Come fanno i giovani universitari, già pieni di impegni e di libri da studiare, a trovare il tempo e il desiderio per infilare nelle loro giornate anche la Lectio divina? Non suonerà piuttosto old fashion una proposta del genere? Certo, non è per tutti. Occorrono alcuni ingredienti non sempre facili da trovare nella medesima persona: un minimo di fede cristiana, alcuni minuti al giorno e il coraggio di provarci, fidandosi di chi assicura che ci saranno dei vantaggi. La vita universitaria è infatti ricca di stimoli, non solo intellettuali ma anche affettivi e spirituali. L'approccio critico alla realtà, in tutte le sue sfumature, pone domande che non possono girare attorno alla fede, ma devono interrogarla. Non è possibile che la fede rimanga bambina, quando la ragione diventa adulta. La fede non è un soprammobile donato una volta per sempre, che richiede al massimo qualche spolveratina; è un organismo vivo, si rafforza o si attenua con noi, può crescere ma può anche diminuire o spegnersi.
Il primo volume della Mistica dell'Amore ha esposto la genesi dell'opera comune di Hans Urs von Balthasar e Adrienne von Speyr e il nucleo bruciante dell'apporto teologico di questa mistica tedesca. Nel secondo volume viene ripreso questo apporto, a partire dal quale si apre un dialogo con grandi autori della tradizione: Origene e Antonio il Grande, Ilario e Agostino, Pietro Lombardo,Tommaso d'Aquino, Giovanni della Croce e Teresa d'Avila, e molti altri. La questione in gioco è quella della mistica, che Adrienne affronta in una maniera totalmente nuova e che formula in una mistologia tanto più oggettiva e affascinante in quanto interamente biblica. Ma come è possibile che posizioni così contrastate possano capitare nella teologia cristiana sebbene gli autori si richiamino tutti al medesimo Dio e alla medesima Rivelazione? L'inchiesta appassionante di questo libro ci fa risalire dalla mistologia alla soteriologia, alla cristologia, alla decisione della missione kenotica del Figlio, alla vita d'Amore di Dio. Finalmente, al mistero del suo Amore assoluto trinitario.
Papa Francesco ha affermato che tutti siamo sotto la pressione della «cultura del provvisorio». Su questo terreno sembrano sorgere molte fragilità vocazionali. Come leggere tale fenomeno? Quali modelli formativi proporre per rafforzare il senso della vita come dono e la perseveranza nel cammino intrapreso? Nel volume, il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per la vita consacrata e le società di vita apostolica, e l’arcivescovo José Rodriguez Carballo, segretario dello stesso dicastero, interpretano l’attuale situazione con realismo e speranza, indicando il compito delle istituzioni nel promuovere l’ideale di una vita dedicata alla sequela di Cristo. Lo psicologo Amedeo Cencini mostra la crisi come opportunità di crescita e propone un modello di formazione integrale capace di andare oltre un approccio moralistico e formale. Gli interventi di formatori, rappresentanti delle grandi aree geografiche in cui opera il carisma francescano, rilevano le sfide e le opportunità che le diverse culture costituiscono per la fedeltà vocazionale. Il sociologo Giovanni Dal Piaz, infine, rilegge la situazione attuale indicando i segni di una perseveranza che passa attraverso la strettoia di mutamenti sociali inediti.
Nella sua prima lettera pastorale dopo la nomina e l'insediamento a vicario apostolico dell'Arabia del Sud, Paolo Martinelli riflette sul tema della nostra vita come vocazione. Il vescovo ci ricorda che «il cristianesimo inizia con un incontro, con un invito a stare con Gesù» e ci sprona a vivere «con gioia la nostra vita come un dono, come risposta all'amore di Dio, che ci chiama a fare grandi cose», evitando la mediocrità.
All'inizio degli anni Quaranta, quando il mondo sprofondava nella follia della guerra, la città di Basilea fu teatro di un evento straordinario. Adrienne von Speyr e Hans Urs von Balthasar ricevettero da Dio, con assoluta discrezione, di essere introdotti soprannaturalmente da Lui in nuove profondità della sua Rivelazione nel corso di ventisette anni. Fra gli altri risultati, ciò doveva condurre, con la loro collaborazione, a un frutto teologico sorprendente, destinato alla Chiesa, e che si presenta oggi sotto la forma di un'opera "una e doppia" di assoluto primo piano. Tenendo conto del suo contesto nativo soprannaturale della strutturazione specifica legata a una missione doppia, il cuore dell'opera risiede in ciò che apporta di totalmente nuovo nella comprensione ed enunciazione teologica del suo Mistero trinitario. A partire dall'alto e in una maniera rimarchevolmente oggettiva biblica, splende allora l'inaudito del dono eterno fatto all'uomo: l'Amore che offre se stesso in condivisione, che arriva fino a fare della creatura un partner. Dio che fa sorgere, a partire da se stesso e conformemente alle sue leggi trinitarie più intime, la mistica dell'Amore.
Ampia nella sua portata filosofica e teologica e raffinata nella sua analisi letteraria, quest'opera offre una riflessione toccante sulla pratica del perdono in un mondo che non perdona. Matthew Ichihashi Potts esplora il complesso terreno morale che questo tema presenta e, che a suo parere è servito troppo spesso come balsamo per la coscienza del potere più che come strumento di cura o di giustizia. Sebbene sia spesso collegato alla riconciliazione o alla repressione della rabbia, Potts resiste a queste associazioni, affermando invece che il perdono è il rifiuto della violenza della ritorsione attraverso pratiche di penitenza e di dolore; è un atto di elaborazione del lutto; è più una postura non-ritorsiva che un'assoluzione della colpa. Il perdono cerca di vivere con le conseguenze della perdita: accetta che ciò che è perso non può essere recuperato e punta quindi a convivere con l'irrevocabilità dell'ingiustizia subita. Prendendo ispirazione dai romanzi di Kazuo Ishiguro, Marilynne Robinson, Louise Erdriche Toni Morrison, oltre che da testi che vanno dal primo cristianesimo al postmoderno, Potts diagnostica i pericoli reali del perdono e insiste sulla sua promessa duratura. Sensibile alle realtà del XXI secolo, come disuguaglianze economiche, devastazioni coloniali e lotte razziali, e considerando il ruolo del perdono nel Nuovo Testamento, nella tradizione cristiana, nella filosofia, nella spiritualità, nella teologia e nella letteratura contemporanea, questo libro annuncia l'arrivo di una voce teologica nuova e creativa.
Al termine del suo «viaggio» in Sicilia (1953), Mazzolari scrisse un reportage in cui si confronta con gli innumerevoli pregiudizi sul popolo siciliano. Cristallizzatisi in luoghi comuni, il parroco di Bozzolo prova a smontarli uno ad uno, ripercorrendo la storia dell'isola, descritta altrove come «uno scrigno senza chiave».
«Il 9 dicembre 2019, papa Francesco ha ricevuto in udienza il Seminario Regionale di Bologna, che celebrava i suoi cent'anni. Il Papa, dopo aver salutato i presenti e ringraziato il cardinale Zuppi per il suo discorso, ha voluto ricordare monsignor Bettazzi, "quasi coetaneo del Seminario". In realtà, sono nato nel 1923, ed ero stato alunno di quel seminario dal 1938 al 1942, insegnante dal 1950 al 1963. Ho approfittato dell'incontro per offrire al Santo Padre una copia del mio ultimo libro Il mio concilio Vaticano II, essendo rimasto io l'ultimo Padre conciliare italiano vivente. Un vescovo importante del Vaticano ha commentato con una battuta sorridente: "Sarà una delle sue solite eresie!". L'ho presa bene, pensando che la parola "eresia" originariamente, dal greco, significa "scelta, preferenza"».
Libro agile che offre a credenti e non credenti una riflessione profonda a partire dalle principali domande che nascono dalla forza del desiderio e che aprono al mistero di Dio. La base di partenza è il Vangelo di Giovanni, un testo privilegiato per andare alla ricerca di Gesù e in cui trova anche eco quella domanda che da sempre Dio rivolge a ognuno di noi: «Adamo, dove sei?» (Gen 3,9).
Il percorso intende unire, da un lato, la concretezza della vita quotidiana degli sposi e, dall’altro, la luce della Parola di Dio, secondo il metodo dellalectio: una «lectio del noi».
Muovendo dalle vicende di ogni coppia, non ha pretesa di novità: solo di aiutare gli sposi a mettersi, insieme, in ascolto di Dio. Per questo, si propone come strumento per tutti coloro che vogliono tornare a riflettere su una spiritualità coniugale o per quanti intendono dare vita a un nuovo «gruppo familiare». I primi passi a cui si è chiamati sono verso l’altro (il coniuge) e, attraverso di lui, verso l’Altro che è Dio.
Nell’auspicio che lo strumento possa essere di aiuto a tutti i gruppi familiari agli inizi del loro cammino o a coloro che vogliono ripartire guidati dalla Parola.
Il testo uscì il 15 maggio 1944, in piena II guerra mondiale. Nel personaggio evangelico della samaritana, Mazzolari riconosceva l'immagine dei tanti "lontani" assetati di giustizia e di amore a cui la Chiesa non sapeva far giungere la parola del Vangelo.
Descrizione dell'opera
Lo Spirito Santo realizza nell'uomo ciò che per la sola creatura è impossibile: la santità. Ma spesso l'uomo constata di essere sommerso da forze che gli impediscono di amare e di aderire al progetto di Dio. Come uscire da questo vicolo cieco?
I sette doni dello Spirito Santo aiutano a superare le debolezze proprie della natura umana e danno la luce divina per discernere, volere e amare secondo il cuore di Dio. «Così - scrive l'autore - la navicella della nostra anima raggiunge la riva verso la quale i nostri desideri di vita ci attraggono e dove non possiamo giungere solo con le nostre forze».
Dallo stile pedagogico e vivace, il testo costituisce un'eccellente guida per vivere nello Spirito Santo e crescere rapidamente nella conoscenza della vita spirituale. I doni dello Spirito Santo sono presentati in modo semplice, proponendo i riferimenti spirituali accanto a testimonianze ed esempi concreti. Illuminanti i riferimenti alla ricca tradizione dei Padri della Chiesa e dei dottori del Medioevo, come pure ai testi del Vaticano II e al Catechismo della Chiesa cattolica.
Sommario
Introduzione. 1. Spirito, dove sei? 2. Il dono del timore. 3. Il dono della pietà. 4. Il dono del consiglio. 5. Il dono della fortezza. 6. Il dono dell'intelletto. 7. Il dono della scienza. 8. Il dono della sapienza. Conclusione.
Note sull'autore
Ludovic Lécuruè sacerdote nell'abbazia Saint-Wandrille (Francia) dal 1997. Ha al suo attivo diverse pubblicazioni sulla missione della famiglia e sulla vocazione personale nella Chiesa e nella società, tra le quali ricordiamo Connaître et aimer sa vocation (Le Sarment) e Transmettre la foi en famille (Éditions de l'Emmanuel).