fine del XIII secolo. Maier presenta poi una scelta di testi commentati in modo da proporre tutti i principali temi della Cabbala.
Il volume prosegue la collana pensata per rendere disponibili ai lettori opere di grande pregio a un prezzo contenuto. Esso viene ad aggiungersi alle solide introduzioni di G. Stemberger al Talmud e al Midrash, per offrire al lettore un quadro della mistica ebraica rispettoso dei suoi presupposti, intenzioni e principi.
Sommario
Introduzione. I. I materiali. II. Sefer jesirah: il «Libro della formazione/creazione». III. La cabbala classica del medioevo. IV. Il simbolismo delle singole sefirot. V. L’uomo. VI. La sofferenza dell’uomo, i mali di «questo mondo» e le forze del male. VII. Culto, preghiera, meditazione e contemplazione cabbalistica. VIII. Cabbalisti come poeti. Indici.
Note sull'autore
Johann Maier (1933) ha compiuto i propri studi presso le Università di Vienna, Zurigo e Gerusalemme e si è abilitato in giudaistica nel 1964. Dal 1964 al 1966 è stato libero docente all’Università di Berlino e dal 1966 al 1995 è stato professore di giudaistica all’Università di Colonia. Conta numerose pubblicazioni di storia ebraica.
Il volume raccoglie gli interventi dell’autrice ai Colloqui ebraico-cristiani di Montegiove. Il lettore che immaginasse tuttavia di trovarvi dei contribuiti costruiti secondo lo schema «gli ebrei sostengono... i cristiani invece...» resterebbe deluso. Ciascuna conferenza presenta, infatti, una riflessione intensa e singolarmente personale di un’anima profondamente ebrea, ma aperta al cristianesimo. Tale apertura al cristianesimo, conosciuto dall’autrice grazie sia a letture proprie sia alla partecipazione ai Colloqui e momenti di dialogo, nonché attraverso la sua personale attenzione alle molte espressioni della tradizione cristiana in Italia, non funge da “concessione all’avversario”, ma provvede a un possibile innesto del suo pensiero in quello cattolico.
I temi affrontati riguardano il concetto di Dio, il senso della vita, l’affermarsi della sofferenza, l’esistenza di Israele e la sua collocazione nella storia. Il titolo – Verso l’Uno – costituisce il filo conduttore, ritorna nei vari commenti ed è inteso come tensione di Dio e della storia verso l’unità e la dignità.
Per motivi diversi, le argomentazioni proposte, talora ardite, possono suscitare dibattito e anche sollevare perplessità, da parte sia ebraica che cristiana. Affrontano comunque tematiche di fondamentale importanza e insieme testimoniano la ricchezza spirituale e la profondità di fede dell’autrice.
Sommario
Presentazione (p. P. Grech osa). Introduzione. 1. Il sogno del giardino di Eden. 2. La lotta di Giacobbe con l’angelo. 3. La notte del Getsèmani. 4. La simbolica del fuoco. 5. Francesco d’Assisi: uomo di fede. 6. Lo Spirito fra eternità e tempo. 7. L’ebraismo nel mondo di oggi.
Note sull'autrice
Mirjam Viterbi Ben Horin è nata da famiglia ebraica padovana. Si è laureata in medicina e specializzata in neurologia e psichiatria all’Università di Roma. Psicoanalista junghiana, si è interessata in modo particolare allo studio dell’inconscio collettivo ebraico. Vive a Gerusalemme e a Roma. Impegnata nel dialogo ebraico-cristiano, è stata apprezzata interlocutrice dei Colloqui di Montegiove, animati da don Benedetto Calati, e delle sessioni del Segretariato attività ecumeniche (SAE). La sua precedente raccolta di riflessioni sul tema si intitola Il sogno di Giacobbe, Borla, Roma 1988.
Nell’ambito della fenomenologia religiosa la mistica ebraica ha una singolare collocazione non solo per la vasta durata del suo percorso (dal sec. VI a.C. ai nostri giorni), ma soprattutto per il suo caratteristico approccio con l’esperienza religiosa. Il misticismo ebraico è sorto infatti sia dal bisogno di trovare una giustificazione alle tragedie che di frequente si sono abbattute sul popolo d’Israele (esili, deportazioni, persecuzioni…), sia dalla necessità di attualizzare i contenuti della Scrittura. Attraverso una ricca articolazione interna, il volume documenta il percorso del pensiero ebraico (300 paragrafi tematici) nella complessità dell’esistere, che trova le strutture di unità in cinque temi-forza: il mondo divino, la creazione, gli angeli e i demoni, l’uomo, Israele.
Note sul curatore
Gabriele Burrini, giornalista professionista e scrittore di formazione orientalistica, si è laureato presso l’Istituto Universitario Orientale di Napoli con una tesi sul Profilo storico degli studi sul camito-semitico, pubblicata dagli Annali dell’IUO. nel 1978-1979. È socio dell’IsIAO di Roma. Ha pubblicato: Dionigi Areopagita. Gerarchie celesti, traduzione dal greco, introduzione e note, Tilopa, Roma 1981; Il cappellaio di Urmak. Racconti di redenzione, Edilibri, Milano 2001; L’angelo dei nuovi tempi. Oriente e Occidente verso la spiritualità futura, Edilibri, Milano 2003; con L. Meazza, La filosofia indiana, Xenia, Milano 1994; con A. Gallerano, L’antroposofia, Xenia, Milano 1996; sempre con A. Gallerano, Padre nostro che sei nei cieli. Le più grandi preghiere di tutti i tempi e di tutti i paesi, prefazione di G. Filoramo, Bompiani, Milano 1998; Pagine d’amor platonico, Edilibri, Milano 2002; inoltre i saggi “Un sodalizio di poeti. I rapporti fra Edouard Schuré e Angelo De Gubernatis”, in Studi in onore di A. De Gubernatis, vol. I, a cura di M. Taddei, Istituto Universitario Orientale, Napoli 1995, pp. 115-156; e “Il buddhismo e la scienza dello spirito”, in R. Steiner, Buddha, Ed. Antroposofica, Milano 1996.