"Roma! Nome pieno di mistero. Dal momento che codesto nome si levò sulle nazioni, nessuna voce l'ha mai pronunziato senz'odio o senza amore, e non si sa se maggiore sia stato l'ardore dell'odio, o la passione dell'amore. Mentre la vanità dello spirito moderno si vanta di conciliar tutto, l'odio e l'amore di Roma continuano la loro lotta, più aspra che mai. L'odio fa scorrere il sangue; l'amore è inesauribile; e la lotta finirà soltanto alle soglie dell'eternità, col trionfo dell'amore. Fino a quel momento l'odio apparirà vittorioso; tuttavia esso è vinto. La sconfitta dell'odio sta nel suo persistere, nel perseguire invano quella vittoria della morte che lo libererà da se stesso. Roma vivrà; i nemici non saranno affatto alleviati dal peso della sua gloria."
In reazione alla profluvie di letteratura illuminista che, a partire soprattutto dalla seconda metà del secolo XVIII, inonda la Francia concimando il terreno per la successiva esplosione rivoluzionaria, fiorisce tuttavia una letteratura di opposta tendenza di cui il "Saggio sul principio generatore delle costituzioni politiche" di Joseph de Maistre, composto nel 1809 e pubblicato a Pietroburgo e a Parigi nel 1814, costituisce una delle espressioni più felici. L'opera di de Maistre non è un trattato sistematico di filosofia politica, ma un saggio rivolto contro una determinata categoria di avversari, i fabbricatori di costituzioni a tavolino, gli ideologi rivoluzionari che, disprezzando la lezione della storia e dell'esperienza, avevano preteso elaborare un modello puramente astratto delle strutture sociali e politiche. Opera dunque felicemente reattiva, dove l'autore non si limita a una reazione polemica, ma risale alle cause più lontane, penetra le conseguenze ultime, arriva a riscoprire il valore positivo di elementi la cui verità maggiore non è soltanto polemica, ma può e deve essere più ampiamente riconquistata.
Una risposta chiara ed esauriente a coloro che considerano la vaccinazione contro il Covid-19 in sé illecita, perché funzionale all'aborto.
Per capire dove va oggi la Chiesa è necessario risalire alla radice degli errori che nel corso degli anni sono penetrati in tutto il Corpo Mistico di Cristo, dai vertici fino alla base. Il rifiuto di questi errori e il ritorno, con l'aiuto di Dio, alla Verità cattolica, integrale e vissuta, è la condizione necessaria per la rinascita della Chiesa.
Per iniziativa della Fondazione Lepanto, un gruppo di teologi, filosofi, storici e studiosi, ha dedicato a questo tema una giornata di studio con il titolo Vecchio e nuovo modernismo. Radici della crisi nella Chiesa.
Nel corso del convegno, che si è svolto a Roma il 23 giugno 2018, don Claude Barthe, il prof. Roberto de Mattei, il prof. Valerio Gigliotti, la dott.ssa Maria Guarini, padre Albert Kallio o.p., il dott. John Lamont, il prof. Enrico Maria Radaelli, il prof. don Alberto Strumia, il prof. Giovanni Turco, il dott. José Antonio Ureta, hanno investigato le radici storiche, filosofiche, teologiche, epistemologiche e pastorali della crisi e i rimedi per superarla.
Questo volume raccoglie gli atti della giornata di studio, confermando quanto esatta e profonda fu l’analisi che venne svolta.
Plinio Corrêa de Oliveira, familiarmente conosciuto come “il dottor Plinio”, nacque a San Paolo del Brasile nel 1908 e morì nella stessa città il 3 ottobre del 1995.
Roberto de Mattei, che nel 1996 ha pubblicato la prima biografia del pensatore e uomo d’azione brasiliano, con il titolo Plinio Corrêa de Oliveira. Il crociato del XX secolo, presenta, nel primo centenario delle apparizioni di Fatima, un nuovo studio dedicato all’insegnamento spirituale e dottrinale del pensatore brasiliano, che l’autore definisce Apostolo di Fatima, Profeta del Regno di Maria.
L’auspicio è che da questo insegnamento i lettori possano “trovare conforto spirituale, luce intellettuale e maggior vigore nell’azione, in modo da poter meglio corrispondere alla Grazia divina, nelle cui mani è il destino delle nostre anime e del mondo intero”.
A che altezza si sono innalzati i Santi! Non tutti, senza dubbio, hanno compiuto quaggiù il lavoro completo della loro purificazione. In certuni può esser rimasta qualche parte da compiere in purgatorio. Ma parecchi raggiunsero fin da questa vita l'ultima vetta e sono entrati in cielo fin dall'istante della loro morte. E quanto a quelli nei quali restava da compiersi ancora una piccola parte del lavoro, essi avevano tuttavia percorso il cammino nella sua maggiore estensione. Non occorre dire che essi avevano attuato per intero la prima parte della vita cristiana: Dio il primo, e che erano già molto innanzi anche nella seconda: Dio solo. È per questo che essi sono così grandi! Furono uomini come te, con le stesse passioni e la stessa natura, nonché con la stessa ragione e la identica fede. E seppero passare al di sopra delle loro passioni, per vivere secondo la loro ragione e secondo la loro fede. Furono uomini! Pilato, mostrando Gesù Cristo al popolo, diceva: Ecco l'uomo. E la Chiesa mostrando al mondo i suoi santi, dice: Ecco gli uomini! E tu sarai un uomo? Un cristiano? Un Santo? Hai la fede? La ragione?
TESTO IN INGLESE
Riflessioni sul sinodo della famiglia 2015.
Tra gli schemi preparatori del Concilio Vaticano II approvati da Giovanni XXIII nel luglio 1962 e inviati a tutti i Padri conciliari, c'era anche uno Schema di costituzione dogmatica sulla castità, il matrimonio, la famiglia, la verginità, che però fu bocciato e riscritto secondo le tesi della teologia progressista. Lo schema che pubblichiamo integralmente, in traduzione italiana e con un'introduzione del prof. Roberto de Mattei, non è solo un documento storico, ma un testo di sorprendente attualità, di cui il Sinodo sulla famiglia del 2015 dovrà tenere conto.
San Pier Damiani (1007-1072), abate del monastero di Fonte Avellana e poi cardinale vescovo di Ostia, fu una delle personalità più di spicco della riforma cattolica dell'undicesimo secolo. Il suo Liber Gomorrhianus apparve attorno al 1049, in un'epoca in cui la corruzione era largamente diffusa, fino ai vertici del mondo ecclesiastico. In questo scritto, diretto al Papa Leone IX, Pier Damiani denuncia i vizi perversi del suo tempo con un linguaggio che non conosce falsa misericordia e compromessi. Egli è convinto che di tutti i peccati, il più grave si ala sodomia, termine che comprende tutti gli atti contro natura, che voglio soddisfare il piacere sessuale distogliendolo dalla procreazione. "Se questo vizio assolutamente ignominioso e abominevole non sarà immediatamente fermato con un pugno di ferro,-scrive- la spada della collera divina calerà su di noi, portando molti alla rovina". Papa Leone accolse con gratitudine il Liber Gomorrhianus, scrivendo a Pier Damiani che "ognuna delle affermazione di questo scritto incontra la nostra approvazione, come acqua gettata sul fuoco diabolico"e, raccogliendo le indicazioni del santo, intervenne con fermezza contro i sodomiti nella Chiesa. Oggi, scrive Roberto de Mattei nella sua introduzione all'opera, "il Liber Gomorrhianus ci ricorda che c'è qualcosa di più grave del vizio morale praticato e teorizzato. E' il silenzio di chi dovrebbe parlare, l'astensione di chi dovrebbe intervenire, il legame di complicità che si stabilisce tra i malvagi e coloro che, con il pretesto di evitare lo scandalo, tacciono e tacendo acconsentono e, peggio ancora, l'accettazione da parte di uomini di Chiesa dell'omosessualità, considerata moncone un gravissimo peccato, ma come una "tensione" positiva verso il bene, degna di accoglienza pastorale e protezione giuridica (…). Porterà la lettura del Liber Gomorrhianus a infondere nel cuore di qualche prelato o laico lo spirito di san Pier Damiani, scuotendolo dal torpore e spingendolo a parlare e ad agire?"