Quando uscì nel 1997, Homo videns di Giovanni Sartori suscitò un ampio dibattito sull'onda delle preoccupazioni causate dalla nuova configurazione del sistema mediatico. La televisione aveva realizzato il suo processo di egemonizzazione del contesto comunicativo, mettendo in secondo piano o ai margini gli altri media. Si parlava di videocrazia, di un'invasività della presenza dell'immagine televisiva in grado di condizionare o addirittura cancellare ogni altra esperienza. La radicalità della tesi sartoriana ha suscitato consensi e critiche, ma ancora oggi, a oltre vent'anni di distanza, Homo videns offre spunti di riflessione sui principi a cui le tecniche e le pratiche giornalistiche si ispirano e sulle ricadute che producono sulla società. Da tempo, il grande strumento di comunicazione in grado di incidere sull'opinione pubblica non è più la televisione, ma la Rete. Le riflessioni di Sartori si possono tuttavia estendere ai media che l'hanno sostituita in quel ruolo egemone e pervasivo? Per verificarlo, le analisi esposte in Homo videns sono state qui sottoposte alla rilettura di prestigiosi giornalisti e intellettuali (Luciano Fontana, Peter Gomez, Giuseppe Laterza, Venanzio Postiglione, Barbara Stefanelli, Sergio Romano), che in queste pagine fanno luce sui rapporti tra media e società contemporanea.
Fotogrammi di un film possono essere più efficaci di una predica in chiesa? È possibile che i contenuti che transitano all'interno della sala della comunità possano trasformarsi in veicoli per un percorso di fede personale e comunitario? Come coinvolgere una comunità cristiana in questi percorsi di ricerca di Dio? A questa e altre domande intriganti risponde l'autore del volume cercando di impastare la sete di assoluto con le poltrone della sala e i bit del digitale. Una prospettiva utile per connettere chi gestisce la sala con gli operatori pastorali, sempre nell'ottica della sostenibilità e del maggior coinvolgimento degli spettatori.
Il saggio si interroga circa il contributo che le sale della comunità possono offrire alle comunità cristiane nel territorio e sul ruolo del cinema nei processi formativi e nei percorsi spirituali. Si proporranno alcuni esempi significativi delle opportunità che il medium offre, nell'ottica di una proposta culturale a sostegno di una ricerca spirituale abbinata a una revisione di vita. Ci si soffermerà inoltre su un caso esemplare: il progetto distributivo del film L'amore inatteso di Anne Giafferi (Francia, 2010), che consente di valutare sia le criticità sia le potenzialità dell'attuale scenario della pastorale della comunicazione sociale in Italia. Il saggio si conclude con un'appendice su alcune prassi di metodo, approccio e domande che possono guidare principianti e appassionati all'uso del cinema in pastorale in modo fruttuoso.
"Nessuno avrebbe potuto immaginare che così poco tempo dopo la sua nascita, Vatican Insider - il portale multilingue de "La Stampa" dedicato all'informazione sul papa e la Santa Sede, ma anche sulla Chiesa nel mondo e più in generale sulle religioni - divenisse oggetto di studio. Il nostro tentativo è stato quello di proporre buona informazione sul Vaticano, in un'epoca in cui le informazioni si moltiplicano, grazie a siti e blog, ma non sempre a questa sovrabbondanza di offerta corrisponde altrettanta qualità. Vatican Insider è una realtà piccola, ma tutt'oggi unica nel panorama mediatico internazionale. Abbiamo vissuto anni cruciali per la vita e la storia della Chiesa. Nessuno poteva immaginare, quando siamo nati, che avremmo dovuto documentare la prima rinuncia per vecchiaia di un papa in duemila anni. Nessuno poteva immaginare che dopo questa rinuncia sarebbe stato eletto il primo vescovo di Roma proveniente dall'America Latina, che con la sua attività sta dando molto lavoro ai giornalisti. Che tra le tante voci esistenti ci sia stata anche quella di Vatican Insider, dei suoi articoli, delle sue analisi, dei suoi reportage durante i viaggi papali o dai luoghi più sperduti dove i cristiani vivono esperienze belle o meno belle, dove vengono perseguitati, o dove nascono insperate esperienze positive di convivenza tra fedi e culture diverse, è un fatto certamente positivo e incoraggiante." (Dalla Introduzione di Andrea Tornielli)
Le pagine di questo saggio sono state pensate per tutte le persone che amano e si dedicano ai ragazzi, e non sempre ottengono ciò che desiderano nel cercare di trasmettere loro l'"arte del vivere".Gli autori analizzano le problematiche legate al vissuto emozionale nella società dell'informazione: dalla pubblicità al cinema, dalla televisione ai videogiochi, quali sono le strategie di un "gioco comunicativo" che, se entusiasmante da un lato, dall'altro rischia di provocare preoccupanti confusioni di piani cognitivi?Indispensabile è che gli educatori svolgano una seria riflessione sul proprio ruolo nel contesto della società massmediale per aiutare i giovani a ritrovare equilibrio psico-fisico e senso del vivere. Perché non sia troppo tardi e perché il mondo dell'educazione riesca a leggere le richieste di aiuto, molto spesso celate e ancora più spesso inconsapevoli, che i giovani gli rivolgono.
Quali sono le caratteristiche del social network per creare una comunità di lettori? Come si può costruire una propria biblioteca online e condividerla con altri navigatori? Perché è utile realizzare il trailer di un libro come si fa con un film e dove divulgarlo? Come ideare un programma culturale in tv? Lo spiegano gli autori di questo testo dove si trovano tutti gli strumenti dal web al digitale che hanno siglato la pace tra vecchi e nuovi media e la lettura. Viene analizzata, inoltre, l'esperienza de La Compagnia del Libro, il programma e il sito di Sat2000 che si occupa di lettura ed editoria. Il tutto corredato da una serie puntuale di esempi pratici ai quali ispirarsi, interviste a esperti e operatori del settore, risorse per continuare a navigare.
Questo libro nasce dall'idea di riflettere sul cineforum come esperienza di comunicazione e sulle modalità con cui renderla più efficace, attraverso un percorso interdisciplinare.