Volare via con lo sguardo è volare nello sguardo. Imprendibile. Come un colpo d'ala del genio. Qualcosa che sta sotto a tutto e dentro tutto. Invisibile, ma presente. Una presenza di interiorità. Entrare nella malattia è entrare nella solitudine. Una solitudine che non può capire chi non la abita. Dal didentro. È una questione di esperienza, perché è una chiamata assoluta alla profondità interiore. Anche l'urlo di aiuto sembra soffocare. Quando il gioco è interiore, il grido appare troppo esterno e annega nel sospetto velato della inutilità. Ma quante lacrime ci vogliono per trovare sollievo? Ne basta una. Lei sa che cos'è la solitudine. Ne è l'unica compagna cara. E l'obiezione del male? È l'angelo custode, il consolatore, che la trasfigura. E si fa compagnia comoda all'obiezione scomoda. Breve saggio di taglio divulgativo sul senso della sofferenza umana.
«Il messaggio della Divina Misericordia, proclamato mediante suor Faustina Kowalska, giunga a tutti gli abitanti della terra e ne riempia il cuore di speranza». Questo era l’auspicio di Giovanni Paolo II quando, nel 2000, istituì la festa della «Divina Misericordia», fissandola alla prima domenica dopo Pasqua.
Il cardinale Christoph Schönborn rintraccia le fonti della Sacra Scrittura che parlano della Divina Misericordia e spiega perché è questo l’annuncio centrale e più urgente che la Chiesa deve dare al nostro tempo.
Egli dedica queste riflessioni a papa Wojtyla, «il papa della divina misericordia», che sarà beatificato il 1° maggio 2011, proprio nel corso della «Domenica della Misericordia». In questa domenica del 2000 il santo padre canonizzò suor Faustina Kowalska, prima santa del nuovo millennio, e questa stessa domenica del 2005 egli vide il suo dies natalis, giorno della nascita alla vita eterna. «È impossibile – commenta Schönborn – non ravvisare in questa coincidenza un segno del cielo, quasi la firma di Dio in calce a un intero programma di vita».
Non c'è classe sociale o età della vita che non siano toccate dalla solitudine. Questo fenomeno, se inteso come chiusura o isolamento dagli altri, è desolante e infecondo perché è contro l'uomo, che è fatto per vivere in comunione. È quindi estremamente pericoloso. Eppure, non c'è nulla di più creativo e formativo della solitudine, quando è accettata e ricercata. È questa la solitudine feconda, che ci apre all'ascolto degli altri, che stimola la nostra creatività e che è apportatrice di pace.
Questo piccolo libro si propone di offrire una catechesi sintetica e essenziale sul più dolce dei misteri e sulla Persona più intima al nostro cuore, che è lo Spirito Santo, l'Amore stesso con cui il Padre ama il Verbo eterno e con cui Dio ama ognuno di noi.Lo Spirito Santo, per molti, resta un illustre sconosciuto. Eppure, la gioia profonda e dolce e la pace imperturbabile e serena che talvolta sperimentiamo sono suoi tipici doni.Ogni capitolo si apre con due strofe: una è tratta dalla Sequenza di Pentecoste e l'altra dall'inno Vieni Spirito Creatore, con i quali tradizionalmente la Chiesa invoca lo Spirito Santo. Queste strofe contengono le parole teologicamente e psicologicamente più efficaci per esprimere l'ineguagliabile ricchezza contenuta e donata dal divino Spirito.L'Autore, Mons. Novello Pederzini, pastore, prima che scrittore, è parroco nella comunità dei santi Francesco Saverio e Mamolo a Bologna. È attivamente impegnato nella nuova evangelizzazione: ha pubblicato numerosi testi di religione per le scuole e appassionanti sussidi di divulgazione teologica, veri bestseller che hanno successo per la chiarezza dei contenuti e per lo stile, semplice ed essenziale, che ne rendono la lettura facile e comprensibile a tutti. Sono tradotti in varie lingue e diffusi soprattutto oltre Oceano.
«Non esistono molti libri sulla spiritualità domenicana. Anzi, quand’ero un giovane frate, c’era una sorta di diffidenza nei confronti della “spiritualità”: veniva vista come un’invenzione del XVI secolo, quando la stupenda sintesi del pensiero medievale cristiano andò perduta, frammentata nelle diverse discipline della teologia. “Spiritualità” dava l’idea di tecniche complicate per entrare in contatto con Dio. Non era qualcosa che appartenesse alla nostra identità.
In questo libro Paul Murray rende evidente l’esistenza di qualcosa che si può definire “spiritualità domenicana”. Essa, però, non ha a che fare con dei modi speciali di pregare. Riguarda l’essere vivi in Dio e per gli altri. È da questa vita che scaturisce la nostra predicazione. Questo splendido libro inizia citando il secondo Maestro dell’Ordine, il beato Giordano di Sassonia, che parla del Vangelo come del vino nuovo, «il vino della gioia perenne» e finisce citando santa Caterina da Siena, che consiglia ai suoi confratelli: «Facciamo come l’ubriacone, che non pensa a sé, ma solo al vino che ha bevuto e a quello che gli rimane da bere». In maniera sorprendente e gradevole, il bere il vino diventa una metafora che esprime bene il carattere esuberante ed estatico della nostra relazione con Dio. Siamo trascinati fuori di noi stessi, per diventare altruisti e gioiosi e annunciare con libertà e schiettezza il Vangelo che è Gesù Cristo».
Dalla Prefazione di Timothy Radcliffe
Tutti sono con il dito puntato contro le istituzioni, i politici, i pubblici amministratori, i magistrati, i professori ..., gli immigrati ... e nessuno ha il dito puntato contro se stesso!
Per costruire una società ordinata e giusta sono necessarie persone ordinate e giuste. A me personalmente è rivolto il forte e urgente invito: metti ordine nella tua vita.
Questo piccolo libro vuole contribuire a realizzare quest´ordine, vuole illuminare le menti per comprendere il vero senso dell´ordine e sostenere le forze di coloro che sono impegnati a concretizzarlo in se stessi e nell´ambiente in cui vivono.
Mettere ordine è un impegno e un augurio a quanti amano se stessi e il meraviglioso pianeta nel quale per disegno divino siamo stati posti. Un impegno generoso dal quale nessuno può essere dispensato.
L’Autore, Mons. Novello Pederzini, pastore, prima che scrittore, è parroco nella comunità dei santi Francesco Saverio e Mamolo a Bologna ed è attivamente impegnato nella nuova evangelizzazione: ha pubblicato numerosi testi di religione per le scuole e appassionanti sussidi di divulgazione teologica, che hanno una larga diffusione per la chiarezza dei contenuti e per lo stile semplice che ne rendono la lettura facile e comprensibile a tutti. Sono tradotti in varie lingue e diffusi soprattutto oltre Oceano.
Gli ambienti, le regole, l´orario e le mansioni dei Frati Domenicani del tredicesimo secolo.
Fin dalla sua nascita l’Ordine domenicano ha una sua fisionomia caratteristica, che lo rende diverso non solo dai più antichi Ordini monastici, ma anche dagli Ordini mendicanti sorti nello stesso secolo XIII.
Pietro Lippini ricostruisce, sulla base delle fonti duecentesche, lo stile di vita dei Domenicani nel primo periodo della loro lunga storia: la struttura del convento, l’ingresso dei giovani nella vita religiosa, la preghiera, lo studio, il governo delle comunità. Il volume comprende una traduzione delle antiche Costituzioni dell’Ordine domenicano.
Protagonista è il primo agonista. Così l’idea può andare. Ma se si intende uno che a tutti i costi vuole occupare la scena senza alcun diritto o qualità, allora - lo si dice, no? - è puro e semplice protagonismo. In buon milanese, questo tale non è un protagonista ma un baüscia! Il primo agonista è Cristo perché entra come Il Primo nell´Agone. Egli è nell´Agone Glorioso dall´Eternità: dalla stessa fondazione del mondo (Ap 13,8). Come noi entriamo in questo agone? Stando nella scia di Cristo vittorioso (Seguimi! Gv 21,22): lì si è certi della vittoria (Gv 16,33), ma non si vede nulla se non le spalle di Cristo. La fede è questo trascinamento, coinvolgimento nella scia di Cristo vittorioso (1 Gv 5,4). E´ proprio in questa «scia» che sta il segreto della invisibilità e della certezza della fede. E´ ciò che Dio aveva detto a Mosè, per indicare l´esperienza della sua Gloria: vedrai le mie spalle (Es 33,23).
Questa certezza nell´invisibile affidamento è la fede teologale. Entrare nella scia e nell´agone di Cristo non significa entrare da violenti nella violenza, ma entrare nel dolce giogo che assimila alla leggerezza di un atleta divino. Lo scenario dell´anima cristiana è il luogo dell´agone e il contemplativo è l´atleta assimilato a Cristo: il Primo Agonista.
Occorre un capovolgimento psichico per accorgerci di ciò che sta alle spalle del meraviglioso e del tempo. Lì l´anima si atteggia simbolicamente come balena che contempla la profondità, come passero ricercatore, come delfino studioso e come aquila che contempla dall´alto. Si deve cominciare a passeggiare nel microcosmo che è l’anima, per trovare le radici della bellezza del macrocosmo che è il mondo. Il nuovo scenario è più intenso e profondo. Nel colpo d’occhio di un’intuizione senza tempo, appare la geografia dell’anima. E l’esploratore dell’anima si trova sui sentieri del Paradiso e sulle tracce del divino. I paesaggi dell’anima sono cristiformi. La bellezza è il modo con cui le cose cadono nello sguardo dell’esteta e la vita cristiana è un’estetica assoluta. Lo sguardo cristiano è trasfigurante: vedendo l’universo in se stessa, l’anima cristiforme manda a quel paese gli arrivisti girovaghi. Ed è la fine del mondo.
Questo libro parla d'amore in termini semplici, pratici e concreti. Raccolta di riflessioni e proposte per imparare ad amare.
Questo piccolo libro si prefigge di comunicare serenita' e speranza a chi soffre nel corpo e nello spirito.
L'ironia e la chiave di lettura di queste brevi meditazioni. Qualcuno, preoccupato, si chiede gia: e mai possibile che un cardinale abbia pubblicato un libro cosi dissacrante, cosi eversivo di tutti i principi fondamentali del cristianesimo? Ma la chiave di lettura di queste pagine e l'ironia, artificio retorico che si affida - forse un po troppo - all'intelligenza del lettore. In questi anni in cui i Vangeli apocrifi sono tanto alla moda anche quello scoperto anni fa dal Commendator Migliavacca puo essere utile per farci riflettere sulla nostra fedelta a Cristo Signore.
Trimestrale n. 1/ gennaio - marzo 2007. Il presente saggio studia una delle figure piu significative della teologia patristica: Cipriano di Cartagine.